Anche questa volta l'istrice ha avuto la meglio.
Nonostante la rete metallica interrata per una trentina di centimetri, nonostante i paletti di legno conficcati a terra, nonostante i secchi, gli attrezzi e gli oggetti colorati che avrebbero dovuto spaventarlo, è entrato nuovamente nel campo a far razzia delle nostre tanto sudate patate. È un fatto che sta accadendo a tutti nella zona.


L'istrice fa un buco vicino alla rete e passa sotto senza problemi, poi, una volta dentro, mangia qualche patata da una pianta, qualcuna da un'altra e altre ancora le mordicchia; inoltre, nello scavare, distrugge quelle vicine.
L'istrice, naturalmente, non si accontenta di una sola incursione. Una volta che ha individuato il tuo orto, infatti, torna metodicamente a farti visita, a volte con tutta la famiglia. Da noi veniva un paio di volte al mese, distruggeva tre o quattro piante e se ne andava.

Quando è il periodo, in paese non si parla d'altro. È già passato da te? Non ancora? Arriva, arriva, vedrai che arriva. A dire il vero sono tutti molto arrabbiati e giurano che se lo beccano lo fanno fuori. Alcuni, poi, sono ancora più ossessionati di altri. Il mio vicino, ad esempio, le ha tentate tutte e quando ha capito che con l'istrice non funzionavano neanche le trappole (che io regolarmente gli disattivavo) si è dato per vinto.

È vero che anch'io sono abbastanza infastidito dall'essere rapinato, ma non posso fare a meno di provare un sottile sendo di soddisfazione e di piacere mentre immagino che un animale selvatico penetra in un campo fortificato e prende il cibo per se e per la sua famiglia. È vero che io faccio parte della comunità umana, è vero che le patate mi servono per vivere e me le devo difendere, ma è anche innegabile che una parte di me tifa per l'istrice.

Durante le passeggiate notturne ne ho visti alcuni e mi sono documentato, sono animali stupendi e pacifici, scavano lunghissime tane sotterranee con diverse uscite di sicurezza e diverse "stanze" imbottite di foglie e muschio per quando arriveranno i piccoli. Nonostante l'aspetto goffo, poi, amano tantissimo giocare, rincorrersi, saltare. Loro che ne sanno della proprietà e dell'agricoltura, in fondo sono qui da sempre e, da sempre, scavano alla ricerca di cibo. Il minimo che possiamo fare è comprendere che la terra è di tutti, e che se vogliamo condividerla davvero dobbiamo tener conto che è abitata da un piccolo popolo che ne ha bisogno quanto noi.

Abbiamo calcolato che l'istrice, alla fine, si porta via circa il venti per cento del raccolto di patate. Ne terremo conto, ne pianteremo di più e così ce ne sarà per tutti. E cos'è un po' di lavoro in più in cambio della loro presenza, del fatto di sapere che loro ci sono, che popolano le notti del nostro campo?

- Tratto da Opinioni di un vegan, libro autoprodotto da Troglodita Tribe