Il profumo estivo dei prati in fiore e degli alberi, l'odore del fieno e il colore dei campi sono sfumati. Emana ora dalla terra profumo di funghi. L'orecchio più sensibile percepisce il fruscio delle faggiole che cadono nel bosco, il suono ottuso-metallico della mela che rumorosamente tocca il prato e il baccello secco dei fagioli maturi che scricchiola al vento.
Il mondo vegetale, silenzioso nel crescere e fiorire, comincia a diventare un mondo di suoni al momento della maturazione. Scricchiola e crepita, diviente frusciante e stormisce: è il vento che soffia sul frumento e attraversa le corone degli alberi. Diviene egli stesso un aiuto al processo di essiccamento e maturazione degli involucri dei semi. Il profumo autunnale che fluttua nell'aria, i suoni sibilanti, acuti e ottusi dei frutti, dei semi e del fogliame che cade, collegati all'infinita molteplicità di movimenti piccoli degli involucri che si aprono, possono divenire per i nostri sensi lettere di un linguaggio misterioso.
Il movimento e il suono sono fenomeni naturali nel piu largo senso della parola. Sono l'espressoone di un'esperienza interiore che riproduce, trasformando, qualcosa di percepito esteriormente. Il leone ruggisce e salar, quando ha fame, la pecora bela e rimane tranquilla. Gli animali reagiscono seguendo ciò che è in loro congenito. Anche l’uomo reagisce all’ambiente, ma sta a lui decidere se comportarsi come un leone o una pecora. L’elemento personale, “individuale”, che possiedono i felini e i ruminati (come anima di gruppo) è nell’essere umano nascosto nell’Io, nella persona singola. Pertanto ogni individuo rispecchia ali mondo in modo diverso dall’altro, esprimendosi nei gesti e nei suoni.
Nella forma, nel colore e nel profumo, questo elemento personale delle piante è silenziosamente accennato come un alito. Nella maturazione dei frutti e nei fenomeni ad essa collegati di suono e movimento, si esprime in modo penetrante.
Sarebbe però completamente errato dedurre da tali fenomeni un “carattere animico” del mondo vegetale. Rapide deduzioni testimoniano soltanto il fatto che non si è osservato in modo sufficientemente esatto. Infatti, il modo in cui un individuo, un animale o una pianta reagiscono all’ambiente, sono tre cose del tutto diverse. L’uomo, come abbiamo detto, può dirigere intenzionalmente la propria reazione; nell’animale impressione e reazione si succedono tanto rapidamente che la pelle del camaleonte cambia colore non appena l’ambiente cambia colore.
Cosa sono, dunque, questi suoni e movimenti dei semi e dei frutti che maturano? Sicuramente non è cosa di tutte le piante. Molte sono completamente silenziose per tutta la loro esistenza. Vi sono tuttavia centinaia e migliaia di esempi di movimenti, di suoni, reazioni molto sorprendenti del mondo vegetale. Pensiamo alla mimosa, ai movimenti tentacolari delle cosiddette piante carnivore, all’inesauribile numero di rumori durante la maturazione, compresi i loro fenomeni spesso fantastici di scoppi e catapultanti, che lanciano i semi a grandi distanze.
Il mondo vegetale si rende percettibile ai nostri sensi in modo diverso. Vi sono piante “vistose” la loro forma si rivolge a noi con il colore della foglia e del fiore, e piante che percepiamo molto prima di vederle, come il tiglio in fiore che pur non vedendolo possiamo percepirne il profumo. Cosa fanno veramente queste piante che si impongono a noi in questo modo con il loro profumo? Esse fanno fluire lo loro essenza nell’atmosfera così da farci dire: la pianta non è soltanto laddove possiamo percepirla con gli occhi, ma si estende tanto lontano con la sua intera forma vitale cime la possiamo percepire con  l’odorato. Il vento agita le corone degli alberi, fa ondeggiare il campo di grano, porta le nuvole di polline come scie solforose sopra i boschi e trasporta i veli odorosi dei giardini delle spezie tropicali molto al di sopra delle onde del mare. Quando culmi e foglie si muovono, è l’occhio che vede; quando i veli odorosi si effondono nello spazio, è il naso, è l’olfatto che li percepisce. Ambedue fanno però parte della pianta intera. In base al proprio spazio vitale, la pianta è anche là dove la percepiamo soltanto con l’odorato.
La pianta si radica nella terra, si estende nello spazio con lo stelo, il tronco, la foglia e il fiore e fluisce nell’atmosfera con il profumo. Non tutte le piante fluiscono però in questo modo. Molte si trattengono completamente e arrestano in sé il voler fluire, lo trasformano in frutti nutrienti, in capsule lignificate e baccelli crepitanti. Soltanto quando il seme è maturo cominciano a penetrare nell’ambiente con movimenti sorprendenti e persino con suoni. Catapultano e scagliano i loro semi tutt’intorno. Con questi gesti, la pianta traccia nuovamente e in altro modo il proprio spazio vitale, come accade con il far fluire il profumo. Questo spazio vitale è minore, più trattenuto, ma per il fatto che la pianta trattiene qualcosa e non lo lascia fluire, sviluppa la forza per i movimenti e i rumori. Si capisce come tra queste ultime piante ve ne siano soltanto pochissime, che sviluppano un profumo particolare nei fiori, nelle foglie o in altro modo. Una cosa esclude quasi l’altra.
Da tutto questo si dimostra che la pianta, con la fioritura, la fruttificazione e la maturazione penetra in una regione inserita nell’elemento aereo dell’atmosfera che si trova intorno alla Terra. In questa atmosfera non vi è soltanto ossigeno, azoto, anidride carbonica, ecc. in un rapporto esatto, ma questo complesso aereo è compenetrato di calore, luce ed acqua. Rudolf Steiner indicò inoltre nel cosiddetto corso di agricoltura che questa atmosfera, con le sue molteplicità di operazioni materiali e sotto forma di forze, è portatrice ed espressione della natura animica della Terra vivente. Ciò che si verifica come fenomeni atmosferici, ciò che diviene per noi percettibile nelle nuvole, nei temporali e nelle grandinate, non è soltanto il risultato di processi meccanici. Si rispecchia in questi eventi qualcosa di ciò che sperimenta l’essere animino della Terra, allorché la vita della Terra viene a contatto con delle forze che fluiscono sulla Terra dalla lontana sfera astrale. Vi è nell’alta atmosfera una regione per la Terra in cui si incontrano le forze terrestre e quelle celesti. Là l’essere animino della Terra è sensibilissimo. Risponde, reagisce sensibilmente alle forze che giungono dall’ambiente in essa circostante. In questo reagire, in questa cooperazione dell’anima della Terra e delle costellazione degli astri viene preparato quello che poi si modella come tempo atmosferico. Questo è il motivo per cui, dai tempi più antichi, il meteorologo guarda il cielo azzurro e può riconoscere dalle più sottili formazioni nuvolose a grandi altezze quale tempo atmosferico si prepara per i giorni a venire.
Questo spazio spirituale in cui l’essere animico della Terra partecipa all’intero animico dell’intero cosmo stellare e ne viene toccata, è però nel contempo la regione in cui è inserito il mondo vegetale. Questo essere vegetale non ha una propria natura animica come l’animale e l’uomo. Vive con il suo fiorire, fruttificare e maturare come qualcosa che partecipa soltanto alla natura animica della Terra. La Terra dona una parte della propria natura animica della pianta, che fiorisce, fruttifica e matura. La vera natura di ciò che fluisce come effetti dalla zona lontana intorno alla Terra nella regione aerea, è una forza fecondante. Questa non vive soltanto nella luce e nel calore, si comunica anche alle formazioni nuvolose che portano poi sulla Terra vere forze celesti sottoforma di pioggia e rugiada. L’acqua, che sale dapprima dalla Terra come vapore e formazioni nuvolose, viene dotata e fecondata di nuove forze nelle regioni più alte dell’atmosfera.
Calore, luce, aria ed acqua sono nell’atmosfera i portatori delle forze che affluiscono dalla zona circostante la Terra al mondo vegetale. Questo affluire subisce però una continua metamorfosi ritmica nelle diverse stagioni. In primavera la Terra espira il proprio essere animico, offrendolo sempre più agli effetti stellari fin verso l’estate. Nella piena estate si raggiunge il culmine di tale processo. Verso l’autunno la Terra comincia nuovamente a liberare sempre più il proprio essere animico dalle forze della zona circostante e a ritirarsi in se stessa. Donandosi alle forze celesti dell’estate, l’essere animico della Terra si è però talmente trasformato da poter sviluppare da sé i processi della fruttificazione e della maturazione. Ciò che nasce come gioia di colori del mondo dei fiori dell’estate attraverso la dedizione dell’anima della Terra all’anima del cosmo, vive ora nell’anima stessa della Terra ed afferra l’intero mondo vegetale. Nel fogliame che cambia colore, nella maturazione dei frutti e dei semi, fiorisce, arde ed essicca ciò che la Terra e il cielo hanno creato in comune durante l’estate. Ma ciò che vi fiorisce ed arde è ora benedetto dalle forze astrali. Viene accolto nel grembo materno della Terra come sostanza germinante.
In ogni morire del periodo autunnale vive quindi una forza di rinnovamento che viene trasferita all’inverno.
Ciò che fa la Terra stessa mentre si distacca nuovamente dalla zona circostante, riflettendo su se stessa, accade anche nel mondo vegetale. Nei suoni e nei movimenti della maturazione vive un elemento analogo a quello dei suoni e dei movimenti prodotto dalla Terra intera allorché cominciano a soffiare i venti dell’equinozio. Si esprime in ciò un elemento molto “personale” sia nel mondo vegetale sia nella vita della Terra. Nello sfavillare delle stelle cadenti nelle notti di tarda estate e dell’autunno vive una forza analoga a quella del fluttuare dei semi.
Nei giorni autunnali l’uomo può riandare a ciò che l’estate gli ha dato. Può guardare in sé a ciò che matura ed è in divenire, per afferrarlo e trasformarlo con la forza della propria personalità e per regalarlo al futuro.




Autunno: i colori e la poesia
"Non so se tutti hanno capito Ottobre la tua grande bellezza: nei tini grassi come pance piene prepari mosto e ebbrezza, prepari mosto e ebbrezza..." - Guccini, la canzone dei dodici mesi
Posted by Mani nella Terra on Thursday, October 11, 2012