Giornate in campagna, scandite dal tempo delle stagioni; bellezza della natura e della vita e del legame profondo che unisce tutti gli esseri viventi. Tutto questo si legge nelle parole di Etain Addey e noi le condividiamo, mese per mese.
Nota aggiuntiva: ho scelto un racconto che mi fa sorridere, perché anche il mio bisnonno non c'è più, ma chissà che non stia anche lui sorridendo... La lettura vuole essere anche un invito a farsi domande, a lasciare che a rispondere sia l'intuizione, e ad informarsi, perché che tu ci creda o meno, che tu sia d'accordo o meno, questa domenica milioni di persone marceranno. Puoi anche stare a guardare lo streaming o i telegiornali (forse è più probabile che qualcuno carichi un video ripreso dal cellulare su qualche anonimo canale youtube), ma poi alzati e fai qualcosa... tu sei quello che fai!
Dopo la morte di mio padre, trovai fra i suoi libri l'elenco di tutti gli abitanti del suo paese natale, Barnsley nello Yorkshire, riferito all'anno 1902. Io quel paese non l'ho mai visto, i miei genitori hanno vissuto a Londra e i nonni paterni erano morti tanti anni prima. L'elenco è un bellissimo pezzo di antiquariato, con le sue pubblicità per carrozze e carbone, ma non l'avevo mai letto con attenzione: invece ieri mi è capitato tra le mani e ho notato un elenco di abitanti divisi per mestieri. Così per la prima volta ho trovato il nome del mio bisnonno, Thomas Addey, sotto la voce "agricoltori" e il nome del suo podere situato sulla strada verso Pontefract: Bunker's Hill Farm.
Mi son chiesta il motivo per cui non si parlò mai di questo podere. Sono stata persino in collegio vicino a Pontefract ma mai nessuno in famiglia me lo ha indicato, eppure quella terra fu della nostra famiglia per generazioni. Sono quelle domande che ti vengono quando ormai i genitori non ci sono più e non li si può chiamare in causa. Si deve lavorare per intuito.
Nell'elenco di Barnsley di inizio secolo ho trovato anche il nonno, Francis Addey, figlio di Thomas, che a trenta anni già abitava in città e faceva carriera come impiegato. So che diventò in seguito il direttore del primo negozio "cooperativo" ed era sulla cresta dell'onda negli anni in cui la rivoluzione industriale creava benessere con il carbone e l'acciaio. Francis doveva essere stato uno scalatore sociale terrificante: con il tempo e il successo, cambiò affiliazione politica e diventò conservatore, arrabbiandosi molto con i miei genitori, dopo la guerra, quando loro votarono per i laburisti invece che per Churchill. I suoi cinque figli furono mandati tutti all'università, anche le ragazze, una cosa insolita per quei tempi, ma Francis era un vero patriarca e a nessuno dei suoi figli fu permesso di lasciare la casa paterna, difatti furono costretti tutti, prima o poi, a una fuga d'amore per potersi sposare.
Quando cerco di immaginare quest'uomo, capisco come il fango del podere fosse un elemento tabù, un passato da dimenticare come non fosse mai esistito.
"Tre generazioni per tornare alla terra", si dice in Inghilterra, sottintendendo che la prima generazione fugge dalla terra per cercare un lavoro "pulito" e prestigioso, lavora tanto e fa studiare i figli e quindi quelli della seconda generazione fanno i professionisti: professori, avvocati, medici. La terza generazione mangia bene, studia e si annoia e comincia a chiedersi se la vita sia tutta lì. Spesso sopra la campagna ma il bisnonno, non solo non c'è più, non si sa neanche come si chiamava, è stato tutto cancellato dalla storia familiare. E quindi non si è più "veri nativi del luogo", la terra è persa, così come la conoscenza di quei preziosi mestieri per la sopravvivenza.
Nel 1880, quando quel nonno Francis era un ragazzino di dieci anni che al podere di Bunker's Hill sognava la città, il livello di anidride carbonica nell'aria era lo stesso dei 500 avanti Cristo e cioè di 270 parti per milione. Dal podere probabilmente si vedeva già il fumo delle acciaierie della vicina Sheffield; già molti contadini avevano abbandonato la campagna per fare il minatore o l'operaio.
Oggi, il livello di anidride carbonica nell'aria è di 360 p.p.m., significa che nei centoventi anni che mi separano dal bisnonno contadino, questo gas è aumentato del 33%, una cosa senza precedenti nella storia degli esseri umani. (Questo lo sappiamo perché è stato misurato il contenuto di CO2 nelle bollicine d'aria rimaste intrappolate nei ghiacci dell'Antartide). Ed è stato il fumo di quelle acciaierie inglesi a dare il via al fenomeno: nel secolo scorso, la quantità di gas, petrolio e carbone che abbiamo bruciato nella progresiva industrializzazione del mondo ha creato una situazione che ora ci è sfuggita di mano.
Gli alberi sul podere di Bunker's Hill, come tutte le piante del nostro mondo odierno, hanno accelerato la fotosintesi, una cosa che sembra quasi da fantascienza, ma non riescono ad assorbire tutto l'eccesso di anidride carbonica che viene emesso nell'aria: ne compensano circa un terzo di quell'eccesso. I gas ad effetto serra (vapore acqueo, anidride carbonica e metano) hanno fatto sì che negli ultimi cento anni la temperatura mondiale sia aumentata di un grado e ormai si prospetta il pericolo di un aumento di altri tre gradi nei prossimi decenni con effetti disastrosi: già i ghiacci polari si stanno fondendo.
Qual è la soluzione? Si potrebbero fare massicci rimboschimenti ma invece stiamo tagliando le foreste. Si potrebbe ridurre la nostra richiesta di energia ma tutti si comprano il condizionatore d'aria. Si potrebbe dichiarare l'industrializzazione un fallimento e tornare alla terra, anche senza i consigli del bisnonno.
Cerco di immaginare cosa direbbe Thomas Addey di questo podere umbro. Sono sicura che sarebbe felice che almeno la nipote di Francis sia tornata al podere a imparare tutto da capo.