tag:blogger.com,1999:blog-71698399615215570722024-03-19T09:45:00.644+01:00Mani nella Terratu sei quello che fai, non quello che diciDOCsubtitleshttp://www.blogger.com/profile/15080784815256555920noreply@blogger.comBlogger68125tag:blogger.com,1999:blog-7169839961521557072.post-17299652649673448912021-04-05T10:31:00.006+02:002021-06-13T07:57:26.967+02:00Iris, un racconto di Hermann Hesse<p><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgGVqyhOXIAjXw33zmgSDj6Rjv_LZisVb2OtGEtq7d-qV12mA6Euv4bfYu4dnah3hWYl6K5NLJ9vgO62pHzK2tOqpJ-LOuaG96qeNNejmLEiZ2cgdZX6mEA8sDqcwwR0BwP70BmNbJg0Tg/s2048/Iris_5aprile2021.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1152" data-original-width="2048" height="360" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgGVqyhOXIAjXw33zmgSDj6Rjv_LZisVb2OtGEtq7d-qV12mA6Euv4bfYu4dnah3hWYl6K5NLJ9vgO62pHzK2tOqpJ-LOuaG96qeNNejmLEiZ2cgdZX6mEA8sDqcwwR0BwP70BmNbJg0Tg/w640-h360/Iris_5aprile2021.jpg" width="640" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Iris germanica sbocciata nel nostro giardino #DoveSplendeIlSole</td></tr></tbody></table> </p><p> Nella primavera della sua infanzia, Anselm scorrazzava per il verde giardino. Tra i fiori della mamma, ce n’era uno che si chiamava iris e che gli piaceva particolarmente. accostò la guancia alle lunghe foglie verde chiaro, passò le dita sui bordi taglienti, aspirò a fondo il profumo delle splendide corolle, vi guardò dentro. Dal fondo azzurrastro di questi si levavano file di dita gialle, e fra queste correva un sentiero più chiaro che sprofondava nel calice e nel lontano, azzurro segreto del fiore. Gli piaceva molto; continuò a osservare per ore e ore, e i sottili pistilli gialli gli apparivano ora come la siepe dorata del giardino del re, ora quale un duplice filare di begli alberi di sogno, non mossi da vento alcuno, tra i quali correva, chiara e striata di vive venature fragili come vetro, l’enigmatica strada. Sterminata era la superficie ricurva, e da un lato il sentiero si perdeva tra gli alberi d’oro, sprofondava all’infinito in un pozzo illimitato, sopra il quale la cupola violetta si arcuava regale, deponendo magiche, lievi ombre sulla meraviglia in silente attesa. Anselm sapeva che quella era la bocca della corolla; sapeva che, sotto splendide crescenze gialle, nella voragine blu abitavano il cuore e i pensieri del fiore, e che attraverso quella lieve luminosa strada percorsa da venuzze vetrose, andavano avanti e indietro il respiro e i sogni di questo. E accanto al fiore grande ve n’erano altri più piccoli, ancora non aperti, e si drizzavano su steli robusti, succosi dentro un piccolo calice fatto di una pelle verdebrunastra. Dal quale il boccio si slanciava con silente forza, strettamente avvolto di verde chiaro e lillà, ma in cima già faceva capolino, in forma di punta sottile, tenacemente, dolcemente arrotolato, il viola cupo. Anche su queste foglie-fiore compatte erano visibili venature e segni d’ogni specie.</p><p>Il mattino, quando Anselm usciva dalla casa, dal sonno, dal sogno e da mondi stranieri, ecco lì, non perduto e sempre nuovo, il giardino che lo attendeva e dove ieri se ne stava piantata rigida una dura punta di fiori azzurri, strettamente avvolta in una verde buccia, adesso pendeva, sottile, dello stesso colore dell’aria, un giovane petalo simile a una lingua e a un labbro, e a tastoni cercava la propria forma e la propria curvatura che a lungo aveva sognato, e nella parte inferiore, dove ancora era impegnato in una silenziosa lotta con la sua scorza, già si intuiva una sottile escrescenza gialla, una pista lucente, venata e un lontano, profumato pozzo dell’anima. Forse già nel meriggio, oppure la sera, il fiore sarebbe stato completamente dischiuso, arcuando un’azzurra tenda di seta sopra un dorato bosco, illusorio, e suoi primi sogni, pensieri e canti spiravano, silenziosi, dalla fatata voragine.</p><p>Venne un giorno in cui, tra l’erba, non ci furono che due campanule azzurre. E un giorno che nel giardino si rese percepibile all’improvviso un nuovo timbro e un nuovo profumo, e tra il fogliame rossastro investito dal sole, spiccava, tenera e gialla, la prima rosa tea. E un giorno non vi furono più iris. Erano scomparsi, nessun sentiero bordato d’oro conduceva più dolcemente negli odorosi segreti del profondo, foglie rigide si drizzavano, estranee, acuminate e fredde. Ma bacche rosse erano maturate tra i cespugli, e sugli astri svolazzavano nuove farfalle mai viste prima, libere e gioconde, sciami rossobruni di insetti dal dorso iridescente e dalle vibranti ali vetrose.</p><p>Anselm chiacchierava con le farfalle e con la ghiaia, aveva per amici lo scarabeo e la lucertola, gli uccelli gli raccontavano aeree favole, felci gli mostravano in segreto, nascosti sotto il tetto di enormi foglie, i semi bruni addensati, cocci di vetro verdi e cristallini catturavano per lui i raggi del sole e diventavano palazzi, giardini, scintillanti tesori. I gigli erano scomparsi? Fiorivano allora i nasturzi; le rose tea appassivano? Le more erano brune, tutto si scomponeva, era sempre presente e sempre scompariva, moriva e, col tempo, ricompariva, e anche le terribili e meravigliose giornate in cui il vento freddo rombava nell’abete e in tutto il giardino le foglie appassite frusciavano false e morte, portavano pur sempre una canzone, un’esperienza, una storia, finché tutto cedeva, la neve si posava sui davanzali delle finestre e sui vetri crescevano palmeti, la sera era percorsa da angeli coi campanelli d’argento, e anticamera e pianterreno sapevano di frutta secca, Mai l’amicizia e la fiducia si spegnevano in quel modo bonario, e quando inaspettatamente i bucaneve tornavano a splendere accanto alla nera edera e i primi uccelli volavano per il nuovo cielo azzurro, era come se tutto fosse sempre stato lì, presente. Finché un giorno, inaspettato e tuttavia sempre tale e quale doveva essere, e tale e quale lo si desiderava, un primo boccio azzurro pallido faceva capolino sullo stelo degli iris.</p><p>Tutto era bello, tutto era accolto con giubilo da Anselm, tutto gli era amico e familiare, ma il momento magico supremo, la grazia, era ogni anno il primo iris. Nel suo calice chissà quando, forse nel primissimo sogno infantile, aveva compitato il libro delle meraviglie, il suo profumo e il mutevole azzurro sbandierante erano stati per lui il primo richiamo e la chiave della creazione. E così l’iris continuò a procedere al suo fianco per tutti gli anni dell’innocenza, e ogni nuova estate era nuovo, più misterioso e commovente. Anche altri fiori avevano voce in capitolo, anche altri attiravano api e scarabei nei loro piccoli, dolci ricettacoli. Ma l’iris azzurro era caro al bambino più di ogni altro fiore, e gli appariva importante perché ai suoi occhi costituiva il parametro e l’esempio di tutto ciò che è degno e di nota e oggetto di meraviglia. Quando affondava lo sguardo nel suo calice e, trasognato, seguiva il sentiero lucente e insieme i suoi pensieri, andando tra i gialli stupendi filari alla volta della crepuscolare intimità del fiore, la sua anima affondava lo sguardo oltre la soglia in cui ciò che appare diviene enigma, e il vedere si trasforma in intuire. Anche la notte, a volte, gli capitava di sognare il calice del fiore, e lo vedeva spalancarglisi davanti enorme a guisa del portone di un celeste palazzo, ed egli correva in groppa a cavalli, lo percorreva in volo sul dorso di cigni, e insieme a lui volava, cavalcava e scivolava il mondo intero, sommessamente attratto dalla magia, e Anselm scendeva sempre più a fondo, sempre più a fondo nel soave abisso, dove ogni attesa diventava esaurimento, ogni presentimento realtà.</p><p>Ciascuna apparizione sulla terra è un’allegoria, e ciascuna allegoria una porta spalancata attraverso la quale l’anima quando sia pronta a farlo, può penetrare nell’Intimo del mondo, dove tu e io, giorno e notte, siamo, sono tutt’uno. Non c’è essere umano al quale di tanto in tanto non capiti, durante la sua esistenza, di trovarsi di fronte all’uscio spalancato, a ognuno balena il pensiero che tutto il visibile sia una similitudine e che sotto la similitudine abitino lo spirito e la vita eterna. Certo, sono pochi quelli che vanno oltre la soglia e rinunciano alla bella apparenza che è qui per la realtà di quell’Intimo che hanno intuito. E così al bambino Anselm il calice del suo fiore apparve coma la domanda aperta, silenziosa, alla quale la sua anima con sorgivo presentimento proponeva una serena risposta. Poi, però, l’amabile molteplicità delle cose lo traeva con sé, in conversazioni e giochi con le erbe e le pietre, le radici, i cespugli, gli animaletti e tutti gli amici del suo mondo. Sovente sprofondava nella contemplazione di se stesso, si abbandonava alle meraviglie del suo corpo, avvertiva, a occhi chiusi, deglutendo, cantando, respirando, straordinarie emozioni, sentimenti e rappresentazioni nella bocca e nel collo, e anche là coglieva la presenza del sentiero e della porta tramite i quali si può passare di anima in anima. Stupefatto osservava le pregnanti figure colorate che spesso, a occhi chiusi, gli apparivano uscendo da un fondale color porpora, ed erano macchie se semicerchi blu e rosso scuro, intervallati da linee lucenti. A volte Anselm sperimentava, e ne sussultava di gioia e spavento, le innumerevoli connessioni tra occhi e orecchio, olfatto e tatto; per fugaci istanti, sentiva tonalità, suoni, vocali tramutarsi e divenire tutt’uno con rosso e blu, duro e molle; oppure annusando un’erba o una buccia verde si meravigliava constatando quanto straordinariamente vicini fossero odore e sapore e tanto spesso trapassassero l’uno e l’altro e si confondessero.</p><p>Tutti i bambini hanno di queste sensazioni, anche se non tutti con la stessa intensità e dolcezza, e in molti di loro tutto questo ben presto passa, è come mai si fosse verificato, e accade prima ancora che abbiano imparato a leggere le prime lettere dell’alfabeto. In altri, il segreto dell’infanzia si conserva a lungo, e un residuo, un’eco se la portano dentro finché hanno i capelli bianchi, fino ai tardi, stanchi giorni. In tutti i bambini, finché siano ancora immersi nel mistero, l’anima è senza posa occupata con l’unica cosa davvero importante, vale a dire loro stessi e l’enigmatico nesso tra la loro persona e il mondo circostante. Colui che cerca e il saggio giunti agli anni della maturità ritornano a queste occupazioni, ma per la maggior parte gli esseri umani dimenticano e abbandonano questo mondo interiore, il mondo di ciò che è davvero importante, e lo fanno assai prima e per sempre, e per tutta la vita errano nei policromi labirinti di preoccupazioni, desideri e mete, nessuna delle quali abita nel loro intimo, nessuna delle quali li riconduce alla loro interiorità, a casa. L’estate e l’autunno di Anselm giungevano soavi e se ne andavano inavvertiti, e di continuo fiorivano e sfiorivano bucaneve, violette, la pervinca e la rosa, il sempreverde e il giglio, belli e abbandonati come sempre. Con essi viveva, fiori e uccelli gli parlavano, l’albero e la fonte stavano ad ascoltarlo, e Anselm offrì al solito modo la prima lettera che seppe scrivere, i suoi primi slanci di amicizia, al giardino, a sua madre, alle pietre colorate al bordo dell’aiuola.</p><p>Una volta, però, venne una primavera che aveva suoni e odori diversi da tutte le precedenti, il merlo cantava ma non era più l’antica canzone, l’iris azzurro fiorì ma né sogni né figure di fiaba passavano lungo il sentiero bordato d’oro del calice. Le fragole ridevano nascoste tra ombre verdi e le farfalle fluttuavano balenando sugli altri corimbi, ma nulla era più come sempre, altre cose interessavano al fanciullo che adesso aveva frequenti litigi con la madre.</p><p>Lui stesso non sapeva più chi era e perché qualcosa gli facesse male e qualche altra di continuo lo turbasse. Si avvedeva soltanto che il mondo era mutato, e le amicizie di un tempo si allontanarono da lui e lo lasciarono solo. Trascorse così un anno, e poi un altro ancora, e Anselm non era più un bambino e le pietre colorate al margine dell’aiuola erano noiose, i fiori muti, gli scarabei li teneva infissi mediante spilli in una scatola, e la sua anima aveva imboccato una lunga, ardua strada tortuosa, i vecchi amici erano inariditi e disseccati.</p><p>Il giovane uomo penetrava impetuoso nella vita, che solo allora gli sembrava iniziare. Dissipato e dimenticato era il mondo delle allegorie, nuovi desideri e nuove strade lo attraevano. L’infanzia ancora restava, come un profumo, nello sguardo azzurro e nei soffici capelli, ma il giovane uomo più non amava quel che essa gli ricordava, e si tagliò i capelli a spazzola, e nel suo sguardo mise tutta l’acutezza e il sapere che poté. Frettolosamente si precipitava attraverso anni di inquietudine e di attesa, ora bravo studente e buon amico, ora invece solo e scontroso; e a volte ancora sfrenato e chiassoso nelle prime gozzoviglie giovanili. La patria aveva dovuto lasciarla e la vedeva solo in occasione di rare, brevi visite, quando, mutato, cresciuto, azzimato, tornava dalla madre. Portava con sé amici, portava con sé libri, sempre diversi, e quando passeggiava per il vecchio giardino esso gli appariva angusto e rispondeva col silenzio ai suoi sguardi distratti. Più non leggeva vicende nelle venature policrome delle pietre e delle foglie, più non vedeva Dio e l’eternità abitare nel fiorito segreto dell’iris azzurro. Anselm fu scolaro, fu studente. Tornò in patria con in capo un berretto rosso prima e poi uno giallo, con un accenno di baffetti e poi una rada barbetta. Aveva con sé libri in lingue straniere, e una volta portò con sé un cane, e in un portafoglio che teneva nella tasca interna aveva poesie subito dimenticate, oppure trascrizioni di antichissime saggezze, o ancora ritratti e lettere di belle ragazze. Tornava, ed era stato lontano, in paesi stranieri, aveva vissuto a bordo di grandi navi e sul mare. Tornava, ed era un giovane sapiente, portava un cappello nero e guanti scuri, e i vecchi vicini lo salutavano togliendosi il cappello e lo chiamavano professore, sebbene ancora non lo fosse. E ancora tornò, questa volta vestito di nero, e andò, snello e compreso, dietro il lento carro sul quale la sua vecchia madre giaceva in un’ornata bara. E dopo di allora tornò solo assai di rado.</p><p>Nella grande città dove adesso insegnava agli studenti ed era considerato un celebre uomo di scienza, Anselm viveva, passeggiava, sedeva e stava esattamente come le altre persone, con indosso un bell’abito, in testa un bel cappello, serio oppure allegro, con occhi intenti e a volte un pochino stanchi, ed era un signore ed uno studioso, esattamente colui che era voluto diventare. Adesso si trovava in una condizione simile a quella dell’ultimo periodo della sua infanzia: all’improvviso sentì che molti anni gli erano scivolati alle spalle, e si ritrovò, singolarmente solo e scontento, nel bel mezzo di quel mondo al quale aveva sempre aspirato. Non era proprio una felicità, essere professori; non era una gioia senza ombre, essere salutato con deferenza da cittadini e studenti. Tutto gli appariva come vizzo e polveroso, e la felicità tornava ad apparirgli lontana, laggiù nel futuro, e la strada che vi portava sembrava afosa, impolverata, volgare.</p><p>In quel periodo, Anselm frequentava spesso la casa di un amico dalla cui sorella si sentiva attratto. Ormai non correva più tanto spensieratamente dietro un bel viso, anche sotto questo aspetto si era fatto diverso, e aveva l’impressione che la felicità per lui dovesse manifestarsi in maniera particolare e che non la si potesse certo trovare al primo angolo di strada. La sorella dell’amico gli piaceva molto, e spesso si immaginava di amarla di tutto cuore. Lei però era una strana ragazza: ogni suo passo, ogni sua parola avevano un colore e un’impronta particolari, e non sempre era facile procedere al suo fianco, al suo stesso ritmo. Quando a volte Anselm la sera nel suo alloggio solitario camminava su e giù, pensieroso, e udiva risuonare il proprio passo nelle stanze vuote, gli capitava di contendere a lungo con se stesso a causa dell’amica. Aveva più anni di quanti Anselm ne avrebbe desiderati nella propria moglie. Era diversa dalle altre, per lui sarebbe stato difficile viverle accanto e insieme seguire le sue dotte ambizioni perché lei non voleva neppure sentirne parlare. Come non bastasse, non era molto robusta né sana, sì che a fatica sopportava la compagnia e le feste. Preferiva starsene, con fiori e musica, e magari un libro, chiusa in un singolare silenzio, in attesa che qualcuno si recasse da lei, e lasciava che il mondo proseguisse per la sua strada. A volte era in uno stato di così delicata sensibilità, che tutto quanto era estraneo le faceva male, la induceva al pianto. Poi, però, tornava a raggiare, tranquilla e bella, di una solitaria felicità, e chi la vedeva sentiva quanto fosse difficile dare qualcosa a codesta donna bella e singolare, quanto arduo fosse significare qualcosa ai suoi occhi. Spesso Anselm si convinceva che lo amava, ma altrettanto spesso gli pareva che non amasse nessuno, per quanto soave e comprensiva si mostrasse con tutti e dal mondo pretendesse null’altro che di essere lasciata in pace. Lui però non voleva solo questo dalla vita e, se avesse avuto moglie, in casa sua dovevano essere brio e suoni e tavola imbandita.</p><p>“Iris”, le disse “cara Iris, se solo il mondo fosse diverso! Se null’altro esistesse all’infuori di un bello, tenero mondo di fiori, pensieri e musica, allora sì che non desidererei altro che di trascorrere tutta la mia vita accanto a te, ascoltando i tuoi racconti, facendo miei i tuoi pensieri! Già il tuo nome mi fa male, Iris è un nome meraviglioso, mi ricorda qualcosa ma non so esattamente che cosa.”</p><p>“Però sai almeno”, replicò lei, “che si chiamano così i giaggioli azzurri”.</p><p>“Sì”, esclamò Anselm, e avvertì una sensazione angosciosa “questo lo so benissimo, e già questo è assai bello. Ma ogni qual volta pronuncio il tuo nome, è come se volesse richiamarmi a qualcos’altro, non so che cosa, come se in me fosse collegato a ricordi profondissimi, lontanissimi, importantissimi, e tuttavia non so, non riesco a scoprire di che si tratta.”</p><p>Se ne stava lì, perplesso, sfregandosi la fronte, e Iris gli sorrise.</p><p>“Mi succede sempre così”, gli disse con quella sua voce da uccellino, “quando odoro un fiore. Perché ogni volta il cuore mi dice che al profumo è legato il ricordo di qualcosa di straordinariamente bello e prezioso, che un tempo mi apparteneva ma che ho poi perduto. E lo stesso avviene con la musica, e a volte con la poesia: all’improvviso, un lampo che dura un istante, come se scorgessi d’un tratto una patria perduta, in fondo a una valle, che però subito scompare ed è dimenticata. Caro Anselm, io credo che il significato della nostra presenza sulla terra sia in questo ricordare e cercare e udire lontane note perdute, oltre le quali sta la nostra vera patria.”</p><p>“Come parli bene”, commentò Anselm, e avvertì in petto un moto quasi doloroso, come se una bussola segreta indicasse, senza deviazioni, la sua meta remota. Ma si trattava di una meta affato diversa da quella che voleva dare alla sua esistenza, ed era questo che faceva male, ed era poi degno di lui sprecare la vita in sogni, ricorrendo belle favole?</p><p>Venne un giorno in cui il signor Anselm, tornato da un viaggio solitario, si ritrovò accolto dalla sua austera abitazione di studioso in maniera così fredda e opprimente, che corse a casa dell’amico, seriamente intenzionato a chiedere la mano della bella Iris.</p><p>“Iris”, le disse, “non posso continuare a vivere così. Tu sei stata sempre la mia buona amica, e devo dirti tutto. Non posso non avere una moglie, altrimenti la mia vita sarebbe vuota e senza senso, e chi potrei desiderare di avere in sposa, se non te, bel fiore? Mi vuoi, Iris? Avrai fiori quanti ne vorrai, avrai il più bel giardino che si possa avere. Vuoi essere mia?”</p><p>Iris lo fissò a lungo, con sguardo tranquillo, senza sorridere né arrossire, e fu con voce ferma che così gli rispose: “Anselm non sono sorpresa della tua richiesta. Tu mi sei caro, sebbene non abbia mai pensato di diventare tua moglie. Vedi, però, amico mio, io pretendo moltissimo da colui al quale dovrei legarmi in matrimonio, e le mie sono pretese maggiori di quelle di gran parte delle donne. Mi hai offerto fiori e sei animato da lodevoli intenzioni. Io però posso vivere anche senza fiori, persino senza musica, potrei fare a meno di tutto questo e di molto altro, se così deve essere. Di una cosa però non posso e non voglio privarmi: non potrò mai vivere, neanche un solo giorno, in modo tale che la musica dentro il mio cuore non abbia il primo posto. Se devo vivere con un uomo, costui deve essere una persona la cui musica interiore si accordi perfettamente con la mia, e perché la sua musica sia pura e in sintonia con la mia, è necessario che essa sia la sua unica aspirazione. Te la senti, amico mio? Così facendo, probabilmente non diventerai ancora più celebre, non raccoglierai allori, la tua casa sarà silenziosa e le rughe che da qualche anno scorgi sulla tua fronte dovranno affatto sparire. Eh, no, Anselm, temo che non vada proprio. Vedi, tu sei fatto in modo da doverti procurare sempre nuove rughe, da doverti imporre sempre nuove preoccupazioni, e quello che io penso e sono tu lo ami, lo trovi bello, ma per te, come per la maggior parte, si tratta solo di un grazioso giocattolo. Stammi però bene a sentire: tutto quanto adesso per te è un balocco, è la mia vita stessa, e dovrebbe essere anche la tua, e tutto ciò cui dedichi fatiche e cure per me è invece un giocattolo per il quale a mio giudizio non vale la pena di vivere. E io non cambierò mai, Anselm, perché vivo secondo una legge che è dentro di me. E tu potresti diventare diverso? E tieni presente che dovresti diventarlo, se vuoi che io sia tua moglie”.</p><p>Anselm tacque, sorpreso dalla volontà di Iris, che aveva tenuto per debole e leggera. Tacque e schiacciò senza avvedersene, con la mano contratta, un fiore che aveva tolto dal tavolo.</p><p>Allora Iris con dolcezza gli tolse il fiore di mano – e Anselm lo avvertì come un grave rimprovero – ed ecco che gli sorrise, come se insperatamente avesse trovato una strada per uscire dalle tenebre.</p><p>“Ho un’idea” disse sottovoce, arrossendo. “Forse la troverai un po’ strampalata, ti sembrerà un puro capriccio. Ma tale non è affatto. Vuoi che te la dica? E sei disposto ad accettare che sia questa idea a decidere del nostro avvenire”</p><p>Anselm guardò l’amica senza capirla, il volto pallido e aggrondato. Ma il sorriso di lei lo costrinse ad affidarsi alla donna e a dire di sì.</p><p>“Vorrei importi un compito”, riprese Iris fattasi d’un tratto di nuovo tutta seria.</p><p>“Fallo pure, è nel tuo diritto”, le concesse l’amico.</p><p>“Ecco, dunque la mia ultima, irrevocabile proposta”, riprese lei. “Sei disposto ad accettarla così come mi viene dal cuore, senza tentare di mercanteggiare, senza giocare a tira e molla, anche se non ne afferri subito il senso?”</p><p>Anselm lo promise. E allora Iris si alzò in piedi, gli porse la mando e disse: “Mi hai detto più volte che, quando pronunci il mio nome, ti torna il vago ricordo di qualcosa di dimenticato, che un tempo per te era importante e sacro. E’ un segno, Anselm, ed è ciò che ti ha attratto in me per tutti questi anni. Anch’io ritengo che dentro di te tu abbia smarrito e dimenticato qualcosa di importante e di sacro, che deve tornare a rivivere perché tu possa trovare la felicità e giungere alla meta che ti è destinata. Addio, Anselm! Come vedi, ti do la mano e ti prego di andartene e di cercare di ritrovare il tuo ricordo, quello che risveglia in te il mio nome. Il giorno in cui l’avrai ritrovato, sarò tua moglie, farò quello che vorrai, e non avrò altro desiderio che non sia il tuo”.</p><p>Sbalordito, Anselm avrebbe voluto replicare, farle capire che una simile pretesa era un puro capriccio, ma con uno sguardo Iris gli ricordò la sua promessa, ed egli tacque. Ad occhi bassi le prese la mano, se la portò alle labbra, uscì.</p><p>Molti erano stati i compiti che, in vita sua, aveva affrontato con successo, ma nessuno era stato così singolare, importante e tuttavia scoraggiante come quello impostogli da Iris. Giorno per giorno si lambiccava il cervello sino ad esserne sfinito, e sempre tornava il momento in cui, disperato ed adirato, concludeva che il compito era null’altro che un assurdo capriccio femminile, e decideva di rinunciarvi. Ma qualcosa nell’intimo suo si ribellava: un lievissimo, segreto dolore, un monito dolcissimo, quasi impercettibile. Quella voce sommessa, che gli si faceva udire dentro il cuore, dava ragione a Iris, avanzava la stessa pretesa.</p><p>Solo che il compito era troppo gravoso per l’erudito, il quale avrebbe dovuto ricordare qualcosa da tempo dimenticata: avrebbe dovuto ritornare ad estrarre, dalla ragnatela degli anni sepolti, un unico filo d’oro, avrebbe dovuto afferrare qualcosa e portarlo all’amata, qualcosa che non era nulla più che il grido smarrito di un uccello, una sensazione di gioia e di tristezza mentre s’ascolta una musica, alcunché di più sottile, fugace e incorporeo di un pensiero, più impalpabile di un sogno notturno, più impreciso di una nebbia mattutina.</p><p>A volte, quando, scoraggiato, si scrollava di dosso tutto questo, in preda al cattivo umore, ecco che, inaspettatamente, gli giungeva come un alito da un remoto giardino, ed egli sussurrava il nome di Iris, dieci, cento volte, sommessamente, come per gioco, così come si tocca, per udire una nota, una corda tesa. “Iris” mormorava “Iris” e con lieve pena sentiva qualcosa muoverglisi dentro, come accade che, in una vecchia casa da tempo abbandonata, una porta s’apra da sola, un armadio scricchioli. Sondava i propri ricordi, che aveva sempre creduto di portarsi dentro ben ordinati, e così facendo giungeva a straordinarie, sorprendenti scoperte. Il suo tesoro di memorie era infinitamente minore di quanto avesse supposto. Interi anni mancavano, gli apparivano vuoti come fogli intonsi quando vi poneva mente. Constatava di riuscire solo a fatica a ritrovare un’immagine chiara di sua madre. Aveva dimenticato affatto come si chiamasse una certa ragazza che da giovane aveva corteggiato con passione per un intero anno. Gli tornava alla mente un cane che un giorno, da studente, aveva comprato così, per ghiribizzo, e che per un certo tempo gli era vissuto accanto. Ma gli ci vollero parecchi giorni per riesumare il nome della bestiola.</p><p>Pieno di dolore, di una crescente tristezza e angoscia, il pover uomo s’avvedeva di quanto inconsistente e vuota fosse la vita che s’era lasciato alle spalle e che più non gli apparteneva, che gli appariva estranea e senza nessi con lui, come qualcosa che una volta si sia mandato a mente e della quale ora solo a fatica si riesca a recuperare vaghi frammenti. Prese a scrivere: voleva, riandando anno per anno al suo passato, mettere nero su bianco le sue esperienze di maggior momento, per averle saldamente in pugno. Ma quali erano le sue esperienze più importanti? Il fatto di essere divenuto professore? Di essere stato dottore, e prima studente, e prima scolaro? O che una volta, in tempi svaniti, questa o quella ragazza gli si era concessa? E, spaventato, sollevava lo sguardo dal foglio e si chiedeva se era quella, proprio quella e null’altro, la vita. E si batteva con la mano sulla fronte, e rideva, rideva.</p><p>Intanto il tempo passava, mai era trascorso così rapido e spietato. Un anno s’era volatilizzato e gli pareva di essere ancora esattamente dove si trovava nel momento in cui aveva lasciato Iris. Pure, in questo periodo era assai mutato, e tutti se ne avvedevano, ognuno lo sapeva. Agli occhi dei conoscenti si era fatto quasi estraneo, lo si trovava distratto, bizzoso e stravagante, godeva fama di eccentrico, di uomo da compatire un tantino perché era rimasto scapolo troppo a lungo. Accadeva che si dimenticasse dei suoi doveri e che i suoi allievi inutilmente lo aspettassero. Accadeva che se ne andasse per la strada tutto preso dai suoi pensieri e, sfiorando i muri delle case, raccogliesse con la giacca lisa la polvere dei davanzali. Molti erano dell’opinione che avesse cominciato ad alzare il gomito. Alle volte gli capitava di interrompersi nel bel mezzo di una lezione, con l’aria di chi cerchi di rammentarsi qualcosa, che sorridesse con un’espressione infantile e commovente che mai nessuno gli aveva conosciuto, poi riprendeva il suo dire con un calore e una partecipazione da cui molti si sentivano toccare il cuore.</p><p>Da un pezzo, in quella sua disperata ricerca di profumi e di scomparse tracce di anni lontani gli era balenato un nuovo significato, del quale tuttavia lui stesso nulla sapeva. Più e più volte gli era sembrato che dietro quelli che fino ad allora aveva chiamato ricordi si nascondessero altri ricordi ancora, così come su un’antica parete dipinta a volte accade che sotto le vecchie immagini ne sonnecchino nascoste altre, più antiche ancora, sulle quali le prime sono state tracciate. Si sforzava di rammentarsi qualcosa, come il nome di una città in cui aveva trascorso una giornata tra un viaggio e l’altro, oppure il compleanno di un amico, o qualcosa d’altro, e mentre scavando e frugando tirava fuori un pezzetto di passato, un calcinaccio, ecco che altro all’improvviso gli tornava alla mente. Lo investiva un soffio, quale un vento in un mattino d’aprile o in un giorno nebbioso di settembre, Anselm coglieva un profumo, avvertiva un sapore, percepiva oscure, dolci sensazioni, con la pelle, con gli occhi, col cuore; pian piano gli fu chiaro che doveva esserci stato, una volta, un giorno azzurro, caldo, oppure freddo, grigio, o un altro giorno qualunque, e l’essenza di quel giorno doveva essersi depositata in lui come un oscuro ricordo. Ma non riusciva a ritrovare, nel suo reale passato, il giorno di primavera o d’inverno che chiaramente odorava e sentiva, non c’erano nomi né numeri, forse era stato quand’era studente o forse ancora in culla, il profumo comunque era lì e Anselm sentiva in sé qualcosa di vivo, che non conosceva, che non poteva nominare né definire. A volte gli sembrava di poterli raggiungere, questi ricordi, addirittura al di là della vita, nel passato di un’esistenza precedente, sebbene l’idea lo facesse sorridere.</p><p>Molto trovò Anselm nei suoi vagabondaggi senza meta attraverso gli abissi della memoria. Molto trovò che lo commosse e lo toccò, e molto anche che lo spaventò e lo riempì d’angoscia, ma una cosa non seppe trovare, quello che il nome Iris significava per lui.</p><p>Una volta, tormentato dall’impossibilità di trovare, tornò alla sua vecchia patria, rivide i boschi e le strade, i sentieri e le siepi, rimise piede nel vecchio giardino della sua infanzia e sentì onde investirgli il cuore, il passato avvolgerlo come un sogno. Ne tornò silenzioso, rattristato. Si diede per malato, fece mandar via chiunque lo cercasse.</p><p>Uno però riuscì a farsi ricevere: il suo amico, che Anselm non aveva più visto dal giorno in cui aveva chiesto la mano di Iris. Costui venne e trovò Anselm magro e consunto, chiuso in quella sua grigia cella.</p><p>“Alzati”, gli disse, “e vieni con me. Iris vuole vederti.”</p><p>Anselm balzò in piedi.</p><p>“Iris! Che vuole da me? Oh, lo so, lo so!”</p><p>“Su dunque”, insistette l’amico, “vieni con me. Sta per morire, è malata da un pezzo.”</p><p>Andarono da Iris che giaceva su un divano, leggera e minuta come una bambina, e sorrideva lieta con gli occhi dilatati. Porse ad Anselm la bianca, lieve mano infantile, che si posò sulla sua come un fiore, e il volto di Iris era come trasfigurato.</p><p>“Anselm”, gli disse, “non sei arrabbiato con me? Ti ho imposto un gravoso compito; e so che lo hai perseguito con fedeltà. Continua a cercare, va per la tua strada fino a raggiungere la meta! Tu credevi di farlo per me, ed è invece per te che lo fai. Te ne sei reso conto?”</p><p>“L’avevo intuito”, le rispose Anselm, “e adesso lo so. E’ una lunga strada, Iris, e da un pezzo sarei tornato sui miei passi, ma non è possibile. Non so che ne sarà di me.”</p><p>Lei lo fissò negli occhi tristi e gli regalò un sorriso luminoso e consolante, e Anselm si chinò sulla mano sottile di lei e a lungo pianse, tanto che gliela bagnò tutta di lacrime.</p><p>“Che ne sarà di te” gli disse con una voce che non era più che il barlume di un ricordo, “questo non devi chiederlo. Hai molto cercato in vita tua. Hai cercato l’onore, hai cercato la felicità e il sapere, e hai cercato me, la tua piccola Iris. Tutte queste non sono state altro che belle immagini, ed esse ti abbandonano come ora io devo abbandonarti. Anche a me è accaduta la stessa cosa. Ho cercato di continuo, ed erano sempre belle, care immagini, che di continuo cadevano ed appassivano. Ora però non trovo più immagini, non cerco più nulla, sono tornata a casa, e devo fare ancora solo un piccolo passo per essere in patria. Anche tu ci verrai, Anselm, e allora non avrai più rughe sulla fronte.”</p><p>Era così pallida che Anselm gridò disperato: “Oh, aspetta, Iris, non andartene! Lasciami un segno in modo che io non ti perda del tutto”.</p><p>Lei annuì, allungò la mano e, da un bicchiere, prese e gli diede un giaggiolo azzurro appena sbocciato.</p><p>“Ecco prendi il mio fiore, l’iris, e non dimenticarmi. Cerca me, cerca l’iris, e arriverai da me.”</p><p>Piangendo, Anselm tenne il fiore tra le mani, e piangendo prese congedo. Quando l’amico lo mandò a chiamare, tornò e aiutò a ornare con fiori e a inumare la bara di Iris.</p><p>Poi, la vita dietro di lui crollò, gli parve ormai impossibile continuare a dipanare quel filo. Rinunciò a tutto, abbandonò la città e si perdette nel mondo. Fu visto qua e là, ricomparve nel luogo natio e si protese oltre la siepe del vecchio giardino, ma quando la gente chiedeva di lui, a lui si interessava, subito tornava a scomparire. I giaggioli continuavano a essergli cari. Spesso si chinava su un iris, ovunque lo trovasse, e quando affondava a lungo lo sguardo nel calice gli pareva che dal fondo azzurrastro sorgesse verso di lui il profumo e il sentore di tutto il passato e il futuro, finché continuava triste per la sua strada, perché il compimento mai si verificava. Aveva l’impressione di starsene a origliare a un uscio semiaperto, dietro il quale udiva respirare amabilissimi segreti, e proprio quando pensava che tutto dovesse concederglisi e compiersi, ecco che la porta si chiudeva e il vento del mondo soffiava gelido sulla sua solitudine. Nei suoi sogni gli parlava la madre, di cui sentiva vicini la figura e il volto con una chiarezza che gli era stata ignota per lunghi anni. E Iris gli parlava, e quando Anselm si svegliava gli restava un eco su cui indugiava a riflettere per l’intera giornata. Non aveva un focolare; straniero andava qua e là per il paese, dormiva ora sotto un tetto, ora all’aperto nei boschi, si nutriva di pane e di bacche, bevevo vino oppure rugiada dalle foglie dei cespugli, che cosa ne sapeva lui? Agli occhi di molti era un pazzo, a quelli di molti altri un mago, molti lo temevano, molti ridevano alle sue spalle, molti lo amavano. Imparò ciò che mai aveva saputo fare prima, stare con i bambini e prendere parte ai loro strani giochi, parlare con un ramoscello spezzato e con una pietruzza. Inverno ed estate gli scorrevano accanto, Anselm guardava dentro i calici dei fiori, nell’acqua del ruscello e del lago.</p><p>“Immagini”, diceva a volte tra sé, “null’altro che immagini.” Ma nel suo intimo avvertiva un’essenza che immagine non era, e la seguiva, e l’essenza dentro di lui a volte riusciva ad esprimersi in parole, e la sua voce era quella di Iris e di sua madre, e per Anselm era consolazione e speranza.</p><p>Gli accadevano cose meravigliose che non lo meravigliavano affatto. E così gli capitò una volta di andarsene tra la neve, in un paesaggio invernale, e aveva la barba tutta ghiacciata. E dalla neve si levava, acuminato e snello, uno stelo di giaggiolo che reggeva un unico, bel fiore, e Anselm si chinò sul fiore e sorrise, perché adesso finalmente sapeva a che cosa l’avesse di continuo richiamato l’iris. Riconobbe il suo sogno infantile, e vide, tra i bastoncelli dorati, il sentiero azzurro chiaro venato che portava nel segreto e nel cuore del fiore, e capì che lì era ciò che cercava, lì stava l’essenza che non è più immagine.</p><p>E una volta ancora fu sollecitato da pulsioni, sogni lo guidarono e giunse a una capanna dove c’erano dei bambini, e i bambini gli diedero del latte, Anselm giocò con loro e quelli gli raccontarono storie, tra l’altro che nel bosco, dove stavano i carbonari, era accaduto un miracolo. Si era vista spalancarsi la porta degli spiriti, che si apre solo una volta ogni mille anni. Anselm stette ad ascoltare, annuendo alla cara immagine, e riprese il cammino, un uccello cantava da un fitto di ontani, l’uccello aveva una strana, dolce voce, che era come quella della defunta Iris. Seguì l’uccello che continuò a volare e a saltellare, sempre più davanti, di là dal ruscello, dentro i boschi.</p><p>Allora l’uccello si tacque e non lo si udì più né più lo si vide, Anselm si fermò e si guardò intorno. Si trovava in una profonda vallata nel bosco, oltre il fitto fogliame scorreva sommessa un’acqua e a parte questo tutto era silenzioso, in attesa. Nel suo petto, però, l’uccello continuava a cantare con la voce amata, e continuò a sospingerlo innanzi, finché Anselm si ritrovò davanti a una parete rocciosa coperta di muschio e nel mezzo si apriva una fenditura che conduceva, bassa e stretta, all’interno del monte. Un vecchio sedeva davanti alla fenditura, e costui s’alzò vedendo avanzare Anselm e gridò: “Indietro, uomo, indietro! Questa è la porta degli spiriti. Nessuno è ancora tornato che vi sia penetrato”.</p><p>Anselm volse lo sguardo a lui, poi tornò a posarlo sull’apertura nella roccia e vide perdersi nelle profondità del monte un azzurro sentiero, d’ambo i lati del quale si levavano fitte, dorate colonne, e il sentiero sprofondava come nel calice di un enorme fiore.</p><p>Nel suo petto l’uccello cantava con voce argentina, e Anselm superò il guardiano della soglia, penetrò nello spacco e avanzò, tra le colonne dorate, nell’azzurro segreto delle profondità. Era nel cuore di Iris, che penetrava, ed erano i giaggioli nel giardino della madre nel cui azzurro calice procedeva librandosi, e mentre sereno andava incontro al crepuscolo dorato, ecco all’improvviso tornargli tutti i ricordi e intera la coscienza; si toccò la mano ed era piccola e morbida, voci d’amore gli risuonavano vicine e famigliari all’orecchio, e le note erano tali e quali, le colonne dorate splendevano come allora, nelle sue primavere infantili, quando tutto per lui era luci e suoni.</p><p>E anche il suo sogno era tornato, il sogno che aveva fatto da piccolo, quando s’era visto scendere nel calice e dietro di lui procedeva e scivolava l’intero mondo delle immagini, sprofondando nel segreto che sta dietro tutte le immagini.</p><p>Anselm cominciò a cantare sottovoce, e il suo sentiero scendeva piano piano ed era a casa.</p><p><br /></p><p><br /></p><br /><p><br /></p>
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<tr> <td colspan="5"><div style="text-align: center;">Ecco alcune piacevoli letture.</div><div style="text-align: center;">Se ne hai qualcuna da suggerire anche tu </div>
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<a class="autore" href="https://www.macrolibrarsi.it/autori/_hermann_hesse.php?pn=3173" target="_blank" title="Hermann Hesse">Hermann Hesse</a><br />
<a href="https://www.macrolibrarsi.it/libri/__frammenti-del-creato-libro.php?pn=3173" style="font-weight: bold;" target="_blank" title="Frammenti del Creato">Frammenti del Creato</a><br />Riflessioni, racconti, poesie sulle farfalle<br />
<a href="https://www.macrolibrarsi.it/libri/__frammenti-del-creato-libro.php?pn=3173" title="Frammenti del Creato"><img src="http://www.macrolibrarsi.org/img/carrello.gif" style="border: 0px none;" /></a></td><td class="tr-caption"><a href="https://www.macrolibrarsi.it/libri/__un-pezzo-di-terra-tutto-per-me-libro.php?pn=3173" target="_blank" title="Un Pezzo di Terra Tutto per Me"><img alt="Un Pezzo di Terra Tutto per Me" height="160" src="https://www.macrolibrarsi.it/data/cop/_big/u/un-pezzo-di-terra-tutto-per-me-152090.jpg" style="border: 0px none; vertical-align: top;" width="122" /></a><br />
<a class="autore" href="https://www.macrolibrarsi.it/autori/_lorenza-zambon.php?pn=3173" target="_blank" title="Lorenza Zambon">Lorenza Zambon</a><br />
<a href="https://www.macrolibrarsi.it/libri/__un-pezzo-di-terra-tutto-per-me-libro.php?pn=3173" style="font-weight: bold;" target="_blank" title="Un Pezzo di Terra Tutto per Me">Un Pezzo di Terra Tutto per Me</a> - Un giardino per fiorire in ogni stagione<br />
<a href="https://www.macrolibrarsi.it/libri/__un-pezzo-di-terra-tutto-per-me-libro.php?pn=3173" title="Un Pezzo di Terra Tutto per Me"><img src="http://www.macrolibrarsi.org/img/carrello.gif" style="border: 0px none;" /></a></td><td class="tr-caption"><a href="https://www.macrolibrarsi.it/libri/__al-giardino-ancora-non-l-ho-detto.php?pn=3173" target="_blank" title="Al Giardino ancora non l'ho Detto"><img alt="Al Giardino ancora non l'ho Detto" height="160" src="https://www.macrolibrarsi.it/data/cop/_big/a/al-giardino-ancora-non-l-ho-detto-181697-2.jpg" style="border: 0px none; vertical-align: top;" width="122" /></a><br />
<a class="autore" href="https://www.macrolibrarsi.it/autori/_pia_pera.php?pn=3173" target="_blank" title="Pia Pera">Pia Pera</a><br />
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<a href="https://www.macrolibrarsi.it/libri/__al-giardino-ancora-non-l-ho-detto.php?pn=3173" title="Al Giardino ancora non l'ho Detto"><img src="http://www.macrolibrarsi.org/img/carrello.gif" style="border: 0px none;" /></a></td><td class="tr-caption"><a href="https://www.macrolibrarsi.it/libri/__e-il-giardino-creo-l-uomo-libro.php?pn=3173" target="_blank" title="E il Giardino Creò l'Uomo"><img alt="E il Giardino Creò l'Uomo" height="160" src="https://www.macrolibrarsi.it/data/cop/_big/e/e-il-giardino-creo-l-uomo-libro-60248.jpg" style="border: 0px none; vertical-align: top;" width="122" /></a><br />
<a class="autore" href="https://www.macrolibrarsi.it/autori/_jorn-de-precy.php?pn=3173" target="_blank" title="Jorn de Precy">Jorn de Precy</a><br />
<a href="https://www.macrolibrarsi.it/libri/__e-il-giardino-creo-l-uomo-libro.php?pn=3173" style="font-weight: bold;" target="_blank" title="E il Giardino Creò l'Uomo">E il Giardino Creò l'Uomo</a><br />
Un Manifesto ribelle e sentimentale per filosofi giardinieri<br />
<a href="https://www.macrolibrarsi.it/libri/__e-il-giardino-creo-l-uomo-libro.php?pn=3173" title="E il Giardino Creò l'Uomo"><img src="http://www.macrolibrarsi.org/img/carrello.gif" style="border: 0px none;" /></a></td><td class="tr-caption"><a href="https://www.macrolibrarsi.it/libri/__pelo-e-piume-libro.php?pn=3173" target="_blank" title="Pelo e Piume"><img alt="Pelo e Piume" height="160" src="https://www.macrolibrarsi.it/data/cop/_big/p/pelo-e-piume-libro_55072_3.jpg" style="border: 0px none; vertical-align: top;" width="122" /></a><br />
<a class="autore" href="https://www.macrolibrarsi.it/autori/_anny-duperey.php?pn=3173" target="_blank" title="Anny Duperey">Anny Duperey</a><br />
<a href="https://www.macrolibrarsi.it/libri/__pelo-e-piume-libro.php?pn=3173" style="font-weight: bold;" target="_blank" title="Pelo e Piume">Pelo e Piume</a><br />
Un libro leggero per tempi pesanti<br />
<a href="https://www.macrolibrarsi.it/libri/__pelo-e-piume-libro.php?pn=3173" title="Pelo e Piume"><img src="http://www.macrolibrarsi.org/img/carrello.gif" style="border: 0px none;" /></a></td></tr>
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Em Vellihttp://www.blogger.com/profile/01266047487706981767noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7169839961521557072.post-87182292524013125032020-02-29T11:01:00.001+01:002021-05-24T21:08:14.087+02:00Olivicoltura Organica, Deafal e Vaso Policonico<div style="text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiWMfqptA4lYBK27CjMWMtsJRJNrUu-Y-EGrQs6o1-61ZTO0ZxQd5ExW4kukDPapRYns5vXkd84PPgla0Bs1fW-JhJP0YZ0Kd11p751KCbzg-0_9A6e-e6Mt-u1TOIAmaYaDt_IBCQ21GQ/s1600/IMG_olivicoltura_organica.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em; margin-top: 1em;"><img border="0" data-original-height="1200" data-original-width="1600" height="300" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiWMfqptA4lYBK27CjMWMtsJRJNrUu-Y-EGrQs6o1-61ZTO0ZxQd5ExW4kukDPapRYns5vXkd84PPgla0Bs1fW-JhJP0YZ0Kd11p751KCbzg-0_9A6e-e6Mt-u1TOIAmaYaDt_IBCQ21GQ/s400/IMG_olivicoltura_organica.jpg" width="400" /></a>Venerdì 21 febbraio mi sono ritrovato insieme ad una trentina di persone in Tuscia,</div>
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circondato da numerosi olivi ed alberi da frutto in un’atmosfera semplice e cordiale. Il pomeriggio di questo primo giorno, si sviluppa partendo dall’appassionata lettura del mondo, della natura e dell’olivo di <a href="https://www.macrolibrarsi.it/libri/__agricoltura-organica-e-rigenerativa-libro.php?pn=3173" target="_blank">Matteo Mancini</a>. Matteo coinvolge e rende subito partecipi i presenti, dapprima sui verdi prati e poi nell’accogliente yurta mongola. La pittoresca casetta di legno sulla quercia sarebbe una via di fuga da tutta questa mole di dati, incognite e di sfide (vibrazioni del ponte tibetano permettendo), ma non ci si avventura, nessuno si perderebbe un minuto di questo racconto che non è mai monologo.</div>
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L’assassino è presto svelato: si lavora il terreno quando si semina, ci dice, e quando si migliora la biodiversità e, altro caso ammesso, quando si decompattano le rotaie dove si spostano i cingoli dei mezzi agricoli. Non si ossida il terreno! - se non per migliorarlo. Matteo estrae una calendula dal prato e ce la mostra come un trofeo, un ingegnoso miracolo della natura: ecco la via del carbonio liquido - il Sole viene trasformato in zuccheri. La luce all’orizzonte assume le tenui tonalità della sera incipiente mentre il relatore solleva una zolla col suo forcone e ce ne mostra l’orizzonte, quello che siamo qui per ammirare: la formazione dell’humus in cui la sostanza organica si smonta e rimonta, nell’economia circolare della natura. I pori del terreno sono la vera chiave della fertilità – spiega mentre impasta del terreno in mano con dell’acqua, per stimare in maniera empirica il quantitativo di argilla. Si è sempre fatto così – dicono – ed è un ottimo motivo per cambiare, per mettere in dubbio le cose, ribatte lui. Il suo approccio è dichiaratamente laico – non ci sono dogmi invalicabili. Neanche la pacciamatura è sempre indicata: non bisogna pacciamare con inverni freddi e piovosi. La tessitura, il ph, la struttura del terreno: Matteo è incontenibile, alcuni partecipanti assorti, altri rapiti. Il carbonio è la colonna e il solaio della struttura, i minerali sono le intercapedini. Fosforo, potassio e magnesio con i loro effetti sull’olivo: scendiamo nelle viscere della materia e apprendiamo che ogni molecola nel terreno fa parte di un sistema interconnesso di elementi la cui gestione non è quella di un semplice manubrio da bicicletta, ma la complessa cloche di un aeroplano - toccandone uno si modifica tutto l’assetto. Arriviamo agli effetti del compostaggio e agli ingredienti di un buon sovescio per l’uliveto. <a href="https://www.macrolibrarsi.it/libri/__il-suolo-un-patrimonio-da-salvare.php?pn=3173" target="_blank">Il suolo è un patrimonio da salvare</a>, cita, e noi lo osserviamo, ci consiglia, perché l’ulivo è lì, nel suolo, e se comprendiamo il suolo siamo anche in grado di avere empatia per questo generoso cespuglio da cui sgorga quel verde e prezioso oro liquido.</div>
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La serrata attività didattica teorico-pratica rende i momenti di pausa una prosecuzione ideale di se stessa: i corsisti confrontano le proprie esperienze, si scambiano dubbi e osservazioni. Accenti toscani, abruzzesi e molisani, pugliesi, liguri e laziali – l’ulivo si declina negli idiomi di questa penisola e dei suoi 539 cultivar.</div>
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<a href="https://www.instagram.com/emanuela.maninellaterra/" target="_blank">Mani nella Terra</a> e <a href="https://www.instagram.com/poggioartilla/" target="_blank">Poggio Artilla</a> ospitano il primo dei tre corsi programmati per questa primavera 2020. Sebbene il calendario dica ancora inverno, il clima è quello atipico dei nostri giorni, con giornate soleggiate e calde per il periodo, mattine e sere ben più fresche. L’ospitalità è di casa, la ricca cucina di Lietta, Carlo e Marina è un valzer colorato di fiamminghe e l’ottimo cibo rallegra gli animi, stempera le angosce della mosca e allevia i dolori della xylella. Sabato e domenica Daniele e Raffaele di <a href="https://vasopoliconico.it/" target="_blank">Vaso Policonico</a> alternano teoria in yurta a pratica nell’oliveto. Il duo è affiatato e complementare. Mette a disposizione la propria esperienza, gli anni di pratica sul campo, l’attenzione ai dettagli. Strumenti sempre puliti, potatori sempre protetti. Rispetto per la pianta, per la terra, per chi lavora. L’ulivo rimargina i tagli nel tempo, l’autunno sarebbe la stagione peggiore per potarlo, l’umidità favorisce la proliferazione dei funghi. È la primavera che influisce sullo sviluppo della pianta – che le annate si alternino, la ricca che segue quella più scarica, è una leggenda metropolitana. Potatura e le grandi domande: perché, quando, come e quanto potare? La potatura invecchierà precocemente l’albero, non dimentichiamolo. Bisogna avere rispetto del rapporto radici / chioma. Il consiglio di amministrazione dell’albero, la sua direzione generale è nella chioma: se la asportassimo tutta succederebbe il caos. Vengono illustrate le varie tipologie di tagli e il perché si scelgono, come si praticano. L’intensità di potatura è la quantità di massa fogliare tolta rispetto al totale. Con la potatura si devia il flusso linfatico, bisogna tenerlo sempre a mente. Mosca, tignola, rogna, occhio di pavone – le sfide per un albero sano, dai sani frutti. Il moraiolo non ama essere toccato, il canino va lasciato sviluppare fino ai 6/7 metri – è lui che ce lo chiede, altrimenti fa fatica.</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg4WL4oE-VGb96HAl-z2VmxtBmqii_Rl4tiL0yNW3ZhnlPlctdf2-0-rBebJ5uSvBdD3xARMucV_Sgk0Fbjw02zSDwJ98cyScw_YAiSP2EsFkcIC3CPBVpmpfmyEbQsIb1fhiyPd9rr2zs/s1600/PANO_olivicoltura_organica.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="477" data-original-width="1600" height="190" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg4WL4oE-VGb96HAl-z2VmxtBmqii_Rl4tiL0yNW3ZhnlPlctdf2-0-rBebJ5uSvBdD3xARMucV_Sgk0Fbjw02zSDwJ98cyScw_YAiSP2EsFkcIC3CPBVpmpfmyEbQsIb1fhiyPd9rr2zs/s640/PANO_olivicoltura_organica.jpg" width="640" /></a></div>
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L’approccio di Vaso Policonico è centrato rispetto al “partecipante tipo” di questo corso, olivicoltore-trice con qualche centinaio/migliaio di piante. Le pratiche suggerite non sono dirette all’hobbista che può dare un nome ad ogni sua pianta e soffermarsi con lei tutto il tempo che vuole. Le linee di condotta sono tuttavia utili per tutti, per chi vede l’uliveto come una fonte di reddito e per chi lo vive come posto dell’anima, luogo di meditazione e di ritrovo. Gli allegri padroni di casa scrutano con curiosità i gruppetti di corsisti con i nasi all’insù a ragionare sui tagli da fare alla chioma di quest’albero, a spiegare e confrontarsi sulla scelta di non tagliare quell’altro, sulla prospettiva di una potatura di riforma, sulla luce che ora penetra nel vaso policonico. Poi è di nuovo tempo di pausa, l’aroma delle gustose pizze ripiene richiama tutti al riparo della tettoia vicino al recinto delle pecore e delle galline. Ci si siede e sdraia sul prato, si parla. Riprendiamo la pratica, non vogliamo fermarci, finchè cediamo al richiamo dell’ultimo succulento pranzo. Dopo la consegna degli attestati, non si vorrebbe proprio riprendere il viaggio per il rientro, ma rimanere qui, nell’uliveto, che ora appare sotto una nuova luce.</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjRSkSZ0Y5giEz6Ig7qOvtuv7817sisZ_KXXjmf5aoXSnAbIyEu4YoAty4HFB-9iUDWSZeMES0pkcO972Ht2xFpNs2JLMWAyYwyQDCuFm7S55ZB60nJAmndsyBVPHqJIqewHeTyGMhdFJk/s1600/IMG_olivicoltura_organica_gruppo.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1200" data-original-width="1600" height="150" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjRSkSZ0Y5giEz6Ig7qOvtuv7817sisZ_KXXjmf5aoXSnAbIyEu4YoAty4HFB-9iUDWSZeMES0pkcO972Ht2xFpNs2JLMWAyYwyQDCuFm7S55ZB60nJAmndsyBVPHqJIqewHeTyGMhdFJk/s200/IMG_olivicoltura_organica_gruppo.jpg" width="200" /></a></div>
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<br />
<br />
<i>Luca Mazur</i></div>
<div style="text-align: left;">
<br /></div>
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<a href="https://www.maninellaterra.org/p/corso-di-potatura-olivo.html" target="_blank">Corso di Potatura Organica e Rigenerativa dell'Olivo, 21-23 Febbraio 2020</a></div>
<div style="text-align: left;">
Agriturismo il Poggio dell'Artilla, Castiglione in Teverina (VT)</div>
<br />
<br />
<table align="center" border="1" bordercolor="white" cellpadding="5" style="text-align: center;"><tbody>
<tr><td colspan="5"><br />
<br />
un po' di bibliografia<br />
<br /></td></tr>
<tr><td class="tr-caption"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://www.macrolibrarsi.it/libri/__agricoltura-organica-e-rigenerativa-libro.php?pn=3173" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;" target="_blank" title="Agricoltura Organica e Rigenerativa"><img alt="Agricoltura Organica e Rigenerativa" height="160" src="https://www.macrolibrarsi.it/data/cop/_big/a/agricoltura-organica-e-rigenerativa-160783.jpg" style="border: 0px none; vertical-align: top;" width="122" /></a></div>
<a class="autore" href="https://www.macrolibrarsi.it/autori/_matteo-mancini.php?pn=3173" target="_blank" title="Matteo Mancini">Matteo Mancini</a><br />
<a href="https://www.macrolibrarsi.it/libri/__agricoltura-organica-e-rigenerativa-libro.php?pn=3173" style="font-weight: bold;" target="_blank" title="Agricoltura Organica e Rigenerativa">Agricoltura Organica</a><b> </b><b> </b><br />
<b><a href="https://www.macrolibrarsi.it/libri/__agricoltura-organica-e-rigenerativa-libro.php?pn=3173" target="_blank">e Rigenerativa</a></b> <br />
<img alt="Voto medio su 4 recensioni: Da non perdere" src="https://www.macrolibrarsi.org/img/rating_5.gif" /><br />
<a href="https://www.macrolibrarsi.it/libri/__agricoltura-organica-e-rigenerativa-libro.php?pn=3173" style="font-size: medium;" target="_blank" title="Manifesto per la Terra e per l'uomo"><img src="https://www.macrolibrarsi.org/img/carrello.gif" style="border: 0px none;" /></a></td> <td class="tr-caption"><div align="center" style="margin-bottom: 0px;">
<div style="width: 140px;">
<a href="https://www.macrolibrarsi.it/libri/__l-abc-dell-agricoltura-organica-e-rigenerativa-libro.php?pn=3173" target="_blank" title="L'ABC dell'Agricoltura Organica e Rigenerativa"><img alt="L'ABC dell'Agricoltura Organica e Rigenerativa" height="160" src="https://www.macrolibrarsi.it/data/cop/_big/l/l-abc-dell-agricoltura-organica-e-rigenerativa-133810.jpg" style="border: 0; vertical-align: top;" width="122" /></a></div>
<div>
<a class="autore" href="https://www.macrolibrarsi.it/autori/_jairo-restrepo-rivera.php?pn=3173" target="_blank" title="Jairo Restrepo Rivera">Jairo Restrepo Rivera</a></div>
<div>
<a href="https://www.macrolibrarsi.it/libri/__l-abc-dell-agricoltura-organica-e-rigenerativa-libro.php?pn=3173" style="font-weight: bold;" target="_blank" title="L'ABC dell'Agricoltura Organica e Rigenerativa">L'ABC dell'Agricoltura</a><b> </b><br />
<a href="https://www.macrolibrarsi.it/libri/__l-abc-dell-agricoltura-organica-e-rigenerativa-libro.php?pn=3173" target="_blank"><b>Organica e Rigenerativa</b></a></div>
<div>
Manuale Pratico</div>
<div>
<a href="https://www.macrolibrarsi.it/libri/__l-abc-dell-agricoltura-organica-e-rigenerativa-libro.php?pn=3173" title="L'ABC dell'Agricoltura Organica e Rigenerativa"><img src="https://www.macrolibrarsi.it/img/carrello.gif" style="border: 0;" /></a></div>
</div>
</td> <td class="tr-caption"><div align="center" style="margin-bottom: 0px;">
<div style="width: 140px;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://www.macrolibrarsi.it/libri/__l-olivo-a-vaso-policonico.php?pn=3173" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;" target="_blank" title="L'Olivo a Vaso Policonico"><img alt="L'Olivo a Vaso Policonico" height="160" src="https://www.macrolibrarsi.it/data/cop/_big/l/l-olivo-a-vaso-policonico-172963-2.jpg" style="border: 0px none; vertical-align: top;" width="122" /></a></div>
</div>
<a class="autore" href="https://www.macrolibrarsi.it/autori/_giorgio-pannelli.php?pn=3173" target="_blank" title="Giorgio Pannelli">G. Pannelli</a>, <a class="autore" href="https://www.macrolibrarsi.it/autori/_barbara-alfei.php?pn=3173" target="_blank" title="Barbara Alfei">B. Alfei</a><br />
<a href="https://www.macrolibrarsi.it/libri/__l-olivo-a-vaso-policonico.php?pn=3173" style="font-weight: bold;" target="_blank" title="L'Olivo a Vaso Policonico">L'Olivo a Vaso Policonico</a><br />
Terroir e sostenibilità<br />
<br />
<a href="https://www.macrolibrarsi.it/libri/__l-olivo-a-vaso-policonico.php?pn=3173" target="_blank" title="Manuale di Campo"><img src="https://www.macrolibrarsi.it/img/carrello.gif" style="border: 0px none;" /></a></div>
</td></tr>
</tbody> </table>
Mani nella Terrahttp://www.blogger.com/profile/11250275317462651774noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7169839961521557072.post-72009520618024007212016-05-24T19:56:00.004+02:002021-06-13T07:35:43.007+02:00L'amore ai tempi delle lucciole<span style="font-size: x-small;">Nota personale - Recentemente un'anima grande,
bella e splendente ha preso il volo. Insieme abbiamo spesso ammirato le
lucciole, stringendoci poi in un abbraccio d'amore. La foto pubblicata è
sua, una <i>personale </i>delle migliaia che con lui hanno fatto il giro del
mondo. E continuano a farlo, mentre io continuo ad ammirare, in queste sere di maggio, la scia
luminosa delle lucciole, ricordando. Sebbene trovi conforto nella scrittura, non sono ancora riuscita a trovare parole, pertanto pubblico questo articolo che vede protagoniste proprio le lucciole e... l'amore. Per te Antonio, grazie per tutto l'immenso che sei stato e per tutto quello che ci hai insegnato e donato.</span><br />
<br />
L'ecosistema è l'insieme delle relazioni intercorrenti tra le specie e tra queste e l'ambiente. Da milioni di anni gli esseri viventi interagiscono e comunicano tra di loro creando una rete intricata di voci che corrono veloci in ogni luogo dove risiede la natura. Uno dei "linguaggi" più usati è il colore: il sapore gradevole e zuccherino dei frutti viene raccontato dalle tonalità accese della buccia. Gli uccelli, che conoscono bene gli idiomi degli ecosistemi, interpretano il messaggio nutrendosi dei frutti e trasportando i semi lontano dalla pianta madre.<br />
I colori splendidi assumono tutt'altro significato nelle farfalle: esse avvertono i potenziali predatori del veleno con cui le perle dell'aria infarciscono il loro corpo.<br />
La profusione di tinte splendenti sta dicendo: "attenzione! pericolo di mal di pancia!". E poi ci sono quelli tenui che si confondono con l'ambiente e che hanno la funzione di nascondere l'animale dai suoi nemici. Anche gli odori veicolano dei significati: il delicato profumo dei fiori annuncia alle api e agli altri insetti impollinatori la presenza del dolce nettare nelle corolle. E poi ci sono i movimenti del corpo: le zanzare, per esempio, esprimono il loro amore scatenandosi in un ballo vorticoso. Osservatele in giardino: quando un gruppetto di zanzare vola disegnando nell'aria un vortice turbolento potete stare certi che lì a poco tante piccolo larve sgusceranno da migliaia di uova.<br />
Tra i numerosissimi linguaggi ne esiste uno particolarmente bello e romantico ed è quello usato da un gruppo di insetti che, proprio in questo periodo, illumina d'immenso i prati e i boschi della nostra Italia. Sono le lucciole, piccoli coleotteri dalle particolari caratteristiche.<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEifCj8kLBiR_Scg3Vpm1tx0CpGcyZiqlxRk8IQncOeux86oMm5xqO5vBH_kHq82q7RnQHISKByJlFlT9_4pxV_K5GfD_xWYSdcRDFGbPbbG8bpmxT-R39vhEd7A1uWudu-sjOoiyJ0L-uw/s1600/lucciole-sestri-antonio_zambardino.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="424" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEifCj8kLBiR_Scg3Vpm1tx0CpGcyZiqlxRk8IQncOeux86oMm5xqO5vBH_kHq82q7RnQHISKByJlFlT9_4pxV_K5GfD_xWYSdcRDFGbPbbG8bpmxT-R39vhEd7A1uWudu-sjOoiyJ0L-uw/s640/lucciole-sestri-antonio_zambardino.jpg" width="640" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">photo ©<a href="http://www.antoniozambardino.com/" target="_blank">Antonio Zambardino</a>, maggio 2012 Sestri Levante</td></tr>
</tbody></table>
Osserviamo la loro vita attraverso la lente d'ingrandimento del biologo: gli individui che volano disegnando le scie colorate nell'aria sono i maschi innamorati in cerca di una femmina. Le femmine non hanno le ali e vengono dette neoteniche in quanto non assumono mai le sembianze di un adulto. Non sviluppano mai le ali e, invece di volare, camminano per i prati. La loro forma è vermiforme e sono lunghe circa 20mm. Quando sopraggiunge il crepuscolo e sulla terra scendono le tenebre, le lucciole femmine decidono che è giunta l'ora dell'amore. Si arrampicano sopra un filo d'erba e iniziano a emettere il famoso flebile luccichio intermittente.<br />
Al pari delle loro compagne, anche i maschi manifestano la loro dolce emozione accendendo la parte distale dell'amore con una luce intermittente. E quando il "lucciolo", sorvolando un prato, intravede su un filo d'erba una luce con la medesima pulsazione, allora il gioco è fatto, l'alchimia dell'amore sarà nuovamente comparsa su questa terra e il mistero della vita verrà tramandato. Il maschio ha infatti riconosciuto, grazie alla particolare intermittenza della luce, una femmina della medesima specie, è sceso e dopo alcuni giorni dalle esternazioni amorose, la femmina deporrà numerose uova da cui sgusceranno tante piccole larve affamate.<br />
Questa progenie non si comporterà da figlie dell'amore e non manifesterà alcun sentimento poetico: le larve delle lucciole sono infatti dei voracissimi predatori di lumache e chiocciole che attaccano in gruppo sbranandone diversi esemplari.<br />
Ed è per questo motivo che le lucciole sono molto abbondanti nei luoghi ricchi di calcare, la sostanza essenziale per l'edificazione della casetta dei molluschi (la chiocciola). Dove ci sono le prede ci sono anche i predatori ed ecco spiegato il ricco sfarfallio luminoso sopra i prati ricchi di calcare (ma comunque non solo). Dopo essersi satollate di molluschi e dopo essere diventate adulte, le lucciole cambiano dieta e alla carne preferiscono il dolce: nell'ultima fase della loro vita esse si nutrono di zuccheri che trovano principalmente nei fiori.<br />
Anche se per noi le lucciole brillano tantissimo, in realtà la loro emissione luminosa è alquanto flebile: la lunghezza d'onda della loro luce corrisponde ai 5000-6000 Angstrom, cui l'occhio umano - e quello degli insetti - è sensibilissimo. Grazie a questo espediente, le lucciole risparmiano energia e non scaldano troppo il loro corpo. Ed è questo il motivo per cui le lucciole hanno creato il sistema biologico più efficiente sulla Terra. Il processo chimico che avviene per produrre la luce infatti dissipa solo il 2% di calore. Il 98% dell'energia viene effettivamente convertita in luce. In una normale lampadina a incandescenza circa il 90% dell'energia utilizzata viene dissipata in calore e solo il 10% diventa effettivamente luce.<br />
È questa grande efficienza che permette alla lucciola di non bruciarsi durante la ricerca del partner. Una grande efficienza per un grande messaggio.<br />
<br />Mani nella Terrahttp://www.blogger.com/profile/11250275317462651774noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7169839961521557072.post-26171390531456658532016-03-21T19:31:00.000+01:002021-06-13T07:35:48.389+02:00Equinozio di primavera<span style="font-size: x-small;">Giornate in campagna, scandite dal tempo delle
stagioni; bellezza della natura e della vita e del legame profondo che
unisce tutti gli esseri viventi. Tutto questo si legge nelle parole di </span><a href="http://www.macrolibrarsi.it/autori/_etain-addey.php?pn=3173" style="font-size: small;" target="_blank">Etain Addey</a><span style="font-size: x-small;"> e noi le condividiamo, mese per mese.</span><br />
<br />
Quando, venticinque anni fa, decisi di lasciare Roma e di trasferirmi in un casale umbro appena abitabile con un terreno scosceso e incolto attorno, avevo delle fortissime intuizioni a proposito di quel che mi accingevo a fare, ma i contorni della visione erano poco nitidi.<br />
In ogni migrazione, come ci spiega la sociologia, ci sono fattori che spingono e fattori che attirano: motivi per andare vie e motivi per prendere una certa direzione specifica. Vi vorrei raccontare due dei tanti episodi della mia vita lavorativa nella metropoli che hanno rappresentato per me il principale fattore di spinta.<br />
Lavoravo, allora, per una grossa azienda farmaceutica multinazionale, dove facevo la segretaria del direttore. La casa madre dell’azienda era in Olanda e tutta la corrispondenza con l’estero si svolgeva in inglese. Quindi, i dirigenti dei vari reparti mandavano i loro messaggi per l’Olanda in italiano a me, io li traducevo e li trasmettevo. Un giorno scese nel mio ufficio il dirigente che si occupava dei rapporti con il Ministero della Sanità che mi diede un messaggio che recitava più o meno così: “Il Ministero insiste per avere nel foglio illustrativo un avvertimento contro l’uso del nostro farmaco X durante la gravidanza. Come possiamo evitare questo?”.<br />
“Quando arriva la risposta, mi chiami!” disse il dirigente.<br />
Io rimasi sola e pensai: insomma, quanto ai neonati deformi che potrebbero nascere dalle mamme che assumeranno questo farmaco, di chi è la responsabilità? Evidentemente del Ministero, ma in seguito abbiamo visto che alti funzionari di quel Ministero intascavano i miliardi passati dalle ditte farmaceutiche per nasconderli nel divano! Intanto, nessuno all’interno dell’industria farmaceutica operava con senso etico, almeno non nel proprio lavoro, le uniche considerazioni erano quelle fatte in nome del profitto. Io avevo quel piccolo margine di libertà che la traduzione da una lingua all’altra offre, e quindi lo usai per tradurre il messaggio in modo tale da dare la sensazione al destinatario olandese che c’era poco da discutere con il Ministero, che tanto valeva rassegnarsi a quell’avvertenza. Ci misi cinque minuti in più per formularlo.<br />
Arrivò la risposta che speravo: “Pazienza, inserite l’avvertenza”. Per me fu una piccola vittoria, ma io non ero pagata certo per fare quello che avevo fatto, e questi episodi erano all’ordine del giorno!<br />
Seconda scena: erano le cinque già passate e quasi tutti i 300 dipendenti della ditta erano ormai usciti per andare a casa. Suonò il mio telefono, in linea c’era un medico di un grande ospedale di Milano. “Signorina, qui abbiamo un bambino di due anni in coma. Ha preso un vostro prodotto Y, mi passi immediatamente qualcuno che mi possa dire qual è l’antidoto.” “Subito –risposi io- ma mi si gelò il cuore perché sapevo che a quell’ora il nostro medico sarebbe stato di certo bloccato in mezzo al traffico sulla via Cassia. Erano tempi ‘pre-cellulari’. Difatti, il medico non c’era e io passai la telefonata al direttore e cominciai a telefonare a destra e a sinistra alla disperata ricerca di una risposta. La donna che lavorava con me, Pamela, si mise anche lei al telefono e entrambe avevamo chiara in testa l’immagine di una piccola figura immobile sotto le mani dei medici e due genitori piangenti e terrorizzati fuori dalla porta bianca di un Pronto Soccorso milanese. Passavano minuti preziosi e il direttore, lui che era così bravo a fare discorsi ai convegni sul bene che offriva l’industria farmaceutica all’umanità sofferente, corse al secondo piano con la faccia bianca e spaventata a cercare aiuto presso i responsabili del reparto Ricerca. Finalmente riuscii a trovare un medico della nostra azienda sorella in Germania e passai la telefonata al direttore che era ancora al secondo piano. Pamela ed io rimanemmo sedute alle nostre scrivanie, aspettando notizie, incapaci di andare a casa senza sapere cosa sarebbe successo. Dopo cinque minuti, ecco fare la sua comparsa il direttore con il suo pesante passo autoritario, ma con un’espressione di grande sollievo, un sorriso largo. Senza dire una parola, prese la sua borsa e ci salutò. “Allora avete trovato l’antidoto, meno male” disse Pamela. “No –rispose il direttore-, non è un nostro prodotto!” e partì.<br />
Era salva la reputazione commerciale della sua azienda! Io e Pamela rimanemmo paralizzate e senza parole a guardarci in faccia, immaginando le telefonate disperate che in quel momento, dopo una buona mezz’ora di tempo perso, stava facendo qualche altra segretaria di un’azienda rivale, e il respiro del bambino che si faceva sempre più affannoso su quel lettino del Pronto Soccorso.<br />
No! Io non volevo più prestare il mio cervello, per quel poco che poteva valere, a questo Mercato senza anima. I Buddisti hanno un concetto di “giusto sostentamento”, un modo per guadagnarsi la vita che non nuoce agli altri, ma questa idea sembra non far parte della mappa mentale occidentale. Io qualche volta parlavo con il direttore, con il capo delle Ricerche o con il capo del reparto Pubblicità di questi problemi etici, ma la risposta era sempre la stessa: “Io faccio il mio lavoro!”<br />
Il disgusto per questa mancanza di senso di responsabilità era un fattore di spinta forte nella mia migrazione. Non si può “uscire dal sistema”, ma certo si può smettere di collaborarvi così strettamente.<br />
Ma quale fu invece la visione che mi attirò in campagna?<br />
Mi sembrava che alle mie mani mancasse, quasi come al viso può mancare dolorosamente una carezza, quello scorrere sulle palme di erba, d’acqua, di grano, di lenticchie, e di quelle mille altre forme di materia da toccare, mi mancava la presenza degli altri animali, di sguardi amichevoli di altre specie, il tocco di altri corpi non umani, avevo il sentimento che la solitudine umana non è la condizione naturale per noi, sentivo che ci siamo allontanati dal mondo reale, che è quello naturale. E tutto questo lo sentivo in una maniera insieme fortissima e poco chiara.<br />
Non sapevo niente di vita in campagna, ma mi sono detta che i mestieri per la sopravvivenza umana non possono essere estranei ad un essere umano! Si impareranno, si troverà chi spiega, chi apre la porta ad una persona che torna alla terra con l’amnesia di tre o quattro generazioni di vuoto. La mia terra, quando i miei antenati erano contadini, era lo Yorkshire, e difatti sono venuta in Umbria perché qui il paesaggio e la vegetazione mi ricordavano un po’ il clima e il paesaggio e la vegetazione di quei posti.<br />
E fui accolta da molti bravi insegnanti, contadini generosi e delicati nel loro insegnare, che cercavano di non fare pesare la mia ignoranza. “Oggi noialtri piantiamo le fave!” urlavano Rosa e Antonio dal loro campo, ed era per dire: “È ora di piantare le fave, lo sai!”.<br />
Ieri un mio amico, Felice, anche lui contadino di ritorno, cercava di spiegare quello che succede quando si torna a fare il contadino alla vecchia maniera. “Nonostante tutte le difficoltà, e sono tante, quell’intuizione che avevo sul fatto che mi mancava qualcosa di molto importante era giusta. La vita qui, in mezzo ai monti, circondati da alberi e dai rumori della vita selvatica, mi dà molto, molto più di quello che potevo immaginare prima, o di quello che posso esprimere.”.<br />
È difficile non sembrare un romantico quando si cerca di spiegare com’è questo ritornare a casa, e certo che potrei elencare esperienze assolutamente non romantiche: il terremoto, l’acqua che ti piove dentro casa, il vicino ubriaco che sfonda il cancello, il cercare animali dispersi di notte nella neve, la mancanza di soldi per fare quelle cose che si facevano spensieratamente in città, ma tutto questo è niente in confronto al fatto fondamentale di sentirsi un essere umano intero, capace di provvedere in tutto e per tutto a sé stesso e, soprattutto, in confronto alla misteriosa scoperta di essere accolta e contenuta dal e nel mondo selvatico come una parte integrante di esso.<br />
Ed è questo la gioia inesprimibile che conosciamo noi che consapevolmente viviamo nel mondo selvatico.<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEis_JYiBR-ERWqhthqMb9SCLJ4KYcBP15lv73xCkodfE3n111_3NlRQjuhoUZ9vTtUNQmQL0CAcuuR7zduEYqH9__6C6bzhYA2Fd35C1xyEXxKySkEVZWZBhmHauPJ7bTutyB3NB8Lg-Bw/s1600/Elena+Shumilova-stock-photo-110072643.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="508" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEis_JYiBR-ERWqhthqMb9SCLJ4KYcBP15lv73xCkodfE3n111_3NlRQjuhoUZ9vTtUNQmQL0CAcuuR7zduEYqH9__6C6bzhYA2Fd35C1xyEXxKySkEVZWZBhmHauPJ7bTutyB3NB8Lg-Bw/s640/Elena+Shumilova-stock-photo-110072643.jpg" width="640" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">buona primavera!</td></tr>
</tbody></table>
Mani nella Terrahttp://www.blogger.com/profile/11250275317462651774noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7169839961521557072.post-43080708260405435482016-02-21T19:32:00.000+01:002021-06-13T07:59:52.938+02:00Agricoltura Naturale: parliamo di Biodinamica<div style="text-align: center;">
<i>...osservando alla maniera di Johann Wolfgang Goethe, significa sperimentare un pensare diverso, mobile, artistico. </i></div>
<div style="text-align: center;">
<i>L’agricoltura biodinamica non è quindi una metodica ma un metodo, un percorso che [...] porta l’agricoltore </i></div>
<div style="text-align: center;">
<i>ad essere creatore di un organismo aziendale denso di vita e diffusore di prodotti sani e di vitalità.</i></div>
<div style="text-align: center;">
<i> </i>- agricolturabiodinamica.it<i> </i></div>
<br />
<br />
<span style="font-size: x-small;">NOTA INTRODUTTIVA. Poiché sulla <a href="https://www.facebook.com/dove.splende.il.Sole" target="_blank">nostra pagina facebook</a> nei primi giorni di inizio mese pubblichiamo il <a href="https://www.facebook.com/dove.splende.il.Sole/photos/a.293039874113967.71317.102969186454371/994607657290515/" target="_blank">calendario biodinamico</a>, un lettore mi ha inviato alcuni articoli che prendono di mira tale metodo agricolo. Non mi interessa giudicare o commentare, perché mi è chiaro che questi autori, talvolta giornalisti, talvolta appassionati, talvolta scienziati, ignorino cosa sia l'agricoltura biodinamica. Eh si, non basta leggere e citare Steiner, bisogna approfondire. L'agricoltura biodinamica nasce dalla visione goethiana del mondo e della natura per svilupparsi nel metodo scientifico-spirituale iniziato da Rudolf Steiner. Dunque: la biodinamica è una visione del mondo in relazione al cosmo e ai suoi effetti sulla crescita delle piante, è osservazione e conoscenza scientifica della terra e dei suoi elementi e degli effetti dei minerali sul mondo vivente, è la possibilità di creare e sviluppare un "Io" dell'azienda agricola, è la percezione di "esseri" che cooperano con le forze terrestri... e tutto </span><span style="font-size: x-small;"><span style="font-size: x-small;">questo </span>- che personalmente mi affascina - non può essere spiegato né criticato in poche righe. È nostra responsabilità in quanto esseri umani adulti e sviluppati avere coscienza di ciò che stiamo dicendo/facendo, è nostra responsabilità ricercare, approfondire, domandarci. </span><br />
<span style="font-size: x-small;">Come sempre la nostra intenzione è stimolarvi :-) </span><br />
<a name='more'></a><br />
Seppure meno diffusa dell'agricoltura biologica, la biodinamica vanta in Italia una lunga tradizione. Sul nostro territorio sono oltre 500 le aziende agricole che praticano questo metodo, portato da Rudolf Steiner agli inizi del secolo scorso come alternativa all'industrializzazione dell'agricoltura. Con una sorprendente lungimiranza, Steiner previde i guasti che l'uso massiccio di concimi e pesticidi chimici, pratiche e tecniche intensive avrebbero arrecato all'ambiente, alla salute e allo sviluppo dell'uomo. Dalla storica presentazione delle otto conferenze del 1924, note come il <a href="http://www.macrolibrarsi.it/libri/__impulsi-scientifico-spirituali-per-il-progresso-dell-agricoltura-steiner-rudolf-libro.php?pn=3173" target="_blank">"Corso agli agricoltori"</a>, numerosi eredi con la pratica in campo e le osservazioni in laboratorio hanno contribuito a definire quello che oggi prende il nome di metodo agricolo biodinamico. Tra i tanti pionieri, una citazione particolare merita l'australiano Alex Podolinsky - e ti invitiamo a prenderti il tempo per guardare le sue conferenze (<a href="https://www.youtube.com/playlist?list=PLgUVotyOuzrD7mwlj-P15eDC3tZCfXH2P" target="_blank">QUI la playlist</a>) - al quale è inspirato il <a href="http://www.macrolibrarsi.it/libri/__manuale-pratico-di-agricoltura-biodinamica.php?pn=3173" target="_blank">Manuale di agricoltura biodinamica</a>, scritto da <a href="http://www.macrolibrarsi.it/autori/_pierre-masson.php?pn=3173" target="_blank">Pierre Masson</a>. Masson è un tecnico francese che da oltre venticinque anni pratica e insegna l'agricoltura biodinamica in diversi paesi europei. Per introdurvi a questo metodo condividiamo l'intervista svolta da terranuova in occasione dell'uscita del manuale (2011).<br />
<br />
<span style="color: #38761d;"><b>Pierre, come sei arrivato alla biodinamica?</b></span><br />
Ho iniziato la mia attività come agricoltore convenzionale. Poi, 22 anni fa, ho scoperto l'agricoltura biodinamica. Le cose che mi hanno convinto a metterla in pratica sono state l'economicità, la maggiore autonomia dall'industria dei concimi e dei fitofarmaci, la straordinaria scoperta che oggi agricoltore può prodursi da sé concimi e preparati, e infine l'attenzione che la biodinamica rivolge ai cicli naturali. Mi piace ricordare che Rudolf Steiner e il suo collaboratore <a href="http://www.macrolibrarsi.it/autori/_ehrenfried-pfeiffer.php?pn=3173" target="_blank">Ehrenfried Pfeiffer</a> hanno ideato la biodinamica perché diventasse l'agricoltura del futuro.<br />
<br />
<span style="color: #38761d;"><b>L'agricoltura biodinamica è arrivata in Italia molto prima dell'agricoltura biologica, eppure quest'ultima oggi è molto più diffusa. Quali sono secondo lei le ragioni di questo ritardo?</b></span><br />
La biodinamica è fortemente caratterizzata da una visione spirituale, difficile da comprendere per la maggior parte delle persone. Oggi si è affermata una visione materialistica, gli agricoltori cercano risposte veloci ed efficaci, non cercano un "metodo" ma una tecnica facile da applicare dai risultati immediati. La biodinamica si può definire una scelta di vita, e nella maggior parte dei casi l'agricoltore, oltre a lavorare nei campi, lavora anche con se stesso. Richiede un'osservazione attiva, una capacità d'intuizione e d'azione. Spesso mi domando se questo metodo sia generalizzabile, perché richiede un maggior impegno sul piano umano e spirituale rispetto ad altri metodi, come quello biologico.<br />
<br />
<span style="color: #38761d;"><b>Quali sono gli aspetti fondamentali e caratterizzanti del metodo biodinamico?</b></span><br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhv8nt3W92hAaKx9ZavevV5yCFGc9TkD2OVenQpljLxSFPXy7b5WEU-j9azA-18ClwxdB2gW3He-obLSUQrJJsmJ-jCoXW2sP-WFyZATuuRMQJOEmlgq2D5pTv14FivknLZclI8_GnqHQQ/s1600/U.B.+8+NOVEMBRE+MONTEGIOVE+117-mod.png" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" onmouseout="this.width=320;this.height=184;" onmouseover="this.width=640;this.height=370;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhv8nt3W92hAaKx9ZavevV5yCFGc9TkD2OVenQpljLxSFPXy7b5WEU-j9azA-18ClwxdB2gW3He-obLSUQrJJsmJ-jCoXW2sP-WFyZATuuRMQJOEmlgq2D5pTv14FivknLZclI8_GnqHQQ/s1600/U.B.+8+NOVEMBRE+MONTEGIOVE+117-mod.png" style="cursor: -moz-zoom-in;" title="preparato biodinamico 500" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">preparato biodinamico 500 su carciofaia</td></tr>
</tbody></table>
Innanzitutto va detto che negli ultimi trent'anni l'agricoltura biologica ha integrato molte delle soluzioni tipiche della biodinamica. In ogni caso, le due idee che più caratterizzano la biodinamica sono l'idea dell'organismo agricolo individuale e l'uso dei <a href="http://www.macrolibrarsi.it/libri/__guida_allestimento_dei_preparati_biodinamici_da_cumulo_e_da_spruzzo.php?pn=3173" target="_blank">preparati biodinamici</a>.<br />
<br />
<span style="color: #38761d;"><b>Può spiegare meglio di cosa si tratta?</b></span><br />
Le relazioni tra piante, uomini e animali esistono dalla notte dei tempi e questa è la natura, non l'agricoltura! Rudolf Steiner ha cercato di capire il significato profondo di questi legami e il loro funzionamento: questo è quello che noi in biodinamica chiamiamo "lo sguardo agricolo". L'idea dell'organismo agricolo individuale nasce dalla necessità dell'uomo antroposofico di "tenere le cose in mano", di sentirsi al centro dei legami che uniscono tra loro tutti gli esseri viventi.<br />
I <a href="http://www.macrolibrarsi.it/libri/__guida_allestimento_dei_preparati_biodinamici_da_cumulo_e_da_spruzzo.php?pn=3173" target="_blank">preparati biodinamici</a> riguardano invece un aspetto di metamorfosi difficile da spiegare, che ha a che fare con la trasformazione della sostanza organica e della luce in composti utili per la crescita delle piante. È un aspetto di difficile comprensione per l'agricoltore di oggi, perché o siamo troppo in ritardo e non riusciamo ad afferrare pienamente questa a 360 gradi, o siamo troppo in anticipo e non riusciamo a fare riferimento ai saperi alchemici e alle tradizioni sapienziali del passato.<br />
<span style="color: #38761d;"><b><br />
</b></span> <span style="color: #38761d;"><b>Alla luce di quello che ha appena detto, perché un consumatore dovrebbe preferire un alimento biodinamico rispetto a quello proveniente dall'agricoltura biologica o convenzionale?</b></span><br />
Dalle prove realizzate in diverse università europee, è stato dimostrato che i prodotti biodinamici, che si tratti di carote, vino o cotone, sono più vitali e presentano un potere terapeutico maggiore. Stiamo parlando di una qualità nutrizionale e biologica superiore, che può essere quantificata come maggiore contenuto di vitamine, antiossidanti, sali minerali e altri principi nutritivi. Ecco perché è importante che i consumatori si impegnino a sostenere gli agricoltori biodinamici: solo così si dà la possibilità a chi segue il metodo biodinamico di riprodurre questo cibo per gli anni a venire. In teoria la certificazione di un prodotto biodinamico dovrebbe premiare la collocazione dei prodotti sui mercati locali, il rispetto di buone condizioni per i lavoratori e il giusto prezzo di vendita. Il marchio di certificazione <i>Demeter</i> è nato per rispondere a queste esigenze, anche se non è sempre facile rispettarle quando ci si misura con i problemi concreti della produzione e della vendita.<br />
<br />
<span style="color: #38761d;"><b>Come è nata l'idea di scrivere questo <a href="http://www.macrolibrarsi.it/libri/__manuale-pratico-di-agricoltura-biodinamica.php?pn=3173" target="_blank">manuale</a>?</b></span><br />
Da tempo ho fatto della divulgazione dell'agricoltura biodinamica lo scopo della mia vita. Più precisamente sono impegnato a rendere il metodo biodinamico più comprensibile e praticabile per tutti. Per questo motivo nel <a href="http://www.macrolibrarsi.it/libri/__manuale-pratico-di-agricoltura-biodinamica.php?pn=3173" target="_blank">mio libro</a> ho dato molto spazio agli aspetti pratici: come preparare e utilizzare i preparati,; i fondamenti agronomici da seguire; l'importanza dell'unicità di ogni azienda; l'aspetto sociale della collaborazione tra gli agricoltori. La ricerca di un equilibrio e di un legame profondo con il luogo in cui si opera passa attraverso il rispetto delle tante piccole operazioni colturali, che devono essere svolte in modo corretto e consapevole.<br />
<br />
<span style="color: #38761d;"><b>Come si distingue il panorama biodinamico italiano da quello degli altri paesi europei?</b></span><br />
Nelle mie ormai numerose visite, sento che in Italia esiste una sorta di genialità legata al passato, alla ricchezza della vostra lingua. C'è una grande capacità di mobilitarsi: la grande evoluzione dell'agricoltura biodinamica in Italia negli ultimi anni testimonia proprio questo.<br />
<br />
<br />
<br />
<table align="center" border="1" bordercolor="green" cellpadding="5" style="text-align: center;"><tbody>
<tr> <td colspan="5"><div style="text-align: center;">
letture di approfondimento consigliate, ne trovi altre nella bibliografia!<br />
e se scegli di acquistare<b> verifica le promozioni e segui le indicazioni alla pagina </b><br />
<a href="http://www.maninellaterra.org/p/mani-che-si-porgono.html" target="_blank">www.maninellaterra.org/p/mani-che-si-porgono.html</a></div>
</td></tr>
<tr> <td class="tr-caption"><a href="http://www.macrolibrarsi.it/libri/__impulsi-scientifico-spirituali-per-il-progresso-dell-agricoltura-steiner-rudolf-libro.php?pn=3173" target="_blank" title="Impulsi Scientifico Spirituali per il Progresso dell'Agricoltura "><img alt="Impulsi Scientifico Spirituali per il Progresso dell'Agricoltura " src="http://www.macrolibrarsi.org/proxy/data/cop/_big/i/impulsi-scientifico-spirituali-per-il-progresso-dell-agricoltura-libro-77593.jpg" height="160" style="border: 0; vertical-align: top;" width="122" /></a><br />
<a class="autore" href="http://www.macrolibrarsi.it/autori/_rudolf_steiner.php?pn=3173" target="_blank" title="Rudolf Steiner">Rudolf Steiner</a><br />
<a href="http://www.macrolibrarsi.it/libri/__impulsi-scientifico-spirituali-per-il-progresso-dell-agricoltura-steiner-rudolf-libro.php?pn=3173" style="font-weight: bold;" target="_blank" title="Impulsi Scientifico Spirituali per il Progresso dell'Agricoltura ">Impulsi Scientifico Spirituali per il Progresso dell'Agricoltura</a><br />
<a href="http://www.macrolibrarsi.it/libri/__impulsi-scientifico-spirituali-per-il-progresso-dell-agricoltura-steiner-rudolf-libro.php?pn=3173" title="Impulsi Scientifico Spirituali per il Progresso dell'Agricoltura "><img src="http://www.macrolibrarsi.org/img/carrello.gif" style="border: 0;" /></a></td> <td class="tr-caption"><a href="http://www.macrolibrarsi.it/libri/__la-fertilita-della-terra.php?pn=3173" target="_blank" title="La Fertilità della Terra"><img alt="La Fertilità della Terra" src="http://www.macrolibrarsi.org/proxy/data/cop/_big/l/la-fertilita-della-terra_35820.jpg" height="160" style="border: 0; vertical-align: top;" width="122" /></a><br />
<a class="autore" href="http://www.macrolibrarsi.it/autori/_ehrenfried-pfeiffer.php?pn=3173" target="_blank" title="Ehrenfried E. Pfeiffer">Ehrenfried E. Pfeiffer</a><br />
<a href="http://www.macrolibrarsi.it/libri/__la-fertilita-della-terra.php?pn=3173" style="font-weight: bold;" target="_blank" title="La Fertilità della Terra">La Fertilità della Terra</a><br />
<a href="http://www.macrolibrarsi.it/edizioni/_antroposofica.php?pn=3173" target="_blank" title="Antroposofica Editrice">Antroposofica Editrice</a><br />
<a href="http://www.macrolibrarsi.it/libri/__la-fertilita-della-terra.php?pn=3173" title="La Fertilità della Terra"><img src="http://www.macrolibrarsi.org/img/carrello.gif" style="border: 0;" /></a></td> <td class="tr-caption"><a href="http://www.macrolibrarsi.it/libri/__l-individualita-agricola-immagine-dell-uomo.php?pn=3173" target="_blank" title="L'individualità Agricola, Immagine dell'Uomo"><img alt="L'individualità Agricola, Immagine dell'Uomo" src="http://www.macrolibrarsi.org/proxy/data/cop/_big/l/l-individualita-agricola-immagine-dell-uomo_42114.jpg" height="160" style="border: 0; vertical-align: top;" width="122" /></a><br />
<a class="autore" href="http://www.macrolibrarsi.it/autori/_martin-w-pfeiffer.php?pn=3173" target="_blank" title="Martin W. Pfeiffer">Martin W. Pfeiffer</a><br />
<a href="http://www.macrolibrarsi.it/libri/__l-individualita-agricola-immagine-dell-uomo.php?pn=3173" style="font-weight: bold;" target="_blank" title="L'individualità Agricola, Immagine dell'Uomo">L'individualità Agricola, Immagine dell'Uomo</a><br />
<a href="http://www.macrolibrarsi.it/edizioni/_antroposofica.php?pn=3173" target="_blank" title="Antroposofica Editrice">Antroposofica Editrice</a><br />
<a href="http://www.macrolibrarsi.it/libri/__l-individualita-agricola-immagine-dell-uomo.php?pn=3173" title="L'individualità Agricola, Immagine dell'Uomo"><img src="http://www.macrolibrarsi.org/img/carrello.gif" style="border: 0;" /></a></td> <td class="tr-caption"><a href="http://www.macrolibrarsi.it/libri/__il-linguaggio-delle-forme-vegetali.php?pn=3173" target="_blank" title="Il Linguaggio delle Forme Vegetali"><img alt="Il Linguaggio delle Forme Vegetali" src="http://www.macrolibrarsi.org/proxy/data/cop/_big/i/il-linguaggio-delle-forme-vegetali_31982.jpg" height="160" style="border: 0; vertical-align: top;" width="122" /></a><br />
<a class="autore" href="http://www.macrolibrarsi.it/autori/_ernst-michael-kranich.php?pn=3173" target="_blank" title="Ernst Michael Kranich">Ernst Michael Kranich</a><br />
<a href="http://www.macrolibrarsi.it/libri/__il-linguaggio-delle-forme-vegetali.php?pn=3173" style="font-weight: bold;" target="_blank" title="Il Linguaggio delle Forme Vegetali">Il Linguaggio delle Forme Vegetali</a><br />
<a href="http://www.macrolibrarsi.it/edizioni/_antroposofica.php?pn=3173" target="_blank" title="Antroposofica Editrice">Antroposofica Editrice</a><br />
<a href="http://www.macrolibrarsi.it/libri/__il-linguaggio-delle-forme-vegetali.php?pn=3173" title="Il Linguaggio delle Forme Vegetali"><img src="http://www.macrolibrarsi.org/img/carrello.gif" style="border: 0;" /></a></td><td class="tr-caption"><a href="http://www.macrolibrarsi.it/libri/__l-uomo-tra-cielo-e-terra-libro.php?pn=3173" target="_blank" title="L'uomo tra Cielo e Terra "><img alt="L'uomo tra Cielo e Terra " src="http://www.macrolibrarsi.org/proxy/data/cop/_big/l/l-uomo-tra-cielo-e-terra-libro-59750.jpg" height="160" style="border: 0; vertical-align: top;" width="122" /></a><br />
<a class="autore" href="http://www.macrolibrarsi.it/autori/_giuseppe-leonelli.php?pn=3173" target="_blank" title="Giuseppe Leonelli">Giuseppe Leonelli</a><br />
<a href="http://www.macrolibrarsi.it/libri/__l-uomo-tra-cielo-e-terra-libro.php?pn=3173" style="font-weight: bold;" target="_blank" title="L'uomo tra Cielo e Terra ">L'uomo tra Cielo e Terra </a><br />
<a href="http://www.macrolibrarsi.it/edizioni/_aedel-edizioni.php?pn=3173" target="_blank" title="Aedel Edizioni">Aedel Edizioni</a><br />
<a href="http://www.macrolibrarsi.it/libri/__l-uomo-tra-cielo-e-terra-libro.php?pn=3173" title="L'uomo tra Cielo e Terra "><img src="http://www.macrolibrarsi.org/img/carrello.gif" style="border: 0;" /></a></td></tr>
</tbody></table>
Mani nella Terrahttp://www.blogger.com/profile/11250275317462651774noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7169839961521557072.post-59030479122205545392016-02-02T09:17:00.000+01:002021-06-13T08:00:15.013+02:00Febbraio. Il vino novello<span style="font-size: x-small;">Giornate in campagna, scandite dal tempo delle
stagioni; bellezza della natura e della vita e del legame profondo che
unisce tutti gli esseri viventi. Tutto questo si legge nelle parole di </span><a href="http://www.macrolibrarsi.it/autori/_etain-addey.php?pn=3173" style="font-size: small;" target="_blank">Etain Addey</a><span style="font-size: x-small;"> e noi le condividiamo, mese per mese.</span><br />
<br />
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgb5ViZnE_Fx9k9D-ZoZqcX2t9n6-OJZ__w2-aUeZTHi-ERxZoHJ1gD3WK58nqFuRV4h5lb3wGBCjEzeVGwxkY_0sednWi1sYTg8T9mrPQ4YM6-n3OEvsMGw4t_x_bHl7lFgbiuMszX48w/s1600/vino-novello.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="184" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgb5ViZnE_Fx9k9D-ZoZqcX2t9n6-OJZ__w2-aUeZTHi-ERxZoHJ1gD3WK58nqFuRV4h5lb3wGBCjEzeVGwxkY_0sednWi1sYTg8T9mrPQ4YM6-n3OEvsMGw4t_x_bHl7lFgbiuMszX48w/s320/vino-novello.jpg" width="320" /></a>Oggi Martino è venuto su dalla cantina con il vino nuovo per offrirlo al nostro ospite canadese, Alon,capitato qui d'inverno. Fa molto freddo, fra poco è tempo di carnevale e il vino è un ricordo dei giorni estivi! Sappiamo che è buono perché l'abbiamo già assaggiato, durante la raccolta delle olive, alla fine di novembre.<br />
In quella occasione eravamo solo noi due: la mattina avevamo raccolto già mezzo quintale di olive e, per riscaldarci (le mani ma anche lo spirito), avevamo aperto la botte e risucchiato un litro di buon rosé per accompagnare il pranzo. "Non so cosa hai fatto a questo vino" avevo detto a Martino, "non solo è delizioso ma fa ridere!" E difatti, ci eravamo bevuti l'intera bottiglia in due, ridendo come due matti, e poi ci eravamo guardati "Tu pensi che siamo nelle condizioni di arrampicarsi su un ulivo?" aveva chiesto Martino alla fine del pasto. "Penso proprio di no!" risposi, e così, invece di raccogliere le olive, eravamo andati a letto.<br />
Anche Alon ha bevuto e riso, e ci ha raccontato storie dal suo Quebec. Alcune erano preoccupanti, come quella in cui si era trovato chiuso fuori dal suo quartiere, tornando a casa una sera dall'università, perché durante il giorno era stato eretto un muro di filo spinato attorno all'intera zona, per proteggere una riunione dei "grandi" sul commercio globale. Il soldato che faceva la guardia all'inaspettato muro gli aveva consigliato di farsi dare un permesso, per la zona interdetta, dall'ufficio competente. "È aperto ora?" aveva chiesto Alon. Il soldato aveva guardato l'orologio: erano le cinque. "Domani mattina alle nove" rispose. "E io dove dormo stanotte?" Il soldato questa volta senza rispondere, aveva fissato gli occhi su un punto lontano, assumendo un'espressione di serietà e segretezza militare.<br />
Alon è ebreo e, parlando di vino, ci ha anche raccontato delle loro feste tradizionali, in cui si balla e si beve. Durante il Purim, festa ebraica di Luna Piena, è d'obbligo ubriacarsi perché è il momento del Caos e, come durante il nostro Carnevale, ci si maschera per nascondere la propria identità e per poter così godere dell'anonimato nell'abbandonarsi ai piaceri sregolati. A Purim, si evocano due protagonisti leggendari, l'eroe Mordecai e il cattivo Haman, ma si usa bere molto proprio per oscurare la distinzione fra "Mordecai il Benedetto" e "Haman il Maledetto": bisogna arrivare a capire che sono solo due facce della stessa medaglia. Anche nella nostra tradizione, che include sia la Saturnalia romana che il carnevale cristiano, il periodo di licenza evoca il Caos. Nella vita di tutti i giorni cerchiamo di creare ordine, ma sentiamo che il Caos è la Madre dell'Ordine e che, ogni tanto, dobbiamo dare spazio a questa matrice della nostra vita.<br />
Questo pensiero funge, almeno per stasera, da giustificazione alle molte bottiglie di buon vino scolate!Mani nella Terrahttp://www.blogger.com/profile/11250275317462651774noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7169839961521557072.post-9471415376306072592016-01-31T19:53:00.002+01:002021-06-13T08:00:17.474+02:00Gennaio: Cos'è quel grido?<span style="font-size: x-small;">Giornate in campagna, scandite dal tempo delle
stagioni; bellezza della natura e della vita e del legame profondo che
unisce tutti gli esseri viventi. Tutto questo si legge nelle parole di </span><a href="http://www.macrolibrarsi.it/autori/_etain-addey.php?pn=3173" style="font-size: small;" target="_blank">Etain Addey</a><span style="font-size: x-small;"> e noi le condividiamo, mese per mese.</span><br />
<br />
Stavo lavorando di mattina sul campo vicino al bosco, smistando legna, quando si sentì un grido, un urlo, una specie di strillo che veniva dalla parte superiore del bosco. In questa stagione il bosco è nudo, un fitto incrociarsi di rami, ma non riuscivo a vedere alcun movimento. Continuai a lavorare, ma quel grido continuo mi disturbava come il pianto di un neonato, era impossibile ignorarlo. Sembrava quasi il verso di un maialino, che fosse un piccolo cinghiale, ma per quale motivo strillerebbe così? Che fosse preso in una trappola? Eppure qui non c'è più nessuno che mette trappole.<br />
Per ben dieci minuti quell'urlo continuò con un tono così forte che non riuscivo a levarmi dalla testa l'immagine di un cinghiale ferito. Poi, piano piano, il tono del grido si abbassò e alla fine mi resi conto che era un uccello. Quale uccello poteva essere, e perché gridava in quel modo torturato?<br />
Il sole cominciava a scaldarmi la schiena. Il lavoro era lungo e non lo volevo interrompere, ma alla fine fui quasi trascinata verso il bosco dall'inspiegabilità di quel grido. Dovevo vedere. Così cominciai ad avanzare nel bosco, verso il punto da dove veniva il rumore. Non era facile, perché non c'era un sentiero, così mi arrampicai giù per un grosso fosso e su per l'altro versante, strisciando per terra e attaccandomi ai tronchi degli alberi più giovani per non cadere indietro. Era bagnato per terra e si scivolava sulle foglie morte e sul muschio.
Attraversai una fitta sterpaglia di rovi. Il grido non cessava mai, ormai ero vicinissima. Per un attimo mi tornò in testa l'immagine del cinghiale: cosa pensavo di fare con un animale ferito?<br />
Improvvisamente ci fu silenzio e vidi sopra la mia testa una giovane poiana che, con un movimento lento, si lanciò in volo dalla cima della quercia spoglia sotto la quale mi trovavo. Mi fermai, ero ormai circondata dal sottobosco ed era difficile muovermi.
Rimasi lì immobile, cercando di capire se era stata la poiana ad emettere quel grido e perché.<br />
Passarono forse due minuti, non mi decidevo di rifare la strada percorsa ed ero là ferma, poi con un impeto sconvolgente, mi volò in faccia un picchio verde, che evidentemente era stato appollaiato su un ramo bassissimo dello stesso albero dove era stata la poiana. Mi volò così vicino al viso che mi è rimasta negli occhi l'immagine dettagliata dei piumini arruffati verdegiallo del suo corpo.
Scomparve anche il picchio verso la parte bassa del bosco e io rimasi esterrefatta a chiedermi in quale storia mi ero intromessa. Era stata la poiana o il picchio a gridare? Possibile che la poiana faccia la caccia ad un uccello grande come un picchio? In ogni caso, avevo interrotto qualcosa che non mi riguardava.<br />
Tornai al mio lavoro e meditai sulla mia ignoranza. Pensavo a tutte le volte che mi capita di essere una comparsa in storie di altri esseri, senza capirne il senso. Siamo continuamente circondati da altre narrazioni. L'eco-filosofo Anne Bell parla del suo desiderio di riconoscere «significati oltre il regno del discorso umano» e dice che stiamo perdendo l'esperienza diretta, personale con gli animali selvatici.
Bell connette questa perdita con la nostra mancanza di attenzione per i nostri stessi corpi e per il modo in cui noi, come esseri selvatici, come animali, rispondiamo alla luce, ai sapori, ai tessuti del mondo naturale.<br />
<br />
Eppure il cervello umano si è evoluto nel mondo naturale, in cui era fondamentale la nostra affiliazione con gli altri organismi. L'atteggiamento scientifico, che studia e misura, ci porta a dimenticare che gli altri esseri viventi conducono una loro vita e noi dobbiamo aprirci alla molteplicità di storie che vengono vissute attorno a noi. Bell dice: «il senso dell'attività del ghiandaia mi può sfuggire», ma non per questo le loro attività non hanno un senso preciso.<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjgs3NF0URpLBWd0ati19x1dsVTf-d9R12RP4_TrHUGWdwGL7KH_ICrypzuTdqUAVHLEEoCp7NcHld2X1ysfLD4DWxDlgE5mwujSRq-BBThfyQAmYfwz3FQVBUM0josjWL5FN4ySgclVeI/s1600/bambini-meditazione.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjgs3NF0URpLBWd0ati19x1dsVTf-d9R12RP4_TrHUGWdwGL7KH_ICrypzuTdqUAVHLEEoCp7NcHld2X1ysfLD4DWxDlgE5mwujSRq-BBThfyQAmYfwz3FQVBUM0josjWL5FN4ySgclVeI/s320/bambini-meditazione.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">campo estivo 2015, Dario ascolta i suoni della natura</td></tr>
</tbody></table>
Il poeta David Thodal si lamenta:<br />
<i>Mai abbastanza tempo seduto ad ascoltare. </i><br />
<i>eri sera le strolaghe,
i caprimulgi all'alba.</i><br />
<i>Comprenderò mai tutto il racconto</i><br />
<i>del fiorire del narciso</i><br />
<i>o il parlare della nuova foglia d'acero</i><br />
<i>sulla lunga neve invernale?</i><br />
<i>Nel buio della notte</i><br />
<i>mi sveglio</i><br />
<i>e ascolto le oche selvatiche</i><br />
<i>che cantano al chiaro di luna,</i><br />
<i>antichi racconti di primavera.</i><br />
<br />
Oggi torno dal pascolo dei cavalli e passo accanto alla quercia grande che sorge lungo il sentiero. Sotto questa quercia, vedo sparse per terra centinaia di piccole palline di muschio. Mi chino e ne prendo in mano una: il muschio è fresco e vi è ancora attaccato un pezzo della corteccia della quercia. Guardo i rami grossi dell'albero: sono coperti da un fitto strato di muschio. E' un albero molto vecchio. Devono essere degli uccelli che tolgono il muschio dai rami per cercare gli insetti che d'inverno sono nascosti sotto. Non vedo uccelli in questo momento, così rimango con il dubbio: che uccello sarà? Come è possibile che non abbia mai notato questa pioggia di muschio in tutti questi anni?<br />
Devo ascoltare meglio, aprire meglio gli occhi.Mani nella Terrahttp://www.blogger.com/profile/11250275317462651774noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7169839961521557072.post-84422221763563336502016-01-06T09:30:00.000+01:002021-06-13T08:00:19.794+02:00Opinioni. Cari colleghi insegnanti, saltiamo!Aveva le lacrime agli occhi quando mi ha detto “vorrei saper insegnare come fai tu, ma ho troppa paura”. Non sapevo cosa dire, l'ho abbracciata e ho mormorato qualcosa che probabilmente non ha mitigato la sua preoccupazione. Vorrei provare a risponderle adesso.<br />
Nel lungo viaggio che mi portava in Italia, dove ero stata invitata per condividere le mie idee sull’insegnamento, anche io ho versato molte lacrime. So molto bene come ci si sente a essere sopraffatti dall’enormità del nostro compito e dall’impossibilità di fare sempre quello che è necessario per ogni studente delle nostre classi. Anche io ho una paura terribile di <a href="http://teachteens.org/2015/08/02/lessons-learned/" target="_blank">non essere all’altezza</a>.<br />
Ma quando faccio un salto verso l’ignoto, ogni volta che tento di fare qualcosa di nuovo in classe, mi aggrappo alla <a href="http://www.huffingtonpost.ca/lizanne-foster/dear-students-apology-from-teacher_b_6640108.html" target="_blank">profonda angoscia che provo al pensiero del disagio che troppe volte i miei studenti vivono a scuola</a>, e la mia continua irritazione per questo spreco della loro creatività.<br />
Avete notato quante notizie, negli ultimi tempi, di nuove scoperte o invenzioni realizzate da adolescenti? Quante altre ce ne potrebbero essere se smettessimo d’ingozzarli di noia e liberassimo i loro cervelli, permettendo loro di affrontare con uno sguardo nuovo i difficili problemi del nostro tempo?<br />
Mi domando quanti insegnanti, dopo aver ascoltato <a href="https://www.ted.com/talks/ken_robinson_says_schools_kill_creativity?language=it" target="_blank">l’appello nel quale Ken Robinson ci invitava a stimolare la creatività nelle scuole</a>, facciano un salto verso pratiche d’insegnamento innovative. Dal febbraio 2006 il suo discorso è stato visto più di 36 milioni di volte ed è stato tradotto in 59 lingue, ma sarei curiosa di capire l’impatto che ha avuto sull’elemento centrale dell’insegnamento: il rapporto tra insegnanti e studenti.<br />
È qui che si trova in realtà la “prima linea” dell’innovazione: lo <i>spazio</i> tra uno studente e un insegnante. Qui trovo la motivazione per continuare a cercare di cambiare. In questo spazio emerge la domanda che ogni studente mi rivolge: ti importa davvero?<br />
Non importa che tu sia un insegnante severo che carica di compiti o uno più indulgente, un carismatico alla John Keating (l’insegnante del film L’attimo fuggente) o un esigente alla Jaime Escalante (l’insegnante del film La forza della volontà), in un’aula ci si può prendere cura degli allievi in molti modi. E, fortunatamente, gli studenti non sono schizzinosi quando si tratta di ricevere cure, ma accettano tutto quello che viene loro offerto. Non hanno veramente bisogno di tutti quegli <a href="http://teachteens.org/2014/09/14/personalized-learning/" target="_blank">strumenti tecnologici </a>che vengono pubblicizzati durante i corsi d’aggiornamento professionale. Può darsi che apprezzino le novità ma, quando queste svaniscono, torneranno a chiedersi se tu, il loro insegnante, tieni davvero a loro.<br />
“Cura” è una di quelle parole che possono essere interpretate in molti modi, ma quello che intendo io è un processo non privo di ostacoli.<br />
Prendersi cura <b>è un atto concreto</b>. Anche se oggi non posso cambiare tutto il sistema, ogni giorno posso fare in modo che i <i>miei</i> studenti, nella <i>mia</i> classe, si sentano il più possibile a loro agio, permettendogli di muoversi, di mangiare, di fare delle pause. Posso decidere di essere consapevole di ciò di cui hanno bisogno in quanto essere umani, e non contenitori da riempire e mettere alla prova.<br />
Prendersi cura <b>è un compito impegnativo</b>. Mi impone di mettermi nei panni di qualcun altro, di essere comprensiva ed empatica; di vedere l’<i>altro</i>, il mio studente, come vorrei essere vista <i>io</i>. Anche quando, e anzi <i>soprattutto</i> quando, quello studente non è così disponibile.
Gli studenti difficili sono stati i miei più straordinari insegnanti, perché i conflitti avuti con loro <a href="http://teachteens.org/2015/07/12/continuing-conversation-with-ken-robinson/" target="_blank">hanno stimolato le mie riflessioni</a> sul mio essere insegnante.<br />
Queste riflessioni sono necessarie, perché è in quel momento che comincia il cambiamento. <a href="http://teachteens.org/2015/02/15/change-from-the-inside/" target="_blank">Dall’interno</a>.<br />
Pertanto, se vogliamo cambiare i sistemi d’istruzione, è sì <i></i>importante che ci sia un sostegno politico ed economico al cambiamento, che ci sia un sostegno sociale all’innovazione, e che agli insegnanti sia dato abbastanza tempo per esplorare nuove idee. Ma la cosa più importante di tutte è che ciascun insegnante trovi il coraggio necessario a superare la propria paura di cambiare, ogni giorno, in classe.
Perché il cambiamento richiede coraggio. Quel tipo di coraggio di cui parla <a href="https://www.ted.com/talks/brene_brown_on_vulnerability?language=en" target="_blank">Brene Brown in un’altra famosa conferenza</a>. Quel coraggio che impone alla volontà di essere vulnerabile, di correre il rischio di essere ferita. Quel tipo di coraggio che viene lubrificato dalle lacrime.<br />
Cara collega, quando sarai pronta a spiccare quel salto coraggioso, sarò lì a tenerti la mano. Salteremo insieme.<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhJleS5_Ja9lmcE6xmyjmnZ2xlaHFJnghyphenhyphenns0hg0_sp2_0YkATltwzv3w4BfAU2g572KZkOhHQVFS8_cF2EUeE_-l2E58eav27Kz1LMdzwpNgzbRV1xnBx9XnqDiFmHyedREIjVxr9V0J4/s1600/take-the-leap-kobi-yamada.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhJleS5_Ja9lmcE6xmyjmnZ2xlaHFJnghyphenhyphenns0hg0_sp2_0YkATltwzv3w4BfAU2g572KZkOhHQVFS8_cF2EUeE_-l2E58eav27Kz1LMdzwpNgzbRV1xnBx9XnqDiFmHyedREIjVxr9V0J4/s1600/take-the-leap-kobi-yamada.jpg" /></a> </div>
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di Lizanne Foster, 27 dicembre 2015 - articolo originale: "<a href="http://teachteens.org/2015/12/27/take-the-leap" target="_blank">Take the leap</a>"Mani nella Terrahttp://www.blogger.com/profile/11250275317462651774noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7169839961521557072.post-14473290210516531202015-12-23T13:10:00.000+01:002021-06-13T08:00:21.635+02:00Opinioni. Tre chili di proteine d’agnello per volare a New York <span style="font-size: xx-small;">NOTA INTRODUTTIVA</span><span style="font-size: x-small;">.</span><span style="font-size: x-small;"> Per quanto non condividiamo per intero il punto di vista , siamo molto contenti che nel periodo in cui si parla nuovamente di cambiamenti climatici un giornalista condivida il suo punto di vista, con ricerche e dati obiettivi. Qualche anno fa abbiamo condiviso un documentario per noi essenziale sul tema - vedi <a href="http://www.maninellaterra.org/2012/05/un-equilibrio-delicato-documentario.html" target="_blank">QUI</a>. Ma ce ne sono molti altri. Come sempre, l'intenzione è fornire un'informazione affinché ognuno possa compiere una <a href="http://www.maninellaterra.org/2012/05/resistenza-alimentare.html" target="_blank">scelta consapevole</a>. </span><br />
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<span style="font-size: x-small;"> </span>Le cifre erano così incredibili che mi sono rifiutato di crederci. Le ho trovate nascoste in una <a href="https://www.chathamhouse.org/sites/files/chathamhouse/field/field_document/20141203LivestockClimateChangeBaileyFroggattWellesley.pdf" target="_blank">nota a piè di pagina</a>, e ho pensato inizialmente che fossero un errore di stampa. Per questo ho <a href="http://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0306919212000942" target="_blank">controllato la fonte</a>, ho scritto alla persona che per prima le ha pubblicate e ho seguito le citazioni. Con mio stupore, sembrano corrette.<br />
Un chilo di proteine di manzo prodotto in una fattoria di collina britannica può generare l’equivalente di 643 chili di anidride carbonica. Un chilo di proteine di agnello prodotto nello stesso luogo può generarne 749 chili. Un chilo di proteine provenienti da entrambi gli animali, in parole povere, provoca più emissioni di gas serra di un passeggero che vola da Londra a New York.<br />
Si tratta dell’opzione peggiore, e i dati vengono da un allevamento i cui terreni hanno un alto contenuto di carbonio. Ma i numeri che emergono da uno <a href="http://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0308521X1300125X" target="_blank">studio più ampio</a> non sono particolarmente rassicuranti: in media potete scambiare il vostro volo per New York con circa tre chili di proteine d’agnello prodotti in una fattoria di collina inglese o gallese. Dovreste mangiare trecento chili di proteine di soia per avere lo stesso impatto ambientale.<br />
Quando scegliamo il nostro pranzo di Natale, o facciamo qualsiasi altra scelta, crediamo di prendere decisioni razionali e avvedute. Ma quel che sembra giusto talvolta non lo è affatto. In questo caso, proprio quegli elementi che siamo stati spinti a considerare positivi (gli animali che vagano liberi nelle montagne, curati da pastori dalle mani sapienti, senza mostruosità di cemento o acciaio o nessuna delle altre brutture degli allevamenti intensivi moderni) hanno un impatto ambientale incredibile.<br />
Le cifre sono così elevate perché questa forma di allevamento è particolarmente improduttiva. Per allevare un agnello serve un ampio terreno spoglio e concimato. L’animale deve muoversi nelle colline per trovare il cibo, bruciando più grassi e producendo più metano di quanto farebbe una bestia che vive in una stalla.<br />
Quel che è buono per gli animali che vivono in fattoria è spesso negativo per la natura. La crudeltà dell’allevamento intensivo al chiuso è bilanciata dai danni dell’allevamento estensivo all’aperto. L’allevamento di maiali e polli liberi, praticato ai livelli attuali, può essere disastroso per l’ambiente. I nitrati e i fosfati talvolta possono passare dai recinti ai fiumi. A meno che gli allevamenti abbiano una bassa densità o che gli animali siano tenuti su terreni ben drenati, i maiali tendono a consumare il suolo: un mio amico descrive alcune delle fattorie che ha osservato come una miniera suina a cielo aperto.<br />
Si può aumentare la produzione, il che significa meno gas serra per chilo di carne prodotto, somministrando agli animali ormoni e antibiotici. Ma anche questo ha un costo. <a href="http://www.theguardian.com/society/2015/dec/22/almost-too-late-fears-of-global-superbug-crisis-in-wake-of-antibiotic-misuse" target="_blank">Come ha avvertito</a> questa settimana il direttore della Antibiotic research Uk ormai è quasi troppo tardi per prevenire una crisi mondiale di superbatteri. Questo è dovuto in parte al fatto che degli allevatori senza scrupoli hanno imbottito i loro animali, per aumentarne il peso, con l’antibiotico colistina, l’ultima grande speranza contro i batteri resistenti.<br />
Ma di tutte le forme di produzione, la più attraente è una delle peggiori. L’allevamento in collina non solo contribuisce in maniera assolutamente sproporzionata ai cambiamenti climatici, ma inquina anche i nostri corsi d’acqua, aumentando il rischio di pericolose alluvioni, e distrugge quelli che altrimenti sarebbero i nostri rifugi naturali: i grandi altopiani vuoti, nei quali l’attività economica è sostenuta solo grazie a generosi sussidi. Risulta difficile pensare a una qualsiasi altra attività umana con un più alto rapporto tra distruzione e produzione economica.<br />
I miei amici del settore mi accusano di essere un nemico degli allevatori. Ed è vero che ne sottolineo il lato oscuro, soprattutto perché, a quanto pare, ci sono davvero pochi giornalisti disposti a trattare l’argomento. Ma non ho un odio viscerale per l’allevamento, semmai il contrario. Visitando una fattoria a Exmoor la settimana scorsa, mi sono ricordato di tutta la bellezza dell’allevare pecore.<br />
<br />
Un capriccio grande e costoso<br />
L’idillio arcadico, una concezione della vita dei pastori (sia nella teologia del Vecchio testamento che nella poesia bucolica greca) come luogo di innocenza e purezza, un rifugio dalla corruzione della città, è ancora forte tra noi. Ma continuare a coltivare questa fantasia nel mezzo di una crisi così complessa – in cui si sommano la catastrofica riduzione della fauna selvatica, alluvioni devastanti ma evitabili e sconvolgimenti climatici – mi pare un capriccio grande e costoso.<br />
Per quanto riguarda il consumo di alimenti locali, credo che a volte abbia senso: aiuta a creare un senso di appartenenza, a capire il luogo, aspetti che non vanno sottovalutati. Quando compriamo frutta e verdura di stagione da produttori locali, è una cosa giusta anche per l’ambiente.<br />
Ma tendiamo a sovrastimare i chilometri percorsi dal cibo e a sottovalutare altri tipi d’impatto. In media, il trasporto rappresenta solo l’11 per cento delle emissioni di gas serra dell’industria alimentare. Legumi che arrivano dall’altra parte del mondo possono avere un impatto molto più basso della carne prodotta qui.<br />
Uno <a href="http://link.springer.com/article/10.1007/s10669-015-9577-y" target="_blank">studio</a> pubblicato alcuni giorni fa suggerisce che sostituire la carne con le verdure danneggerebbe l’ambiente. Se si considerano le calorie, coltivare lattuga produce più gas serra che allevare maiali. Ma questo significa solo che la lattuga ha poche calorie. <span style="background-color: yellow;">Una persona dovrebbe mangiarne 15 chili per soddisfare il proprio fabbisogno energetico giornaliero, il che sarebbe sensato solo per un coniglio di duecento chili.</span> Come mostra un altro <a href="http://www.nature.com/nature/journal/v515/n7528/abs/nature13959.html" target="_blank">studio</a>, “<span style="background-color: yellow;">venti porzioni di verdure producono meno emissioni di gas serra di una porzione di manzo</span>”.<br />
Uno <a href="http://link.springer.com/article/10.1007/s10584-014-1104-5#/page-1" target="_blank">studio pubblicato sul Climatic Change Journal</a> ritiene che, man mano che gli abitanti della Terra adottano una dieta occidentale, il metano e l’ossido di azoto prodotti dall’allevamento potrebbero arrivare all’equivalente di 13 miliardi di tonnellate di anidride carbonica all’anno entro il 2070. Si tratta di più di quanto tutte le attività umane possano produrre senza superare un aumento della temperatura globale di due gradi. <span style="background-color: yellow;">Lo sconvolgimento climatico appare inevitabile, a meno che non cambiamo tutti la nostra alimentazione</span>.<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhV53phS66tt7eYWll62J7lrp8oYiPRtIvTnxK19i-5EpWFqD9VxC3o8iOklCRRLydiTNltbVUADbnQaLLMy1P2WQIcGyzO-rJALQaDqzsjE5ScHCq99FqFef1GSqhCXDEOJsrH8fn2FbU/s1600/agnello.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="313" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhV53phS66tt7eYWll62J7lrp8oYiPRtIvTnxK19i-5EpWFqD9VxC3o8iOklCRRLydiTNltbVUADbnQaLLMy1P2WQIcGyzO-rJALQaDqzsjE5ScHCq99FqFef1GSqhCXDEOJsrH8fn2FbU/s320/agnello.jpg" width="320" /></a></div>
Questo, più di tutto, significa sostituire la maggior parte delle proteine animali che mangiamo con proteine vegetali. Non è una cosa dolorosa, a meno che noi non la rendiamo tale. Molti britannici erano soliti mangiare legumi ogni giorno. Lo chiamavano <i>pease pudding, pease pottage </i>o<i> pea soup</i>. Come nell’Asia del sud, i suoi ingredienti variavano di luogo in luogo e di stagione in stagione. Si tratta solo di un alimento di una dieta che offre una grande varietà, senza distruggere la grande varietà della natura.
Non sto dicendo che non dovreste più mangiare carne o altri prodotti di origine animale. Sto solo dicendo che dovremmo tutti mangiare molto meno. Limitate l’abbuffata a Natale. E anche in quel caso, <span style="background-color: yellow;">scegliete con cura</span>.<br />
<br />
di George Monbiot, 22 dicembre 2015 - <a href="http://www.theguardian.com/commentisfree/2015/dec/22/festive-christmas-meal-long-haul-flight-meats-damaging-planet" target="_blank">The Guardian</a> Mani nella Terrahttp://www.blogger.com/profile/11250275317462651774noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7169839961521557072.post-12905297530604947532015-12-13T12:02:00.000+01:002021-06-13T08:00:24.347+02:00Dicembre: Le nonne insegnano<span style="font-size: x-small;">Giornate in campagna, scandite dal tempo delle
stagioni; bellezza della natura e della vita e del legame profondo che
unisce tutti gli esseri viventi. Tutto questo si legge nelle parole di </span><a href="http://www.macrolibrarsi.it/autori/_etain-addey.php?pn=3173" style="font-size: small;" target="_blank">Etain Addey</a><span style="font-size: x-small;"> e noi le condividiamo, mese per mese.</span><br />
<br />
<i>dedichiamo questo racconto alla piccola Canaa e al piccolo Roy, per loro crescono un prugno succoso e un nespolo reale</i><br />
<br />
"Adesso vi racconto la storia di una nonna" dice Jesse.<br />
I rami del gelso sono ancora scintillanti di neve mentre noi quattro, armati di pale, cominciamo a fare delle stradine in mozzo a questo mare bianco che è apparso durante la notte. Facciamo quattro stradine: una per arrivare al forno in modo da poter fare il pane stamattina, una verso il cancello di sinistra per andare a prendere la legna per il fuoco, una verso il cancello che dà sulla vallata per andare a governare gli animali e una verso il bagno.<br />
"Della nonna tua?" chiede Galen.<br />
"No, è una storia che racconta l'anziana poetessa Kate Barnes che abita dalle mie parti, nel Maine" risponde Jesse. "L'ho letta ieri sera in una sua bellissima poesia. La vecchia della storia abitava in un villaggio dell'Honduras e la storia racconta di come morì e resuscitò. Da molti giorni stava male e a un certo momento si trovò fuori dal proprio corpo e fuori dal villaggio. Ma la stradina che usciva dal paese, invece di finire in una mulattiera di montagna, finiva sulla riva di un grande fiume. Dall'altra parte del fiume, la vecchia vide un'isola piena di alberi verdi e ombrosi e l'isola mandava verso di lei un profumo di felicità e di fiori di vaniglia. Poi si accorse di non essere sola: tante anime come lei arrivavano sulla riva del fiume e per ognuna di loro arrivava a nuoto un cane che le trasportava attraverso il fiume e le lasciava sull'isola. I cani si davano un gran da fare, ma per la vecchia non arrivò nessun cane. Aspettò tanto, sempre più triste, e poi si ricordò dei calci che aveva sempre dato, quando era in vita, ai cani che mendicavano qualche fagiolo dalla sua pentola. "Via, niente per voialtri!" era solita gridare mentre cucinava. Alla fine, tornò a casa e controvoglia si riprese il suo vecchio corpo febbrile, guarendo poi piano piano per vivere tanti altri nani. Fu famosa poi in paese sia per ilsuo strano racconto che per il suo grande amore che dalla sua guarigione dimostrò sempre verso i cani del villaggio."<br />
I mucchi di neve attorno alle stradine sono come muretti adesso, e battiamo i piedi per tenerli caldi.<br />
"La mia nonna in Inghilterra aveva una grande paura di morire" dico io, "fino a quando, pochi mesi prima della morte mi raccontò che le era comparso il suo vecchio cane Digger, già sepolto da due anni sotto il melo davanti casa. "Venne in cucina e mi guardò a lungo con quel suo sguardo tranquillo e poi si girò e tornò in giardino," mi disse la nonna, "E ora non mi preoccupa più la morte."<br />
"La mia bisnonna invece," dice Galen, che è dell'Arizona, "benché in parte natuva americana, era difamiglia cattolica e quindi invece di appoggiarsi al cane come guida verso l'aldilà, decise di farsi accompagnare dal Papa. Era un atipa molto determinata e questo si vedeva già dalla giovinezza quando, per non dover più governare i sette maiali che teneva la sua famiglia, non esitò ad evvelenarli tutti con la soda caustica. Quando Giovanni Paolo II fu eletto, lei disse ai suoi figli riuniti attorno alla TV: "Questo Papa è più giovane di me di due anni, ma io morirò insieme a lui; quando muore un Papa, c'è una tale confusione in Cielo che chiunque riesce ad entrare senza neanche farsi notare!".<br />
Passarono gli anni e alla mia bisnonna venne l'Alzheimer, ma lei era felice perché credeva di avere di nuovo ventiquattro anni e se la spassava alla grande. L'unico suo dispiacere era lo spavento che le prendeva ogni mattina nel vedere il marito invecchiato di colpo. Dalla sua spensierata seconda gioventù passò improvvisamente a letto ammalata la primavera scorsa e per il 1 aprile 2005 era debolissima, ma riuscì lo stesso a far ridere il suo medico tirando fuori una serie impressionante di improperi perché lui aveva rotto il termometro. Il medico uscì dalla stanza ridendo per riferire l'accaduto ma quando tornò al capezzale della bisnonna, era morta. Poche ore più tardi, spirò anche il Papa. La nonna fu puntuale all'appuntamento."<br />
Francesca poggia la pala alla fine della sua stradina. "Quando ho fatto un viaggio di tre mesi in Sudafrica, la mia nonna era spaventata soprattutto dalle complicazioni necessarie per il recupero di eventuali salme in paesi stranieri. Al mio ritorno, mi ha accolta dicendo: "<i>Si artornata, s</i><i>i artornata.</i> Ho pregato tanto Padre Pio. Padre Pio, Padre Pio, non me la fate morì laggiù. Fatela <i>artornà</i>! Bene bene, adesso che <i>artornata, </i>poi morì pure."<br />
Camilla passa lungo la stradina principale fra i muretti di neve, guarda l'albero enormo e pieno di neve nella luce dell'alba e dice: "La mia nonna invece è sotto questo gelso. Lì abbiamo messo le sue ceneri e vedete che albero splendido che ha fatto crescere?!"<br />
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<br />Mani nella Terrahttp://www.blogger.com/profile/11250275317462651774noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7169839961521557072.post-29175381503041756082015-12-05T12:18:00.000+01:002021-06-13T08:00:29.389+02:00Opinioni. Tuttavia, bombarderemo.<span style="font-size: xx-small;">NOTA INTRODUTTIVA</span><span style="font-size: x-small;">.</span><span style="font-size: x-small;"> In questo blog non abbiamo mai parlato di politica, né abbiamo voluto parlare di alcuni fatti accaduti nel mondo che strettamente la coinvolgono (talvolta ci siamo espressi su facebook con delle condivisioni personali). Abbiamo però trovato nelle parole di questo giornalista statunitense una certa affinità con il nostro modus pensandi. Pur rendendoci conto che l'articolo risulta così incompleto, abbiamo deciso di riportarne solo una parte. Sul sito The Nation trovi l'articolo originale "<a href="http://www.thenation.com/article/bombs-over-brains/" target="_blank">Bombing Hasn’t Worked. Bombing Won’t Work. And Yet, We Will Bomb.</a>".</span><br />
<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjwALkjQYFHVdvOUA9dEoIIbeW2rOOsSDEjgJng4ujZNcstMmYqG0ngidzJUcu-9SDNr5c_ViWK_5OIq_R11Y5oxDBLPjp9wd-IV4F4gONDwPt6l4Hl3dF-8Hi3J9v5np0akxbgZm6TZ9M/s1600/hands+off+Syria.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="213" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjwALkjQYFHVdvOUA9dEoIIbeW2rOOsSDEjgJng4ujZNcstMmYqG0ngidzJUcu-9SDNr5c_ViWK_5OIq_R11Y5oxDBLPjp9wd-IV4F4gONDwPt6l4Hl3dF-8Hi3J9v5np0akxbgZm6TZ9M/s320/hands+off+Syria.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span class="credit" itemprop="author">Tim Ireland, Ap/Ansa</span></td></tr>
</tbody></table>
“A battere la testa contro il muro è la testa a rompersi e non il muro”, ha scritto Antonio Gramsci.<br />
Gli attentati di Parigi hanno provocato fortissimi mal di testa alla classe politica britannica. La Francia, paese vicino e alleato a intermittenza, è stata colpita dal gruppo Stato islamico (Is). Ancora una volta i politici britannici vogliono intervenire con forza e decisione per aiutare un amico, come dopo l’11 settembre. [...] La logica è sempre la stessa: dobbiamo fare qualcosa. Bombardare significa fare qualcosa. Dobbiamo bombardare.
<br />
Lo hanno già fatto in Afghanistan, in Iraq e in Libia. Non solo le cose non sono migliorate, ma sono molto peggiorate. Il caos scatenato in Iraq e in Libia ha creato le condizioni per l’ascesa dell’Is. Ma non riescono a farne a meno, quindi adesso si avvicinano ancora una volta al muro e lo colpiscono risolutamente con la testa. È un lavoro sporco e duro, ma qualcuno deve pur farlo.<br />
Dopo gli attacchi di Parigi ci sono due problemi da affrontare: sconfiggere l’Is e minimizzare la possibilità di nuovi attacchi. I due problemi sono collegati e non esiste una soluzione definitiva per nessuno dei due.<br />
È probabile che non si possa raggiungere nessun accordo diplomatico o politico con un’organizzazione come l’Is, e che sia inevitabile ricorrere alla forza militare in una certa misura. Ma è altrettanto evidente che intensificare i bombardamenti non porterà a niente di buono. Gli Stati Uniti e la Francia stanno già bombardando l’Is in Siria, senza ottenere grandi risultati.<br />
Aggiungere i bombardieri britannici non farebbe praticamente differenza, anche perché non sono rimasti molti obiettivi da colpire. Se i bombardamenti non hanno funzionato finora è molto difficile che possano funzionare in futuro. Se i leader occidentali volessero davvero sconfiggere l’Is – e non punire i civili – dovrebbero mandare truppe di terra, ma la verità è che hanno un forte appetito per il dominio globale senza però avere lo stomaco per digerirlo.<br />
Questo ci porta al secondo punto della discussione. <b>Il desiderio degli occidentali di intervenire nel nome della civiltà e dei valori illuministi tradisce una sconfortante mancanza di consapevolezza.</b> È incredibile vedere con quanta forza materiale e filosofica cerchino di giustificare la propria superiorità morale per poi contraddirla.<br />
Come scriveva George Orwell nei suoi Appunti sul nazionalismo, “<i>il nazionalista non soltanto non disapprova le atrocità commesse dalla sua fazione, ma ha la notevole capacità di non sentirne nemmeno parlare. […] Che questi fatti siano o meno riprovevoli o addirittura che siano o meno accaduti è sempre stato deciso in base alla predilezione politica</i>”.<br />
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di Gary Younge, 3 dicembre 2015Mani nella Terrahttp://www.blogger.com/profile/11250275317462651774noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7169839961521557072.post-60382752535860113932015-11-27T13:35:00.000+01:002021-06-13T08:00:31.459+02:00Novembre. Tre generazioni<span style="font-size: x-small;">Giornate in campagna, scandite dal tempo delle stagioni; bellezza della natura e della vita e del legame profondo che unisce tutti gli esseri viventi. Tutto questo si legge nelle parole di </span><a href="http://www.macrolibrarsi.it/autori/_etain-addey.php?pn=3173" style="font-size: small;" target="_blank">Etain Addey</a><span style="font-size: x-small;"> e noi le condividiamo, mese per mese.</span><br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEixsA-5M4rg5efNz9A6BRbErsp4VUU_fF8-5Hs1oLXYYxDdfZDwwlk5HAVTlNmXx96tM4XO45Cf-kFR_IZjz7DsO0FXl6LuvFyyYX7ScepP212d5ahQv4LLOPXhSVroSKFMIJqPR-m0_UI/s1600/global-warming_banksy.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="150" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEixsA-5M4rg5efNz9A6BRbErsp4VUU_fF8-5Hs1oLXYYxDdfZDwwlk5HAVTlNmXx96tM4XO45Cf-kFR_IZjz7DsO0FXl6LuvFyyYX7ScepP212d5ahQv4LLOPXhSVroSKFMIJqPR-m0_UI/s200/global-warming_banksy.jpg" width="200" /></a>Nota aggiuntiva: ho scelto un racconto che mi fa sorridere, perché anche il mio bisnonno non c'è più, ma chissà che non stia anche lui sorridendo... La lettura vuole essere anche un invito a farsi domande, a lasciare che a rispondere sia l'intuizione, e ad informarsi, perché che tu ci creda o meno, che tu sia d'accordo o meno, questa domenica milioni di persone <a href="https://secure.avaaz.org/it/gcm_video_share/?twi" target="_blank">marceranno</a>. Puoi anche stare a guardare lo streaming o i telegiornali (forse è più probabile che qualcuno carichi un video ripreso dal cellulare su qualche anonimo canale youtube), ma poi alzati e fai qualcosa... tu sei quello che fai!<br />
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Dopo la morte di mio padre, trovai fra i suoi libri l'elenco di tutti gli abitanti del suo paese natale, Barnsley nello Yorkshire, riferito all'anno 1902. Io quel paese non l'ho mai visto, i miei genitori hanno vissuto a Londra e i nonni paterni erano morti tanti anni prima. L'elenco è un bellissimo pezzo di antiquariato, con le sue pubblicità per carrozze e carbone, ma non l'avevo mai letto con attenzione: invece ieri mi è capitato tra le mani e ho notato un elenco di abitanti divisi per mestieri. Così per la prima volta ho trovato il nome del mio bisnonno, Thomas Addey, sotto la voce "agricoltori" e il nome del suo podere situato sulla strada verso Pontefract: Bunker's Hill Farm.<br />
Mi son chiesta il motivo per cui non si parlò mai di questo podere. Sono stata persino in collegio vicino a Pontefract ma mai nessuno in famiglia me lo ha indicato, eppure quella terra fu della nostra famiglia per generazioni. Sono quelle domande che ti vengono quando ormai i genitori non ci sono più e non li si può chiamare in causa. Si deve lavorare per intuito.<br />
Nell'elenco di Barnsley di inizio secolo ho trovato anche il nonno, Francis Addey, figlio di Thomas, che a trenta anni già abitava in città e faceva carriera come impiegato. So che diventò in seguito il direttore del primo negozio "cooperativo" ed era sulla cresta dell'onda negli anni in cui la rivoluzione industriale creava benessere con il carbone e l'acciaio. Francis doveva essere stato uno scalatore sociale terrificante: con il tempo e il successo, cambiò affiliazione politica e diventò conservatore, arrabbiandosi molto con i miei genitori, dopo la guerra, quando loro votarono per i laburisti invece che per Churchill. I suoi cinque figli furono mandati tutti all'università, anche le ragazze, una cosa insolita per quei tempi, ma Francis era un vero patriarca e a nessuno dei suoi figli fu permesso di lasciare la casa paterna, difatti furono costretti tutti, prima o poi, a una fuga d'amore per potersi sposare.<br />
Quando cerco di immaginare quest'uomo, capisco come il fango del podere fosse un elemento tabù, un passato da dimenticare come non fosse mai esistito.<br />
"<i>Tre generazioni per tornare alla terra</i>", si dice in Inghilterra, sottintendendo che la prima generazione fugge dalla terra per cercare un lavoro "pulito" e prestigioso, lavora tanto e fa studiare i figli e quindi quelli della seconda generazione fanno i professionisti: professori, avvocati, medici. La terza generazione mangia bene, studia e si annoia e comincia a chiedersi se la vita sia tutta lì. Spesso sopra la campagna ma il bisnonno, non solo non c'è più, non si sa neanche come si chiamava, è stato tutto cancellato dalla storia familiare. E quindi non si è più "veri nativi del luogo", la terra è persa, così come la conoscenza di quei preziosi mestieri per la sopravvivenza.<br />
Nel 1880, quando quel nonno Francis era un ragazzino di dieci anni che al podere di Bunker's Hill sognava la città, il livello di anidride carbonica nell'aria era lo stesso dei 500 avanti Cristo e cioè di 270 parti per milione. Dal podere probabilmente si vedeva già il fumo delle acciaierie della vicina Sheffield; già molti contadini avevano abbandonato la campagna per fare il minatore o l'operaio.<br />
Oggi, il livello di anidride carbonica nell'aria è di 360 p.p.m., significa che nei centoventi anni che mi separano dal bisnonno contadino, questo gas è aumentato del 33%, una cosa senza precedenti nella storia degli esseri umani. (Questo lo sappiamo perché è stato misurato il contenuto di CO2 nelle bollicine d'aria rimaste intrappolate nei ghiacci dell'Antartide). Ed è stato il fumo di quelle acciaierie inglesi a dare il via al fenomeno: nel secolo scorso, la quantità di gas, petrolio e carbone che abbiamo bruciato nella progresiva industrializzazione del mondo ha creato una situazione che ora ci è sfuggita di mano.<br />
Gli alberi sul podere di Bunker's Hill, come tutte le piante del nostro mondo odierno, hanno accelerato la fotosintesi, una cosa che sembra quasi da fantascienza, ma non riescono ad assorbire tutto l'eccesso di anidride carbonica che viene emesso nell'aria: ne compensano circa un terzo di quell'eccesso. I gas ad effetto serra (vapore acqueo, anidride carbonica e metano) hanno fatto sì che negli ultimi cento anni la temperatura mondiale sia aumentata di un grado e ormai si prospetta il pericolo di un aumento di altri tre gradi nei prossimi decenni con effetti disastrosi: già i ghiacci polari si stanno fondendo.<br />
Qual è la soluzione? Si potrebbero fare massicci rimboschimenti ma invece stiamo tagliando le foreste. Si potrebbe ridurre la nostra richiesta di energia ma tutti si comprano il condizionatore d'aria. Si potrebbe dichiarare l'industrializzazione un fallimento e tornare alla terra, anche senza i consigli del bisnonno.<br />
Cerco di immaginare cosa direbbe Thomas Addey di questo podere umbro. Sono sicura che sarebbe felice che almeno la nipote di Francis sia tornata al podere a imparare tutto da capo.<br />
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<br />Mani nella Terrahttp://www.blogger.com/profile/11250275317462651774noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7169839961521557072.post-80527121826114174282015-11-08T12:55:00.002+01:002021-06-13T08:00:33.725+02:00Il vero senso del bello<div style="text-align: center;">
“Più riusciamo a focalizzare la nostra attenzione sulle meraviglie e le realtà dell'universo attorno a noi,</div>
<div style="text-align: center;">
meno dovremmo trovare gusto nel distruggerlo” Rachel Carson
</div>
<div style="text-align: center;">
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Non mi stancherò mai di ammirare. Cosa? Tutto! La rugiada del mattino che evapora, le nuvole che lasciano spazio al cielo azzurro autunnale e i colori di questa stagione di cui il mio intero essere pare beneficiare. Il <a href="https://www.facebook.com/dove.splende.il.Sole/photos/a.334208469997107.79791.102969186454371/932375130180435/" target="_blank">rospo nell'orto</a> e le stelle; avete visto che cielo ieri? Meraviglioso! Trovo senza sforzo alcuno che tutto quanto in natura sia bello; devo invece sforzarmi quando passeggio per le strade della città perché i malodori, i rumori, la gente vestita come in un film in bianco e nero distraggono. Ammiro lo spazzino della stazione che risponde sorridendo a stranieri e non che gli chiedono informazioni sull'orario di un treno o dell'apertura dell'ufficio non-so-che; ammiro le sciarpe e le scarpe colorate dei bambini che si distinguono tra la folla; ammiro l'arte dipinta su muri e palazzi che osservo mentre sul vagone qualcuno legge un libro e tutti gli altri sono chini e gobbi sui loro smartphone...<br />
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<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgkFcUKckkrcZrLX0hDVPWDEl187BvIv4tSFbJhsHf1M1EU604IaaXpEwxboPTXVv5z5FSrk4_f6JCYdGVMXfxXYTJfmRaAXEKjpee-wFoIfbeKoPI_yHK0wTfK_o5gpAG9Gl9H7ODrj6s/s1600/bellezza%25C2%25A9+Salih+Agir.jpeg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="424" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgkFcUKckkrcZrLX0hDVPWDEl187BvIv4tSFbJhsHf1M1EU604IaaXpEwxboPTXVv5z5FSrk4_f6JCYdGVMXfxXYTJfmRaAXEKjpee-wFoIfbeKoPI_yHK0wTfK_o5gpAG9Gl9H7ODrj6s/s640/bellezza%25C2%25A9+Salih+Agir.jpeg" width="640" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="font-size: x-small;"><span style="font-size: x-small; text-align: start;">leggi l'estratto dal libro "</span><a href="http://www.macrolibrarsi.it/libri/__la-botanica-del-desiderio.php?pn=3173" style="font-size: x-small; text-align: start;" target="_blank">La botanica del desiderio</a><span style="font-size: x-small; text-align: start;">": </span><a href="https://www.facebook.com/dove.splende.il.Sole/photos/a.644070739010877.1073741841.102969186454371/645455455539072/?type=3&theater" style="font-size: x-small; text-align: start;" target="_blank">l'origine della bellezza, stratega di sopravvivenza</a></span></td></tr>
</tbody></table>
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Per un periodo di tempo immemorabile la nostra specie è stata istintivamente sintonizzata sul bello. In quei giorni lontani, prima dell'avvento dell'automobile, della lavatrice e dello spazzolino elettrico, gli artigiani e i musicisti, i carpentieri e i poeti, i pittori e i danzatori semplicemente non sapevano come fare una cosa brutta. Per loro la bellezza aveva la stessa onnipresenza che l'acqua ha per il pesce, dava dignità e significato a vite scialbe e incolori, ispirava grandi - e spesso barbare - civiltà, nelle quali però la gente viveva vote creative e utili.<br />
Che non sia più così è un dato di fatto. Molti di noi nell'Occidente industrializzato hanno perso questo istinto. Basta osservare una finestra nel muro di una vecchia casa di campagna: la posizione, le proporzioni, i materiali hanno una sensibilità istintiva, dignitosa. Prendete invece la finestra di una casa moderna: la posizione non dice quasi mai nulla, le proporzioni nemmeno, i materiali sono freddi, il design spesso non relazionato alle superfici circostanti. In generale, le costruzioni moderne vengono tutte calcolare sulla carta e concepite a distanza dal contesto ambientale in cui si trovano.<br />
L'anima ha un istinto, è così che gli animali sanno dove trovare le erbe medicinali e l'acqua, ma oggi quel sentimento non cosciente per l'armonia si è per così dire atrofizzato: finestra dopo finestra, stanza dopo stanza, casa dopo casa, strada dopo strada, la capacità di dare giudizi estetici con sensibilità è spesso andata perduta e le tossine della bruttezza hanno invaso le nostre anime. Una nuova stazione di servizio, un'illuminazione pubblica invasiva, una foresta sradicata, non sono meri disastri urbanistici: le ferite che infliggono sono ancora più gravi perché distruggono l'ambiente nel quale la cultura del posto ordina le proprie idee.<br />
La gente del passato viveva in circostanze mentali, morali e fisiche tanto differenti dalle nostre da costruire quasi una diversa civiltà. Tuttavia certe qualità di condotta si sono rivelate permanenti: la creatività umana, il desiderio e l'abilità di esercitare l'immaginazione creativa, e il suo corollario, l'espressione e il godimento del bello della vita di tutti i giorni.<br />
Guardando all'eredità della nostra lunga storia risulta ovvio che la bellezza abbia svolto un ruolo importante. In tute le civiltà dimenticate essa permeava ogni cosa: dal disegno di un carro ad una barca a remi, dall'ornamento di un fodero alla decorazione di un vestito. Quando era in gioco la bellezza, non si teneva conto né del tempo, né del costo, né della quantità di lavoro. Quando poi era coinvolto anche Dio - il che succedeva abbastanza spesso - non si badava a spese. Il profeta Maometto dichiarava: "Dio è bello e ama la bellezza" e Cristo invitava ad emulare i gigli nei campi. Questi assiomi non avevano bisogno di imposizioni: a quei tempi la bellezza non era mai periferica, come il cibo e il bere per il corpo; era un ingrediente necessario della vita.<br />
Oggi molti di coloro che vivono in Occidente hanno priorità diverse. Il desiderio della maggioranza è quello di acquisire comfort materiale: una buona casa, una buona macchina, una buona pensione... Anche coloro che vivono in paesi buddisti o islamici hanno fatto scelte nelle quali la bellezza ha una scarsa rilevanza.<br />
Se da una parte ci sono designer e artisti, giardinieri e cuochi, ingegneri e costruttori, insegnanti e sarti, parrucchieri e tipografi che escono dall'ordinario per creare effetti esteticamente piacevoli, nella maggior parte dei casi la bellezza viene ignorata; tra gli architetti spesso non sembra nemmeno presa in considerazione.<br />
In una civiltà nella quale l'obiettività è considerata <i>scientifica</i>, le acquisizioni materiali motivo della realizzazione umana e lo sviluppo tecnologico chiave del progresso sociale, difficilmente ci si può aspettare che la bellezza abbia molto peso. Non c'è da meravigliarsi quindi se lo psicologo americano James Hillman lamenti «ottanta anni di psicologia dell'inconscio senza un pensiero per la bellezza» (<i>eighty years of depth psychology without a thought to beauty</i>, <a href="http://www.amazon.it/gp/product/B00GDCAW5M/ref=as_li_ss_tl?ie=UTF8&camp=3370&creative=24114&creativeASIN=B00GDCAW5M&linkCode=as2&tag=maninellterr-21" target="_blank">The Essential James Hillman</a>) che l'architetto Lord Rogers <a href="http://www.independent.co.uk/voices/commentators/the-fear-of-beauty-is-destroying-our-urban-environment-5364732.html" target="_blank">scriva</a> «l'indisponibilità dei politici a parlare di design, di architettura e di estetica è così totale che essa passa quasi inosservata» e che il filosofo <a href="http://www.amazon.it/s/ref=as_li_ss_tl?_encoding=UTF8&camp=3370&creative=24114&field-author=John%20Armstrong&linkCode=ur2&search-alias=stripbooks&tag=maninellterr-21" target="_blank">John Armstrong</a>, ne <a href="http://www.amazon.it/gp/product/8882467082/ref=as_li_ss_tl?ie=UTF8&camp=3370&creative=24114&creativeASIN=8882467082&linkCode=as2&tag=maninellterr-21" target="_blank">Il potere segreto della bellezza</a>, osservi «per lungo tempo è stato in qualche modo sconveniente gradire o amare un'opera d'arte per la sua bellezza. [...] Le opere d'arte contemporanea [...] sono per lo più apprezzate per la loro capacità di disturbare o sfidare chi le guarda, quasi mai per la loro bellezza». Per giunta, l'artista Mark Hutchinson confessa «la bruttezza ora è considerata interessante». Un post-modernista potrebbe persino affermare che la bellezza non esiste affatto e che ogni manifestazione umana vale quanto l'altra. Piuttosto, io sono d'accordo con Confucio: <a href="https://www.facebook.com/dove.splende.il.Sole/photos/a.127689060649050.34916.102969186454371/256900754394546/?type=3&theater" target="_blank">c'è bellezza ovunque, ma non tutti riescono a vederla</a>.<br />
Ci sono milioni di persone convinte del fatto che un ambiente brutto non abbia conseguenze significative sulle persone che vi abitano. Ciò che importa, sostengono, sono le cose alle quali la nostra società dedica già la maggior parte delle sue risorse: sanità, lavoro, benessere, ricchezza, educazione e alloggi (e poi ci sono sempre le conseguenze del cambiamento climatico...). Tutto ciò ha indubbiamente la sua importanza, ma se esiste una incompatibilità di fondo con l'aspetto estetico, ci deve essere sicuramente qualcosa che non va. Se poi consideriamo il livello di ricchezza privata e pubblica di ogni nazione occidentale, questa incompatibilità risulta ancor meno giustificabile.<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh89Ale2M1v2vY1Er2hQQie_THCRddpFnCH8Bskkrn3iM6YG8Jqwgch1ABjck6my2Ex9zL1ftWZFFRYvDe9sVXZQYeSGf7z-EI459oorVykxlAS7j4vj3tBrSxI6CZLeFrVqRsA0U4EB9c/s1600/BrunoMorandi-Rajasthan.jpeg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh89Ale2M1v2vY1Er2hQQie_THCRddpFnCH8Bskkrn3iM6YG8Jqwgch1ABjck6my2Ex9zL1ftWZFFRYvDe9sVXZQYeSGf7z-EI459oorVykxlAS7j4vj3tBrSxI6CZLeFrVqRsA0U4EB9c/s320/BrunoMorandi-Rajasthan.jpeg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">© Bruno Morandi - India, Rajasthan <br />
Una donna pittura il suolo della sua abitazione<br />
in occasione della festa del nuovo anno.</td></tr>
</tbody></table>
Perché i nomadi dell'Asia e del Medio Oriente possono permettersi di dare tanta importanza alla bellezza, alla grazia e alla nobiltà di spirito mentre noi, loro contemporanei di gran lunga più ricchi dal punto di vista materiale, restiamo indifferenti davanti allo squallore delle nostre città industriali, al moltiplicarsi di agglomerati suburbani, di condomini-formicai, di orrendi centri commerciali e scuole? Come possiamo tollerare la negazione di ciò che in noi aspira alla nobiltà e alla dignità? Come siamo arrivati ad essere anestetizzati a tal punto che i nostri cuori non corrispondono più al volto sensuale del mondo e fanno diventare tutto monotono, identico e brutale?<br />
Mentre a milioni protestiamo per le cattive condizioni dei servizi sanitari nazionali, del livello dell'educazione e per i danni che la nostra specie reca in ogni angolo del pianeta, mettendo a repentaglio e distruggendo migliaia e migliaia di altre specie con le quali condividiamo questa Terra, in pochi parlano di una conseguenza non meno pericolosa e spiritualmente dannosa del nostro modo di vivere industriale: la bruttezza. In pochi riescono a vedere quest'ultima come un vero e proprio inquinamento dannoso e corrosivo, proprio come quelli che stanno distruggendo l'equilibrio dell'ecosfera.<br />
Tra l'altro, questa non è la prima volta che veniamo ingannati da una visione del mondo che ci sta mettendo in pericolo. Pensate ai danni causati dai pesticidi sintetici prima dell'accorato appello di Rachel Carson in <a href="https://books.google.it/books?id=xsfa6U1O4M4C&printsec=frontcover&hl=it#v=onepage&q&f=false" target="_blank">Primavera silenziosa</a>. Prima della pubblicazione di questo libro (1962) c'era stata una congiura del silenzio sui pericoli rappresentati da queste sostanze, mentre una presa di coscienza di un aparte seppur minoritaria della popolazione ha fatto nascere e crescere il movimento dell'agricoltura biologica. Un destino simile toccherà prima o poi anche alla bruttezza della nostra civiltà.<br />
Certamente ci sono segnali di cambiamento. È però importante chiedersi che cosa possiamo sentire nell'anima e a livello neuropsichico quando viviamo in un ambiente brutto, rumoroso e brutale oppure, al contrario, in un ambiente tranquillo e ritemprante. Anche se mancano studi approfonditi su questo argomento, ricordo lo studio condotto nel 1984 dal dottor Roger Ulrich presso il Pennsylvania Hospital: i pazienti con una vista su alberi e fiori necessitarono di un tempo di convalescenza più breve del 9% rispetto a quelli che avevano la vista su un muro di mattoni: 7,96 giorni contro 8,7 [<span style="font-size: 13px; text-align: center;">per leggere tutto il rapporto clicca </span><a href="https://mdc.mo.gov/sites/default/files/resources/2012/10/ulrich.pdf" style="font-size: 13px; text-align: center;" target="_blank">QUI</a>]. È necessario riflettere anche sulle patologie sociali odierne; basti vedere l'aumento della violenza e della depressione (in Italia, tranquillanti e ansiolitici sono tra i farmaci più diffusi).<br />
Si può argomentare che una crisi di questa portata possa avere poco a che fare con la bruttezza, ma ce l'ha, io credo, indirettamente. Quindi, la domanda che dobbiamo porci è: perdendo la bellezza stiamo forse perdendo qualcosa di vitale? Se diamo per scontata la comune asserzione che l'aspetto estetico abbia solo un valore superficiale, di mero accessorio della vita, la risposta può essere negativa. Ma se fosse qualcosa di più, qualcosa di fondamentale per il nostro benessere, qualcosa che nobilita, che cura e ispira, qualcosa che è essenziale al nostro spirito e alla nostra salute, la lobotomia della bellezza si rivela essere una questione di vitale importanza per ciascuno di noi e per la salute della società.<br />
La bellezza è nutrimento dell'anima. Ci dà dignità come specie. Senza di essa siamo gente mediocre, ignorante nella grazia, trascurata nello spirito. È tempo di risvegliarsi alla possibilità di una cultura che riconosca l'importanza della bellezza. È tempo di riconoscere che siamo pienamente umani solo quando ci troviamo a contatto con il bello.Mani nella Terrahttp://www.blogger.com/profile/11250275317462651774noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7169839961521557072.post-88496252066491144162015-10-18T16:58:00.001+02:002021-06-13T08:00:35.836+02:00Vaccini e pertosse: falsi miti e veritàDalle campagne mediatiche alle petizioni per le vaccinazioni coatte, storia di un popolo in preda alla paura.<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjmTEFmc_Nvm5Q7Pr_wEAyldvQEsPfn-bS0UguhoNJtSh2HaIoyxLCdERJWdRWf2XFPHIB2WduMajrmGY4AJQ0tXvYsrIB85DJvT4-TqUoM0VEJGzJbQMrAzkQ3VmW7wEAKqo8qLdPskFY/s1600/vaccini-falsi-miti-e-verita%25CC%2580.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="192" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjmTEFmc_Nvm5Q7Pr_wEAyldvQEsPfn-bS0UguhoNJtSh2HaIoyxLCdERJWdRWf2XFPHIB2WduMajrmGY4AJQ0tXvYsrIB85DJvT4-TqUoM0VEJGzJbQMrAzkQ3VmW7wEAKqo8qLdPskFY/s320/vaccini-falsi-miti-e-verita%25CC%2580.jpg" width="320" /></a>Il New York Times riferisce di un <a href="http://well.blogs.nytimes.com/2015/09/07/pertussis-passed-to-newborns-from-siblings/" target="_blank">nuovo studio</a> che ha rilevato come il maggior rischio per i bambini di essere infettati con il batterio che causa la pertosse arrivi dai fratelli maggiori. Il Times spiega che questo “<i>è probabilmente il risultato della diminuita immunità tra i bambini e adolescenti che hanno ricevuto il vaccino DTaP</i> (ndt: difterite, tetano pertosse acellulare)”. Infatti, la diminuita immunità è un problema serio del vaccino combinato DTaP. Uno studio recente pubblicato su Pediatrics <a href="http://pediatrics.aappublications.org/content/early/2015/04/28/peds.2014-3358.abstract" target="_blank">conclude</a>: <i>la protezione data dal vaccino DTaP diminuisce nel giro di 2-4 anni. È possibile che la mancanza di una protezione a lungo termine dopo la vaccinazione contribuisca ad aumentare i casi di pertosse tra gli adolescenti.</i>
Ma il Times sta disorientando i suoi lettori raccontando loro solo una parte della storia, lasciando i lettori con l’impressione che basterebbe fare più “richiami” per risolvere il problema.
Non è così.<br />
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Individui Vaccinati diffondono la malattia<br />
La diminuzione della immunità in se stessa non spiega il trend descritto. Come puntualizza un altro recente studio pubblicato nel giornale <a href="http://cid.oxfordjournals.org/content/60/2/223.long" target="_blank">Clinical Infectious Diseases</a>: <i>la pertosse è attualmente la malattia prevenibile da vaccino meno sotto controllo nonostante una eccellente copertura vaccinale e nonostante le 6 dosi di vaccino raccomandate tra i 2 mesi di età e l’adolescenza</i>. La bassa copertura vaccinale non è il problema. Una informazione basilare di cui il Times non rende edotti i suoi lettori è che il vaccino NON previene la trasmissione della malattia. Al contrario, gli individui vaccinati possono esserne portatori asintomatici. Uno studio condotto dalla FDA e pubblicato in <a href="http://www.pnas.org/content/111/2/787.full.pdf+html" target="_blank">PNAS</a> ha evidenziato come i babbuini vaccinati <i>fossero protetti da sintomi severi associati alla pertosse ma non dalla colonizzazione, non si liberassero dell’infezione prima degli animali “naive” </i>(ndt: non da esperimento)<i>, e trasmettessero facilmente la Bordetella pertussis ai loro contatti non vaccinati</i>.<br />
I ricercatori hanno argomentato che questo era dovuto alle differenze tra l’immunità conferita dalla infezione contratta naturalmente e quella conferita dal vaccino. L’infezione naturale conferisce una robusta immunità cellulo-mediata che la vaccinazione in realtà <b>previene</b> favorendo l’immunità umorale, che significa che il vaccino stimola la produzione di anticorpi ma non la memoria di cui le cellule hanno bisogno per una immunità robusta e di lunga durata. La FDA ha riassunto in un <a href="http://www.fda.gov/NewsEvents/Newsroom/PressAnnouncements/ucm376937.htm" target="_blank">comunicato stampa</a> che le loro scoperte suggerivano che <i>sebbene gli individui immunizzati con un vaccino antipertossico acellulare possano essere protetti dalla malattia, essi possono comunque infettarsi con il batterio senza necessariamente ammalarsi e sono in grado di diffondere l’infezione ad altri individui, inclusi i neonati</i>.<br />
Il direttore del Centro per le valutazioni e la ricerca biologica del FDA, dove lo studio è stato condotto, lo ha descritto come “<i>significativamente importante per la comprensione di alcune delle ragioni del crescente numero di casi di Pertosse</i>”. Il New York Times ha in effetti, incidentalmente, riferito quanto scoperto dallo <a href="http://www.nytimes.com/2013/11/26/health/study-finds-vaccinated-baboons-can-still-carry-whooping-cough.html" target="_blank">studio FDA</a>, ovvero che “<i>gli individui vaccinati di recente possono continuare a diffondere l’infezione senza ammalarsi</i>”. Il giornale ha anche riportato quanto dichiarato dall’autore capo dello studio che spiegava <i>quando sei stato da poco vaccinato, sei un portatore asintomatico, cosa che va bene per te ma non per il resto della popolazione</i>.<br />
Questo è <b>l’opposto</b> di quanto viene solitamente detto ai genitori riguardo la necessità di vaccinarsi, che il “gregge” ha bisogno di essere vaccinato per proteggere quelli troppo giovani per ricevere il vaccino: i neonati. Infatti, la logica conclusione di quanto scoperto dallo studio è che i genitori che vaccinano un bambino che ha un fratello neonato stanno mettendo a rischio il neonato. E sono i neonati, non i bambini più grandi, che sono più a rischio di sviluppare serie complicanze dalla malattia. Non c’è bisogno di dire che il rischio non è qualcosa di cui i genitori vengono normalmente informati durante le loro visite dal pediatra (o dai media, come il Times ha così appropriatamente dimostrato in questo esempio). Ma non è tutto. C’è un altro rischio connesso alla vaccinazione di cui i genitori non vengono messi al corrente.<br />
<br />
Politiche vaccinali e selezione genetica<br />
L’utilizzo diffuso del vaccino antipertossico sembra abbia portato alla naturale selezione (o sarebbe meglio dire innaturale selezione) di ceppi batterici che non solo sono più resistenti al vaccino, ma in effetti “preferiscono” individui vaccinati. Come l’abuso di antibiotici ha portato all’allarmante aumento di “super microbi” antibiotico-resistenti, allo stesso modo i vaccini possono spingere i virus ed i batteri ad operare una selezione di ceppi più resistenti e potenzialmente più virulenti. Nel caso della Pertosse, il CDC ha notato <a href="http://www.cdc.gov/maso/facm/pdfs/BSCOID/2013121112_BSCOID_Minutes.pdf" target="_blank">internamente</a> che “<i>la recente ripresa di casi di pertosse è stata associata alla diminuzione dell’immunità nel tempo in persone che hanno ricevuto il vaccino acellulare</i>”, ma che <i>uno studio recente suggerisce un’altra spiegazione per la diminuita efficacia del vaccino: un aumento di campioni di Bordetella pertussis nei quali manca la pertactina (PRN) – un componente antigenico chiave del vaccino antipertossico. Uno studio che ha esaminato ceppi di B.pertussis isolati tra il 1935 ed il 2012 per verificare inserzioni di geni che impediscono la produzione di PRN, ha evidenziato un aumento significativo di campioni clinici privi di PRN in tutti gli Stati Uniti. Il primo ceppo privo di PRN venne isolato nel 1994; al 2012, la percentuale di campioni privi di PRN era più del 50%</i>. I ricercatori del CDC hanno esaminato i dati delle epidemie accadute a Washington e nel Vermont. Questo è cio’ che hanno scoperto: <i>i risultati indicavano che l’85% dei campioni clinici erano privi di PRN e che i pazienti vaccinati avevano probabilità significativamente maggiori rispetto i pazienti non vaccinati di infettarsi con ceppi privi di PRN. In più, quando venivano paragonati i pazienti con vaccinazioni DTaP aggiornate e pazienti non vaccinati, le probabilità di essere infettati con ceppi privi di PRN erano maggiori (nel primo gruppo, ndt), cosa che suggeriva che i batteri PRN potrebbero avere un vantaggio selettivo nell’infettare le persone vaccinate con DTaP</i>.<br />
<br />
Quindi, per riassumere:<br />
• Il vaccino antipertosse <b>non previene</b> la trasmissione della malattia (infatti può aumentare la trasmissione visto che gli individui vaccinati possono essere asintomatici e quindi non viene presa alcuna precauzione nell’esporre i neonati).<br />
• La maggior parte dei ceppi di Bordetella pertuissis circolanti negli stati uniti sono <b>privi di prn</b>.<br />
• Gli <b>individui vaccinati sono a rischio maggiore</b> di infettarsi con ceppi privi di prn rispetto gli individui non vaccinati.<br />
<br />
La logica conseguenza è che ora – ironicamente grazie alla politica vaccinale – è inevitabile che vaccinare i bambini contro la pertosse non solo mette a rischio i neonati della famiglia di contrarla, ma mette a grande rischio anche gli stessi bambini vaccinati.<br />
Un successivo studio in Clinical Infectious Diseases analizzava i dati provenienti da otto stati (degli stati uniti, ndt) e ha evidenziato che, complessivamente, 85% dei campioni di pertosse erano privi di PRN, con un range che andata dal 67% in Colorado al 100% nel New Mexico. Inoltre è stato rilevato che gli individui vaccinati avevano “significative maggiori probabilità” di avere la Bordetella Pettussis priva di PRN rispetto gli individui non vaccinati. E per “significative” intendevano che gli individui vaccinati avevano doppie probabilità di infettarsi rispetto i non vaccinati. Infatti, scoprirono che i pazienti completamente vaccinati (in regola con i richiami, ndt) avevano “<i>da 2 a 4 volte maggiori probabilità</i>” di avete la B.pertussis priva di PRN rispetto i non vaccinati. Senza voler identificare esplicitamente la politica vaccinale quale motivo scatenante, notano la comparsa di un “vantaggio selettivo nel non avere la proteina” per il batterio. Infatti. Naturalmente uno potrebbe pensare che queste scoperte possano portare a mettere in discussione le politiche vaccinali. Ma la miopia istituzionale fa sì che mettere in discussione queste politiche sia fuori questione. Lo studio dell’FDA che ha scoperto che <b>i vaccini antipertosse non prevengono la trasmissione della malattia</b>, per esempio, concludeva che la soluzione fosse “<i>lo sviluppo di migliori vaccini</i>”.<br />
Il semplice concetto che il corpo umano è stato disegnato <i>naturalmente</i> per avere un sistema immunitario in grado di respingere le malattie infettive e che dovremmo quindi focalizzarci sui modi per costruire una immunità naturale, rappresenta un anatema rispetto la teoria alla base della politica vaccinale pubblica (senza contare i profitti megagalattici per le compagnie farmaceutiche alle quali il governo degli Stati Uniti ha garantito l’immunità dai danni provocati dai loro vaccini). I genitori dovrebbero per lo meno essere informati adeguatamente dai media, dal personale sanitario, e dai propri pediatri. Ma far sì che anche solo quel pizzico di sensibilità venga largamente praticato sarà di certo una lunga strada in salita per chi difende il consenso informato.<br />
<br />
<span style="font-size: x-small;">Fonte: <a href="http://www.thevaccinereaction.org/2015/09/the-ugly-untold-truth-about-the-pertussis-vaccine/" target="_blank">thevaccinereaction.org</a> traduzione a cura di <a href="http://comilva.org/la-brutta-e-taciuta-storia-del-vaccino-antipertosse/" target="_blank">Redazione Comilva</a> - </span><span style="font-size: x-small;">articolo </span><span style="font-size: x-small;">originariamente</span><span style="font-size: x-small;"> pubblicato nel blog di </span><a href="http://www.jeremyrhammond.com/" style="font-size: small;" target="_blank">Jeremy Hammond</a><span style="font-size: x-small;">.</span><br />
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per la nostra salute e il rafforzamento del sistema immunitario<br />
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<span style="text-align: start;">tramite l'Obiezione Attiva e il Dissenso Informato. Ecco come fare.</span></div>
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<a class="autore" href="http://www.macrolibrarsi.it/autori/_giuseppe_de_micheli.php?pn=3173" target="_blank" title="Giuseppe De Micheli">G. De Micheli</a>,<br />
<a class="autore" href="http://www.macrolibrarsi.it/autori/_paolo-brunetti.php?pn=3173" target="_blank" title="Paolo Brunetti">P. Brunetti</a><br />
<a href="http://www.macrolibrarsi.it/libri/__vaccinazioni-soluzione-o-problema-libro.php?pn=3173" style="font-weight: bold;" target="_blank" title="Vaccinazioni: Soluzione o Problema? ">Vaccinazioni: Soluzione o Problema? </a><br />
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<a class="autore" href="http://www.macrolibrarsi.it/autori/_david_kirby.php?pn=3173" target="_blank" title="David Kirby">David Kirby</a><br />
<a href="http://www.macrolibrarsi.it/libri/__vaccini-e-bambini-libro.php?pn=3173" style="font-weight: bold;" target="_blank" title="Vaccini e Bambini - La Prova Evidente del Danno">Vaccini e Bambini - La Prova Evidente del Danno</a><br />
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<a class="autore" href="http://www.macrolibrarsi.it/autori/_roberto_gava.php?pn=3173" target="_blank" title="Roberto Gava">Roberto Gava</a><br />
<a href="http://www.macrolibrarsi.it/libri/__le-vaccinazioni-di-massa-libro.php?pn=3173" style="font-weight: bold;" target="_blank" title="Le Vaccinazioni di Massa ">Le Vaccinazioni di Massa </a><br />
<a href="http://www.macrolibrarsi.it/edizioni/_salus_infirmorum.php?pn=3173" target="_blank" title="Salus Infirmorum">Salus Infirmorum</a><br />
<a href="http://www.macrolibrarsi.it/libri/__le-vaccinazioni-di-massa-libro.php?pn=3173" title="Le Vaccinazioni di Massa "><img src="http://www.macrolibrarsi.org/img/carrello.gif" style="border: 0;" /></a></td><td class="tr-caption"><a href="http://www.macrolibrarsi.it/libri/__le-vaccinazioni-pediatriche-libro-roberto-gava-libro.php?pn=3173" target="_blank" title="Le Vaccinazioni Pediatriche "><img alt="Le Vaccinazioni Pediatriche " src="http://www.macrolibrarsi.org/proxy/data/cop/_big/v/vaccinazioni-pediatriche.jpg" height="160" style="border: 0; vertical-align: top;" width="122" /></a><br />
<a class="autore" href="http://www.macrolibrarsi.it/autori/_roberto_gava.php?pn=3173" target="_blank" title="Roberto Gava">Roberto Gava</a><br />
<a href="http://www.macrolibrarsi.it/libri/__le-vaccinazioni-pediatriche-libro-roberto-gava-libro.php?pn=3173" style="font-weight: bold;" target="_blank" title="Le Vaccinazioni Pediatriche ">Le Vaccinazioni Pediatriche </a><br />
<a href="http://www.macrolibrarsi.it/edizioni/_salus_infirmorum.php?pn=3173" target="_blank" title="Salus Infirmorum">Salus Infirmorum</a><br />
<a href="http://www.macrolibrarsi.it/libri/__le-vaccinazioni-pediatriche-libro-roberto-gava-libro.php?pn=3173" title="Le Vaccinazioni Pediatriche "><img src="http://www.macrolibrarsi.org/img/carrello.gif" style="border: 0;" /></a></td><td class="tr-caption"><a href="http://www.macrolibrarsi.it/libri/__la-sindrome-influenzale-in-bambini-e-adulti.php?pn=3173" target="_blank" title="La Sindrome Influenzale in Bambini e Adulti"><img alt="La Sindrome Influenzale in Bambini e Adulti" src="http://www.macrolibrarsi.org/proxy/data/cop/_big/l/la-sindrome-influenzale-in-bambini-e-adulti_51501.jpg" height="160" style="border: 0; vertical-align: top;" width="122" /></a><br />
<a class="autore" href="http://www.macrolibrarsi.it/autori/_roberto_gava.php?pn=3173" target="_blank" title="Roberto Gava">Roberto Gava</a><br />
<a href="http://www.macrolibrarsi.it/libri/__la-sindrome-influenzale-in-bambini-e-adulti.php?pn=3173" style="font-weight: bold;" target="_blank" title="La Sindrome Influenzale in Bambini e Adulti">La Sindrome Influenzale in Bambini e Adulti</a><br />
<a href="http://www.macrolibrarsi.it/edizioni/_salus_infirmorum.php?pn=3173" target="_blank" title="Salus Infirmorum">Salus Infirmorum</a><br />
<a href="http://www.macrolibrarsi.it/libri/__la-sindrome-influenzale-in-bambini-e-adulti.php?pn=3173" title="La Sindrome Influenzale in Bambini e Adulti"><img src="http://www.macrolibrarsi.org/img/carrello.gif" style="border: 0;" /></a></td></tr>
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Mani nella Terrahttp://www.blogger.com/profile/11250275317462651774noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7169839961521557072.post-28488984928637037362015-10-18T16:54:00.002+02:002021-06-13T08:00:37.999+02:00Vaccinazioni pediatriche: dire no è un diritto<span style="font-size: x-small;">Leggi anche <a href="http://www.maninellaterra.org/2015/10/vaccini-e-pertosse.html" target="_blank">Vaccini e pertosse: falsi miti e verità </a>- </span>Rifiutare la vaccinazione per i propri figli è un diritto dei genitori, che deve essere esercitato tramite l'Obiezione Attiva e il Dissenso Informato: l'avvocato Ventaloro ci spiega come fare.<br />
<br />
In Italia, le vaccinazioni obbligatorie per l’infanzia (pediatriche), sono quattro: antipoliomielitica (Legge n. 51/1966), antidifterica (L.891/1939), antitetanica (L. 292/1963), antiepatite-b (L. 165/1991). Esse dovrebbero essere somministrate una alla volta, a distanza di tempo, e a un’età giusta onde non fare correre rischi al minore. Invece, vengono somministrate in forma esavalente o eptavalente, ovvero in un gruppo di sei vaccinazioni. Ciò vale a dire che unitamente alle quattro obbligatorie, oggi le varie ASL inseriscono altre due o tre vaccinazioni, generalmente Pertosse, <i>Haemophilus</i>, Antimeningococco. Di fatto, con questa inclusione, il minore assume sei o sette vaccinazioni e un carico ‘tossico’ corrispondente.
Il genitore però, sempre nel supremo esercizio dei diritti di potestà genitoriale (ora divenuta ‘responsabilità genitoriale’ - art. 316 e segg. c.c.), ha il diritto di potere chiedere l’effettuazione di una vaccinazione alla volta, limitandosi alle sole quattro obbligatorie, e anche distanziate nel tempo.<br />
Nessuno può essere obbligato a subire le vaccinazioni ‘facoltative’ che, per tale definizione, possono ben essere rifiutate. Generalmente le Asl ‘spingono’ molto anche per l’effettuazione delle altre vaccinazioni non-obbligatorie, quali l’antinfluenzale, la vaccinazione MPR (morbillo, rosolia, parotite) e altre. Va detto che <span style="background-color: yellow;">sovente gli avvisi delle Asl in merito alle vaccinazioni facoltative sono piuttosto ambigui, non risultando con chiarezza che tali vaccinazioni <b>non</b> sono obbligatorie</span>.
Ciò dovrebbe invece essere comunicato in maniera manifesta e ben comprensibile, onde non indurre in errore il cittadino. Stante l’insorgere di problematiche, sin dalla loro introduzione, legate al potenziale danno, le vaccinazioni oggi sono argomento molto dibattuto. Oggetto di leggi e di interventi ora sempre più frequenti e tutelanti da parte della Magistratura, lo stesso Stato italiano ha preso atto, già da tempo, del fattore di rischio, e ha promulgato norme di grande modernità relativamente alla cautela vaccinale. Vediamole sommariamente:<br />
- la L. 210/1992 che unitamente alla L. 229/2005, stabilisce un indennizzo per i danni da vaccinazione;<br />
- il D.M. 12.12.2003, cosiddetta ‘Vaccinovigilanza’ o ‘Farmacovigilanza’, ovvero una procedura <b>obbligatoria</b> per le ASL di avviso agli utenti, di raccolta dati e di segnalazione, in merito ad ogni reazione avversa alla vaccinazione;<br />
- il D.P.R. n. 355/1999 che ha sancito la libera frequenza scolastica ai soggetti non vaccinati.
Norma questa estesa in via analogica a tutte le comunità infantili (nido, materne, asili), sia pubbliche che private.<br />
<br />
<span style="color: #274e13;">Il rifiuto alla vaccinazione: l'Obiezione Attiva </span><br />
Parallelamente alla grande attenzione sulla questione vaccinale, sia da parte dei cittadini che da parte del mondo scientifico e normativo-giudiziario, nel corso dell’ultimo ventennio si è consolidata una diffusa procedura di rifiuto alla vaccinazione, procedura consentita e tutelata dall’Ordinamento.<br />
Questa è l’Obiezione Attiva. L’Obiezione Attiva consente il rifiuto della prassi vaccinale obbligatoria, senza incorrere nella commissione di un illecito. È stata codificata in numerose norme regionali che l’hanno disciplinata.
Le Regioni in questione sono: Veneto, Lombardia, Provincia di Trento, Piemonte, Emilia Romagna, Umbria, Toscana. Abruzzo, Sardegna (ricordiamo che l'articolo è del trimestrale ottobre/dicembre 2014). Di fatto la procedura è comunque estesa a tutte le Regioni attraverso circolari regionali; oppure lo è per estensione analogica detta in <i>bonam partem</i>.
È una procedura molto importante, addirittura fondamentale, di moderna ispirazione etico-giuridica.
Vediamo in cosa consiste.<br />
<br />
<span style="color: #274e13;">Per praticare l'Obiezione Attiva è necessario: </span><br />
1) prendere posizione sulla prassi vaccinale formalmente con l’Asl a mezzo di raccomandata a.r.;<br />
2) presentarsi <u>sempre</u> ai colloqui convocati dall’asl;<br />
3) firmare il <b>modello di Dissenso Informato</b> (<a href="http://www.vivolibero.org/free/dissenso-informato-modulo-pdf.pdf" target="_blank">pdf</a> - <a href="http://www.vivolibero.org/free/dissenso-informato-modulo-word.docx" target="_blank">word</a>), o modificandolo nella parte in cui si viene definiti ‘debitamente informati’, oppure firmarlo senza alcuna modifica, qualora ci si ritenga sufficientemente informati dall’asl.<br />
Dal punto di vista del diritto genitoriale, è assolutamente sconsigliato nascondersi o ignorare gli inviti e le missive dell'Asl. Non sarebbe obiezione, ma semplice fuga o inerzia e rappresenterebbe un rischio per la potestà (responsabilità genitoriale).<span style="background-color: yellow;">
L'obiezione di coscienza, nella forma dell’Obiezione Attiva, è un comportamento 'attivo' dal punto di vista etico e civico, serve a manifestare regolarità genitoriale</span> (altrimenti si potrebbe sostenere che i genitori 'se ne fregano' della salute dei figli, nonchè delle Istituzioni), <span style="background-color: yellow;">e a diffondere una buona cultura sanitaria</span>.
È importante praticare correttamente l’Obiezione Attiva, poiché recentemente alcuni Tribunali per i Minorenni hanno riattivato procedure sulla potestà, proprio nei confronti degli obiettori silenti e inattivi, ovvero coloro che non avevano praticato Obiezione Attiva.
Inoltre praticare l'Obiezione Attiva serve a dare all'Asl la dimensione del dissenso sul territorio, altrimenti sovente si è sentito dire che "l'obiezione non esiste!".<br />
<br />
<span style="color: #274e13;">Che cos'è il Dissenso Informato</span><br />
Vale la pena di esaminare la procedura di Dissenso Informato, che è parte integrante dell’Obiezione Attiva.
La procedura di Dissenso Informato, istituita dalla Conferenza di Oviedo del 4 aprile 1997 (partecipazione e adesione consapevole e formale dei cittadini europei alle procedure sanitarie che li riguardano), <b>non</b> prevede alcun obbligo di forma, né obbligo di modulistica.
Prevede che l’adesione consapevole del cittadino europeo alla procedura sanitaria sia manifestata in maniera personale, libera, cosiddetta 'di scienza'.
Tale volontà dei genitori quali cittadini europei, non è subordinabile a nulla, né coercibile o richiedibile come conforme a modulistica, a prestampati, o contenuti già preparati (come vorrebbero le Asl).
Secondo la normativa uscita dalla Conferenza di Oviedo e secondo tutta la normativa italiana che ne ha dovuto recepire i contenuti, la procedura di Dissenso Informato tutela la consapevole partecipazione del cittadino all'iter sanitario, non certo il 'banale' rispetto della modulistica.
In ossequio a ciò, come è ovvio, il genitore dichiara ciò che vuole e nella forma che vuole. Poiché il Dissenso Informato proposto dall’Asl è un modulo ministeriale "di comodo", si suggerisce per fare accettare meglio le eventuali aggiunte (così come indicate nell’Obiezione Attiva) senza che nascano controversie inutili, e prima di redigere un modello ex novo, di utilizzare quello dell'Asl, opportunamente modificato, se lo si ritiene necessario.
L’Asl è obbligata ad accettare tutto ciò che viene dai dichiaranti, liberi e identificati come cittadini, e non può subordinare nulla al rispetto della modulistica: sono successi casi di denunce e cause già risolte in favore dei dichiaranti.
Qualora l’Asl non accetti la dichiarazione o le modifiche dei genitori, allora il Dissenso Informato lo si può inviare modificato, inviandolo con spedizione raccomandata a/r. o consegnandolo all'Ufficio Protocollo dell'Asl.
Non partecipare all'iter del dissenso rappresenta un addebito genitoriale (fuga e menefreghismo).<br />
<br />
<span style="color: #274e13;">Le vaccinazioni sportive </span><br />
Altra questione di grande importanza è quella delle vaccinazioni sportive, in relazione, generalmente, alla richiesta vaccinazione antitetanica. Le vaccinazioni cosiddette "sportive" sono un retaggio di norme vecchie, obsolete e paradossali.
La Costituzione ha l'assoluta preminenza in base a un semplice e doveroso rapporto di gerarchia di norme. Infatti in ogni caso, in ossequio alla nostra Costituzione, non è possibile subordinare la pratica sportiva all'effettuazione delle vaccinazioni, soprattutto quando questa sia rifiutata con serie motivazioni.
Il diritto alla libera determinazione dei cittadini nelle forme ritenute congrue (sport, associazionismo, ecc.) è preminente rispetto alla norma vetusta che impone le vaccinazioni sportive. E <span style="background-color: white;">poi c’è l’invalicabile diritto alla salute (art. 32 Cost), di fronte al quale ogni norma deve arretrare.</span><br />
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhwmT_SjopL9pUbKfERGT0qtR6n77wDp04ZenhnmjXubtPysMFCkOFnVTfGign-EKG368VSa6R8-WoSb8UXoFLRgBsTpxYSofW_7cTcBNS8ZxcWdzhnQ8t4Hu-JFVShXxS6k4sGIoKa6lc/s1600/costituzione-articolo-32.png" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhwmT_SjopL9pUbKfERGT0qtR6n77wDp04ZenhnmjXubtPysMFCkOFnVTfGign-EKG368VSa6R8-WoSb8UXoFLRgBsTpxYSofW_7cTcBNS8ZxcWdzhnQ8t4Hu-JFVShXxS6k4sGIoKa6lc/s1600/costituzione-articolo-32.png" /></a>Quindi <span style="background-color: yellow;">sussiste il pieno diritto alla frequenza sportiva anche senza le vaccinazioni</span>.
In tal senso è sovente risultato risolutivo e perfettamente in linea con la normativa, fare un dosaggio anticorpale antitetanico (semplice esame del sangue) e verificare la presenza di anticorpi del tetano. Generalmente tale dosaggio è in misura più che sufficiente, cosa che rende assolutamente superflua la vaccinazione.
In ultima istanza si potrà proporre al centro sportivo una liberatoria con assunzione di responsabilità dei genitori quanto alla mancata pratica vaccinale.<br />
Se tutto questo non bastasse, allora bisogna intervenire legalmente. Le stesse considerazioni valgono per le cosidette "vaccinazioni lavorative".<br />
<br />
<span style="font-size: x-small;">Articolo pubblicato per gentile concessione di <a href="http://www.macrolibrarsi.it/libri/__scienza-e-conoscenza-n-50.php?pn=3173" target="_blank">Scienza e Conoscenza n. 50</a> -
Scritto da Luca Ventaloro
Avvocato Cassasionista, esperto di Diritto Familiare-Minorile, Diritto Penale, Diritto Sanitario. Docente di Diritto di famiglia e sanitario presso l'ISSPOS, Membro dell'Ufficio del Garante per l'Infanzia della Regione Emilia Romagna, Esperto Giuridico AUSL di Rimini U.O. Tutela dei Minori. Relatore a convegni universitari e giuridici di Diritto minorile e familiare, Docente in Corsi di Formazione per Servizi Sociali, Avvocati e Giuristi autore di articoli su riviste specializzate di Diritto di Famiglia, autore di pubblicazioni giuridiche di diritto minorile.
Fa parte del Consiglio direttivo del Comilva, il Coordinamento del Movimento Italiano per la Libertà delle Vaccinazioni.
Per info: ventaloro.avv@libero.it</span><br />
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per approfondire ecco un'estratto dal libro "<a href="http://www.macrolibrarsi.it/libri/__le-vaccinazioni-pediatriche-libro-roberto-gava-libro.php?pn=3173" target="_blank">Le Vaccinazioni Pediatriche</a>" di <a href="http://www.macrolibrarsi.it/autori/_roberto_gava.php?pn=3173" target="_blank">Roberto Gava </a><br />
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Mani nella Terrahttp://www.blogger.com/profile/11250275317462651774noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7169839961521557072.post-5930109033165027132015-10-13T19:48:00.005+02:002021-06-13T08:00:40.288+02:00Pensare globalmente, consumare localmentePere dall’Argentina, mele dalla Nuova Zelanda, vino dalla California, pomodori dalla Cina. Uno degli effetti più evidenti della globalizzazione è la grande disponibilità di prodotti alimentari provenienti da paesi lontanissimi. Non ci riferiamo ai tradizionali prodotti esotici che richiedono condizioni climatiche tropicali (banane, ananas, tè e caffè), ma a frutta, verdura, vino, latte, addirittura acqua minerale importati in Italia da altri paesi perché disponibili sul mercato internazionale a prezzi più convenienti. A pagare i costi di questo incessante traffico di merci da un continente all’altro è in primo luogo l’ambiente: sono anni ormai che la maggioranza degli esperti punta il dito sull’elevato consumo di combustibili fossili, che grande impiego trovano proprio nell’agrochimica e nei trasporti su lunga distanza. Un'altra conseguenza del cosiddetto libero mercato è la destabilizzazione dell’economia dei paesi (di tutti i paesi!), le cui aziende locali non riescono a fare concorrenza ai prodotti di largo consumo provenienti dall'estero. Non parliamo poi di qualità. Quale? Dei prodotti, del lavoro, della vita... fai tu; qui non ne parliamo perché il dubbio è dove sia. Insieme a lei ci sono la diversità e soprattutto la moralità. Come sempre, però, c'è una soluzione e forse anche più di una...!<br />
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<a href="http://www.macrolibrarsi.it/video/__l-economia-della-felicita-dvd.php?pn=3173" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;" target="_blank" title="L'economia della Felicità "><img alt="L'economia della Felicità " src="http://www.macrolibrarsi.org/proxy/data/cop/_big/l/l-economia-della-felicita-dvd_48443.jpg" height="160" style="border: 0px; vertical-align: top;" width="122" /></a><br />
Nel periodo dei premi nobel e durante la svendita di expo (guarda <a href="https://www.facebook.com/dove.splende.il.Sole/photos/922299317854683/" target="_blank">qui</a>) tiriamo fuori dall'archivio un'intervista a <a href="http://www.macrolibrarsi.it/autori/_helena_norberg_hodge.php?pn=3173" target="_blank">Helena Norberg-Hodge</a>, premio nobel alternativo e pioniera del movimento per il cibo locale. Già nel 2003 (ma anche prima) l'antropologa, considerata tra gli ambientalisti più influenti al mondo, ci comunicava che "<i>la soluzione è nella localizzazione</i>". Qualche anno più tardi è uscito il suo documentario "<a href="http://www.macrolibrarsi.it/video/__l-economia-della-felicita-dvd.php?pn=3173" target="_blank">L'economia della felicità</a>", dove ci racconta di un altro mondo possibile, di una strada da affrontare per uscire dalla <i>crisi</i>. Ve ne consigliamo la visione e intanto... buona lettura!<br />
<br />
<br />
<b><span style="color: #38761d;">Consumare cibo locale. Sembra quasi un ritorno all'autarchia. Non è un controsenso in un'epoca di grandi scambi internazionali?</span></b><br />
Consumare cibo locale non significa tornare all'auto-sufficienza alimentare, ma semplicemente mirare ad un equilibrio tra commercio e produzione locale, diversificando l'attività economica e accorciando, ogni volta che sia possibile, la distanza tra produttore e consumatore.<br />
<br />
<b><span style="color: #38761d;">Quali sono a grandi linee i limiti dell'attuale globalizzazione alimentare?</span></b><br />
La globalizzazione alimentare si basa su una teoria economica molto semplice: invece di produrre una varietà di cibi diversi, ogni nazione o regione è spinta a specializzarsi su uno o due tipi di produzioni alimentari, quelle che possono essere ottenute ad un costo tale da essere concorrenziale nei confronti di tutti gli altri produttori. In teoria questo sistema dovrebbe assicurare grandi benefici economici, in realtà si è dimostrata una delle maggiori cause di fame e di degrado ambientale.<br />
<br />
<b><span style="color: #38761d;">Puoi spiegarne meglio i motivi?</span></b><br />
L'ambiente ne ha risentito in modo particolare. La globalizzazione delle colture richiede la racconta centralizzata di enormi quantità di singoli raccolti e conduce alla creazione di immense monocolture. Queste a loro volta richiedono l'uso massiccio di pesticidi, diserbanti e fertilizzanti chimici. Tutte pratiche che portano all'eliminazione sistematica della biodiversità, all'erosione dei terreni, all'antropizzazione dei corsi d'acqua e all'avvelenamento degli ecosistemi circostanti. Dal momento che i prodotti del sistema globalizzato sono destinati a mercati lontani, il chilometraggio delle derrate alimentari è cresciuto tanto da rendere il trasporto di cibo uno dei maggiori fattori d'uso di combustibili fossili e del conseguente inquinamento ad emissione di gas.<br />
<span style="font-size: x-small;">[NOTA: nell'intervista originale Helena fa un esempio, ma essendo passati più di dieci anni non riteniamo opportuno riportarlo]</span><br />
<br />
<b><span style="color: #38761d;">Questo fenomeno di concentrazione della produzione spesso è accompagnato da un vistoso declino della qualità...</span></b>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgmBA8p4593atEKTXaTxg_dWS1FW6j_P7mihZ0iL-TvrvEl5zIY4vAKW8bZAQJbcKFQRZS2aLPfcXX3zEKwjJp8M3Q6S6xksKl3tFZf3QMxJyYQV3ZWkb_Sa-tab4kPeeZI8agW2p3Uh0k/s1600/watercrystal_microwave.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgmBA8p4593atEKTXaTxg_dWS1FW6j_P7mihZ0iL-TvrvEl5zIY4vAKW8bZAQJbcKFQRZS2aLPfcXX3zEKwjJp8M3Q6S6xksKl3tFZf3QMxJyYQV3ZWkb_Sa-tab4kPeeZI8agW2p3Uh0k/s1600/watercrystal_microwave.jpg" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">"Prendemmo dell'acqua distillata, che normalmente <br />
forma splendidi cristalli, e la riscaldammo per 15 sec<br />
in un forno a microonde. Riuscimmo a scattare solo<br />
immagini grottesche..." <a href="http://www.maninellaterra.org/search/label/Masaru%20Emoto" target="_blank">Masaru Emoto</a><br />
dal libro "<a href="http://www.macrolibrarsi.it/libri/__il_vero_potere_dell_acqua.php?pn=3173" target="_blank">Il vero potere dell'acqua</a>"</td></tr>
</tbody></table>Sì, a causa della globalizzazione alimentare, la gente in tutto il mondo è indotta a consumare grosso modo lo stesso cibo. In questo modo le monocolture alimentari vanno a braccetto con una crescente monocoltura umana nella quale i gusti e le abitudini alimentari della gente vengono omogeneizzati. Ciò avviene, almeno in parte, attraverso la pubblicità che promuove cibi adatti alle monocolture, alle raccolte meccanizzate, al trasporto su lunghe distanze e alla lunga conservazione. Si sviluppano continuamente nuovi additivi e nuove tecniche per allungare la durata degli alimenti. Ad un consumatore sempre più frettoloso, le multinazionali forniscono cibi "comodi" che si possono rapidamente riscaldare nel forno a microonde. Per non parlare poi del valore nutrizionale degli alimenti che a causa degli elaborati sistemi di trasformazione e tempi di trasporto oggi risulta drasticamente ridotto. Gli alimenti di produzione locale sono invece più freschi e quindi più nutrienti. Hanno bisogno di meno conservanti o altri additivi e i metodi di coltivazione che seguono l'agricoltura naturale contribuiscono a eliminare i residui di pesticidi. Anche la sicurezza alimentare aumenterebbe se la gente facesse più ricorso agli alimenti locali, perché il controllo sugli alimenti sarebbe sparso e decentralizzato invece che in mano ad un pugno di multinazionali. E se i paesi del Sud del mondo fossero incoraggiati ad utilizzare la loro forza lavoro e le loro terre migliori per i consumi locali e non per coltivare prodotti di lusso per i mercati del Nord, diminuirebbe anche la fame endemica e la migrazione forzata.<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiZcGiOwncPcNPUQFuv1vVVtufYB71KPIWynINKmePovMFaHSEv3TzcHw17I5ggyGz5KB42unkp7m6H22C7Mi5EmuRIUsJxKuYt8Zu7B9xRZZhu7-DXv0bzdgbOdrI2w66Kc-VHw6X945Q/s1600/pesticidi-fertilita.jpeg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 0em; margin-right: 1em;"><img alt="pesticidi rischio fertilità" border="0" height="320" onmouseout="this.width=88;this.height=320;" onmouseover="this.width=235;this.height=850;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiZcGiOwncPcNPUQFuv1vVVtufYB71KPIWynINKmePovMFaHSEv3TzcHw17I5ggyGz5KB42unkp7m6H22C7Mi5EmuRIUsJxKuYt8Zu7B9xRZZhu7-DXv0bzdgbOdrI2w66Kc-VHw6X945Q/s1600/pesticidi-fertilita.jpeg" style="cursor: -moz-zoom-in;" title="pesticidi rischio fertilità" width="88" /></a><b><span style="color: #38761d;">Visti tutti questi limiti perché la globalizzazione alimentare sta prendendo piede così rapidamente?</span></b><br />
Anche coloro che ne riconoscono gli effetti negativi sono portati a credere che il sistema alimentare globalizzato sia necessario perché produce più cibo e lo distribuisce a un prezzo minore. In realtà, tale sistema non è più produttivo di quello localizzato, né tanto meno più economico. <span style="background-color: yellow;">Studi condotti in tutto il mondo dimostrano che aziende agricole a produzione diversificata su piccola scala assicurano una produzione totale per unità di terreno maggiore delle monocolture su vasta scala</span>. In realtà se la priorità fosse davvero quella di combattere la fame, il cambiamento verso i sistemi di produzione localizzati dovrebbe iniziare immediatamente dal momenti che essi sono molto più efficienti in tal senso. La produzione globalizzata è anche molto più costosa, anche se una larga parte del costo di produzione non si riflette nel suo prezzo finale. Una parte significativa del prezzo degli alimenti globalizzati è costituita da costi sociali "nascosti" che noi paghiamo attraverso le nostre tasse che vanno a finanziare la ricerca sui pesticidi e sulle biotecnologie, a sovvenzionare i trasporti, le comunicazioni e le infrastrutture energetiche che il sistema della globalizzazione richiede e a fornire ai paesi del terzo mondo quegli aiuti economici che trascinano le loro economie nella distruttività del sistema globalizzato. Senza considerare poi il costo dei guasti ambientali causati da un ristretto numero di multinazionali, ma sopportato da tutta la collettività. In realtà, quando acquistiamo cibo di produzione locale paghiamo di meno perché non paghiamo l'eccesso di trasporto, gli inutili imballaggi, la pubblicità e gli additivi chimici. La maggior parte dei nostri soldi non va a bubboniche multinazionali dell'alimentazione, ma ad agricoltori e a piccoli negozianti locali.<br />
<br />
<b><span style="color: #38761d;">Ma cos'è esattamente un sistema alimentare localizzato?</span></b><br />
L'alimento da economia localizzata è semplicemente un alimento prodotto per un consumo locale o regionale. Per questo motivo i chilometri percorsi dell'alimento sono relativamente pochi e questo riduce notevolmente l'uso di combustibili fossili e il conseguente inquinamento. Ci sono anche altri benefici ambientali. Il mercato localizzato dà agli agricoltori un incentivo a diversificare le produzioni, permettendo la creazioni di un gran numero di nicchie ecologiche occupate da piante selvatiche e specie animali nell'azienda agricola. Inoltre, una produzione diversificata non da spazio ai macchinari pesanti usati per la monocoltura eliminando in tal modo una delle cause principali dell'erosione del suolo. La diversificazione della produzione si presta particolarmente al metodo di coltivazione biologico (certificato o meno) e biodinamico (in permacultura, organico, ecc. - aggiungo io) perché i raccolti sono molto meno soggetti alle infestazioni di parassiti e alle malattie.<br />
<br />
All'ultima domanda "<b><span style="color: #38761d;">Cosa si può fare per sostenere il cibo di produzione locale?</span></b>" vorrei rispondessi tu. Helena conclude l'intervista parlando di deregolamentazione, di campagne informative, mercatini, sistemi di acquisto diretto presso gli agricoltori... Come riportato all'inizio di questo articolo, la soluzione proposta è la localizzazione, metterla in pratica - manifestarla - è anche dare spazio alla propria creatività creando rete, accorciando le distanze, saper dire no. È gratificante sapere che scegliendo soluzioni valide, per noi e per la nostra famiglia, contribuiamo realmente a preservare la biodiversità e la vita agricola, nonché quella dell'ambiente in tutto il mondo.<br />
<br />Mani nella Terrahttp://www.blogger.com/profile/11250275317462651774noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7169839961521557072.post-47645363456607153832015-10-13T19:20:00.002+02:002021-06-13T08:00:42.707+02:00Ottobre. Ebbrezze autunnali<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgHMWCW70w0GrRt9n1oSeHuVMfQVQs8WLAhQnXBC7-AVY-SHVjNIGB01AU-JiRfWEZ4AppuNqJ8UzxRCF9zvrMrJPbpX2ILLiGe4MN0U3jpswlSSYNBlV_ODNKyeWQQ8PmWXlmh1UKlpns/s1600/asino.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 0em; margin-left: 0em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgHMWCW70w0GrRt9n1oSeHuVMfQVQs8WLAhQnXBC7-AVY-SHVjNIGB01AU-JiRfWEZ4AppuNqJ8UzxRCF9zvrMrJPbpX2ILLiGe4MN0U3jpswlSSYNBlV_ODNKyeWQQ8PmWXlmh1UKlpns/s320/asino.jpg" width="298" /></a><span style="font-size: x-small;">Giornate in campagna, scandite dal tempo delle stagioni; bellezza della natura e della vita e del legame profondo che unisce tutti gli esseri viventi. Tutto questo si legge nelle parole di </span><a href="http://www.macrolibrarsi.it/autori/_etain-addey.php?pn=3173" style="font-size: small;" target="_blank">Etain Addey</a><span style="font-size: x-small;"> e noi le condividiamo, mese per mese.</span><br />
<br />
Ieri pomeriggio Martino ha finito di torchiare il vino e ha scaricato le vinacce fuori dalla cantina, sotto il sambuco, prima di smontare il torchio. Potrebbe farci la grappa, ma dice sempre che ha paura poi di mettersi a berla. «Già bevo questo buon vino tutti i giorni, se comincio pure con la grappa...».<br />
Stamattina di buon'ora gli asini avevano già trovato la fonte del profumo inebriante di mosto fermentato e erano in un cerchio stretto attorno al mucchio di vinacce nel cortile a mangiare. L'ultima arrivata, Astrid, ancora non proprio accettata dal gruppo, era rimasta un po' fuori dalla festa, ma rimaneva nei pressi e apena vedeva che gli altri commensali si distraevano, si affrettava a prendere un boccone. Passai di là più volte quella mattina, a portare acqua alle galline, a cogliere l'insalata nell'orto, a vangare die piante enormi di bietola per darle all'anatra Simon e alle sue tre moglie che ne sono ghiotte, e ogni volta vedevo gli asini sempre là, sul lato del cortile che dà sulla valle, a mangiare le vinacce e mi sembravano già un po' barcollanti. «Non li farà male?», chiesi a Martino che stava lavando i pezzi del torchio con il tubo dell'acqua. «Lo fanno tutti gli anni!», rispose lui.<br />
Difatti anche le pecore, dopo questa bella stagione in cui corrono dalle querce ai cerri per mangiare le ghiande che cadono a fiotti, passando per il cancello di casa dove spesso trovano le foglie gialle del gelso, si rassegnano alla stagione magra e passano i giorni dell'inverno a mangiucchiare le cime della ginestra che sono leggermente narcotiche per via della sparteina che contengono, un fatto risaputo da pastori da secoli. Si vede che le piante che inebriano fanno parte del patrimonio di tutti e non siamo solo noi con il nostro vino e caffè a tirarci su di morale quando il tempo è grigio. L'effetto della sparteina è quello di eccitare per poi calmare, e quello di intensificare i colori. Che le pecore, come le mucche e le capre, percepiscano i colori p noto, ed è notissimo a me, che sono costretta a mungere sempre vestita di nero, perché se metto una gonna rossa o blu le pecore fuggono spaventate... «Questa chi è?» Quindi forse per il gregge imbottito di ginestre l'effetto sparteina rinverdisce la valle.<br />
È una stagione, questa, in cui si sentono gli ultimi sprazzi d'estate. Qualche susina ancora c'è. I cachi e le nespole, i kiwi e l'uva fragola mandano i profumi della maturazione e il sole è ancora caldo a mezzogiorno.<br />
Si vedono molti piccoli animali che fanno provviste. Ieri il cagnolino, scavando nelle radici di un ulivo, ha tirato fuori le cacche di un topolino di campagna e tante ghiande che ha messo da parte in fondo alla sua tana dove il topolino aspetta l'inverno, al sicuro, con la sua raccolta. Oggi, durante le ore calde, ho visto una cosa strana che volava per aria nel cortile: sembrava un fiore di tiglio, ma quando è caduto a terra, ho visto che invece era una vespa che cercava di trasportare in volo il "prosciutto" di un grosso grillo verde, con un'ala ancora attaccata. Il volo della vespa era intralciato da quell'ala e, ogni volta che la vespa finiva per terra, faceva di tutto per staccare quella parte non commestibile del grillo. Avrei quasi voluto aiutarla però alla fine è riuscita a volare via con il peso ingombrante.<br />
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiMJ6zgw3Pw67N5M1DZzTbc6j0Ya6Jt25zPgTD7b3E1VQtaR9ik6Dl8o2e2GnPb3Er5TdAZKgfRZ5TV2pPQ6RCkTzhF0OrFi3mX4UxBKB4WH39BdnxoDx1XiqtB9xGbADRRxBO6rmAxbQA/s1600/morning-glory-ipomea.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 0em; margin-left: 0em;"><img border="0" height="132" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiMJ6zgw3Pw67N5M1DZzTbc6j0Ya6Jt25zPgTD7b3E1VQtaR9ik6Dl8o2e2GnPb3Er5TdAZKgfRZ5TV2pPQ6RCkTzhF0OrFi3mX4UxBKB4WH39BdnxoDx1XiqtB9xGbADRRxBO6rmAxbQA/s200/morning-glory-ipomea.jpg" width="200" /></a>Ma l'osservazione più stupefacente di raccolte raffinate l'ho fatta stasera mentre il cielo diventava sempre più nero e si capiva che stava arrivando la tempesta. Improvvisamente le formiche che abitano sotto un grosso sasso dietro casa nostra, sono entrate nel cortile con fare determinato. «Cosa vengono a cercare?», mi sono chiesta. Ho visto i mucchietti di gusci di semi fuori dall'entrata del loro nido ma non ho mai visto questa fiumana di formiche avventarsi dentro il nostro cortile. Le ho seguite e ho notato che trasportavano piccoli semi neri angolari. Mi sembravano i semi delle campanelle che sono fiorire quest'anno attorno alla porta del nostro bagno. Sì, era proprio là che si dirigeva la folla di formiche e ognuna si affrettava a portare il peso di uno di quei semi verso casa, prima che la pioggia guastasse la festa autunnale. Non l'ho mai provato, ma so che i semi delle campanelle (<i>ipomea violacea</i>) contengono un potente principio attivo dalla proprietà allucinogene, l'ammide dell'acido lisergico, che differisce dall'LSD per soli due gruppi etilici. Si dice che gli effetti allucinogeni dei semi siano intensi e duraturi, e secondi i primi cronisti spagnoli, il <i>tlitliltzin </i>fu usato nei rituali sciamanici dei popoli indigeni del Centro e del Sud America. Il suo nome azteco significava "sacra cosa nera". Ecco, <i>le formiche lo sanno!</i> Quando la tempesta le costringerà a rimanere chiuse nella tana, come useranno questi semi?<br />
È arrivata la tempesta. Noi rimettiamo gli animali al sicuro nelle stalle e ci chiudiamo in casa davanti al focolare con un bel bicchiere di bino e io penso con stupore alla serata delle formiche.Mani nella Terrahttp://www.blogger.com/profile/11250275317462651774noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7169839961521557072.post-32570340120788504442015-09-27T16:55:00.001+02:002021-06-13T08:00:44.963+02:00Settembre. Sei lenzuola, ago, filo e una padella<span style="font-size: x-small;">Giornate in campagna, scandite dal tempo delle stagioni; abitudini e storie raccontate da </span><a href="http://www.macrolibrarsi.it/autori/_etain-addey.php?pn=3173" style="font-size: small;" target="_blank">Etain Addey</a>.<span style="font-size: x-small;"> Noi le condividiamo, mese per mese.</span><br />
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"Piovono vecchiette e rametti" di dice nel Galles quando piove tanto, "<i>mae h'in bwrw hen wragedd a ffy</i>", e sì che i Gallesi se ne intendono di pioggia e hanno una quarantina di parole nella lingua celtina per descriverla. Questa connessione fra donne e rametti mi ricorda che i Nativi americani chiamano i rametti "legname da donna" perché è quello che si usa per cucinare. Difatti, per far bollire l'acqua, è la legna piccola che ci vuole, e in grandi quantità, perché con i ciocchi grossi non si raggiungerebbe mai la temperatura necessaria. Ora che cuciniamo tutto l'anno con la legna, invece che solo d'inverno, questo lavoro delle fascine è raddoppiato e sono quasi sempre le donne che lo fanno... perché è un lavoro lungo di pazienza che per sua natura invita al racconto.<br />
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Questo autunno eravamo un bel gruppo di donne sul campo di sopra, dove Jesse aveva pulito il pascolo dalle ginestre e dai ginepri. Eravamo cinque donne attorno ai mucchi di rami a far fascine. Due dei loro racconti mi sono rimasti particolarmente impressi. Ogni storia ne richiama alla mente un'altra, ramificandosi come alberi; la storia di Isabella uscì da una mattinata in cui ci si raccontava le esperienze più imbarazzanti della vita e fu acclamata da tutte come l'esperienza più mortificante per eccellenza.<br />
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"Ero sposata da poco e abitavamo in mezzo ai <i>fens</i>", cominciò Isabella. I <i>fens</i> sono una zona paludosa nell'est dell'Inghilterra, un luogo sperduto dagli orizzonti lontani, con pochi paesi sparsi per una campagna vastissima. "Mi era nato il primo figlio Damien, aveva solo cinque mesi, ancora lo allattavo e avevo tantissimo latte. Stavo tutto il giorno sola con il bimbo senza potermi muovere, se non a piedi, perché mio marito prendeva la macchina e andava a lavorare sulla costa. Quindi se mi mancava qualcosa in casa, dovevo farne a meno. Un giorno mi venne a trovare, a sopresa, mia suocera per prendere un caffè. Questa vecchia già non mi poteva tanto vedere, essendo convinta che io fossi una hippy e una poco di buono, che non meritava di aver sposato suo figlio." E bisogna dire che Isabella è una donna molto bella che effettivamente ha un che di zingaresco, coperta com'è di braccialetti e collane: sicuramente non fu, da giovane, la nuora ideale. "Io la feci accomodare in salotto, scusandomi del caos, e corsi in cucina a fare il caffè. Speravo che lei non mi seguisse anche in cucina perché la confusione era anche peggiore. Mi misi a fare il caffè e quando fu pronto, lo versai in due tazze e aprì il frigorifero per prendere il latte. Oddio! Non c'era più un goccio di latte! Mia suocera non avrebbe mai bevuto il caffè senza latte e il primo negozio era a otto chilometri di strada. La vecchia avrebbe sicuramente aggiunto all'elenco dei miei difetti quello di essere una casalinga incapace! Mentre stavo in piedi davanti alla tavola della cucina con le due tazze di caffè nero, mi resi conto che la soluzione era lì a portata di mano. Gocciolavo latte da entrambi i seni come spesso capita alle donne che allattano. Fu un attimo: tirai su la maglietta e spruzzai il latte fresco nella prima tazza. In quel preciso momento, la porta della cucina si aprì e comparve la suocera sulla soglia. Cosa potevo dire? Non c'erano spiegazioni possibili. E difatti, con un 'espressione di disgusto oltraggiato, la vecchia girò su se stessa e uscì dalla cucina e dalla casa. E non la vidi mai più!".<br />
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Le donne, ferme e con i rametti in mano, concordarono che c'era da sudare freddo solo a pensare a quel momento, ma perché, in fondo, non andava bene il latte fresco di mamma al posto del latte UHT della mucca? Partendo da questo esempio di creatività femminile, un'altra donna della comitiva, Vera, ci raccontò una drammatica esperienza vissuta da piccola nelle campagne dell'Oklahoma. Vera sembrava una vecchia pioniera, e difatti aveva 78 anni ed era cresciuta nella vita dura di podere.<br />
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"Tutto questo è successo quando io avevo otto anni, quindi erano gli anni 30, gli anni della depressione in America. C'era molta miseria, ma la gente stringeva la cinta e andava avanti. Fra i nostri vicini, c'era una donna giovane in un podere, che distava dal nostro forse mezzo chilometro, che soffriva tanto. Il marito si ubriacava tutte le sere e, tornato a casa, la menava violentemente prima di addormentarsi. Avevano una figlia di quattro anni e sentivo mia madre e le sorelle che dicevano che era dal primo giorno di matrimonio che lui si comportava così. Tutta la comunità era in pena per questa donna sempre piena di lividi, ma la vita era dura per tutti e ognuno pensava a tirare avanti. Poi, una mattina, ci fu una notizia sconvolgente. Io ero piccola, non mi volevano raccontare cosa era successo, ma la storia era troppo strana perché alla fine non venissi a conoscerne i particolari. Insomma, questa donna, che aveva sopportato nella sua solitudine una vita infernale per tanti anni, si era finalmente ribellata. Dopo aver governato gli animali del podere, accudito e messo a letto la figlia, e preparato la cena, aveva steso sul letto matrimoniale sei lenzuola. Il marito era tornato a casa dal paese dove aveva bevuto, aveva cenato e, ubriaco come sempre, aveva riempito la moglie di botte, dopodiché era stramazzato sil letto privo di sensi. Allora lei, con calma, lo aveva arrotolato dentro il primo lenzuolo e, presi l'ago e il filo, lo aveva cucito dentro dalla testa ai piedi. Poi lo aveva arrotolato dentro il secondo lenzuolo ripetendo l'operazione. Cosa pensava mentre cuciva? Ci vogliono lunghi minuti per cucire a mano la lunghezza di un lenzuolo! E se il marito si fosse svegliato? Quando ebbe finito di cucire il marito dentro tutti e sei i lenzuoli, andò in cucina e prese la grande padella di ferro che, nell'America rurale di allora, serviva per fare la prima colazione di fagioli e cotiche. Tornò nella camera da letto dove il marito era invisibile ormai nel suo sudario e fracassò con un colpo solo la testa al suo aguzzino. Ci deve aver messo tutta la rabbia accumulata in quei cinque anni. Poi prese la figlia e scomparve nella notte".<br />
La vecchia guardò il cerchio di donne sbigottite e concluse la storia: "Lo sceriffo <i>neanche </i>la cercò".<br />
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I rametti sono piccoli, "legname da donna", ma sono quelli che fanno il fuoco più scottante!<br />
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<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhPUz5dKuRVoJ1mBysFR5DUDoW5PXDbXdTtHaWIlSVPfpT_6z7UKlcpwB2Y_hBxQV_DHbAY0WjOafEt93tYKhR2-CtfbrgSUwxN9d2xvcEM55GokrIPGsVang4cP4ux8vgEfJOQwoH1P_s/s1600/Un+gruppo+di+ragazze+nel+Kashmir+tornano+a+casa+dopo+aver+raccolto+della+legna+in+una+foresta+%2528Epa%253AKhan%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhPUz5dKuRVoJ1mBysFR5DUDoW5PXDbXdTtHaWIlSVPfpT_6z7UKlcpwB2Y_hBxQV_DHbAY0WjOafEt93tYKhR2-CtfbrgSUwxN9d2xvcEM55GokrIPGsVang4cP4ux8vgEfJOQwoH1P_s/s640/Un+gruppo+di+ragazze+nel+Kashmir+tornano+a+casa+dopo+aver+raccolto+della+legna+in+una+foresta+%2528Epa%253AKhan%2529.jpg" width="640" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Kashmir, luglio 2015. Un gruppo di ragazze torna a casa dopo aver raccolto della legna in una foresta (Epa/Khan)</td></tr>
</tbody></table>
<br />Mani nella Terrahttp://www.blogger.com/profile/11250275317462651774noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7169839961521557072.post-4824344495343328512015-09-27T14:39:00.001+02:002021-06-13T08:00:47.072+02:00La Terra e l’alchimia dell’Autunno: la maturazioneIl profumo estivo dei prati in fiore e degli alberi, l'odore del fieno e il colore dei campi sono sfumati. Emana ora dalla terra profumo di funghi. L'orecchio più sensibile percepisce il fruscio delle faggiole che cadono nel bosco, il suono ottuso-metallico della mela che rumorosamente tocca il prato e il baccello secco dei fagioli maturi che scricchiola al vento.<br />
Il mondo vegetale, silenzioso nel crescere e fiorire, comincia a diventare un mondo di suoni al momento della maturazione. Scricchiola e crepita, diviente frusciante e stormisce: è il vento che soffia sul frumento e attraversa le corone degli alberi. Diviene egli stesso un aiuto al processo di essiccamento e maturazione degli involucri dei semi.
Il profumo autunnale che fluttua nell'aria, i suoni sibilanti, acuti e ottusi dei frutti, dei semi e del fogliame che cade, collegati all'infinita molteplicità di movimenti piccoli degli involucri che si aprono, possono divenire per i nostri sensi lettere di un linguaggio misterioso.<br />
Il movimento e il suono sono fenomeni naturali nel piu largo senso della parola. Sono l'espressoone di un'esperienza interiore che riproduce, trasformando, qualcosa di percepito esteriormente. Il leone ruggisce e salar, quando ha fame, la pecora bela e rimane tranquilla. Gli animali reagiscono seguendo ciò che è in loro congenito. Anche l’uomo reagisce all’ambiente, ma sta a lui decidere se comportarsi come un leone o una pecora. L’elemento <i>personale</i>, “individuale”, che possiedono i felini e i ruminati (come anima di gruppo) è nell’essere umano nascosto nell’Io, nella persona singola. Pertanto ogni individuo rispecchia ali mondo in modo diverso dall’altro, esprimendosi nei gesti e nei suoni.<br />
Nella forma, nel colore e nel profumo, questo elemento <i>personale</i> delle piante è silenziosamente accennato come un alito. Nella maturazione dei frutti e nei fenomeni ad essa collegati di suono e movimento, si esprime in modo penetrante.<br />
Sarebbe però completamente errato dedurre da tali fenomeni un “carattere animico” del mondo vegetale. Rapide deduzioni testimoniano soltanto il fatto che non si è osservato in modo sufficientemente esatto. Infatti, il modo in cui un individuo, un animale o una pianta reagiscono all’ambiente, sono tre cose del tutto diverse. L’uomo, come abbiamo detto, può dirigere intenzionalmente la propria reazione; nell’animale impressione e reazione si succedono tanto rapidamente che la pelle del camaleonte cambia colore non appena l’ambiente cambia colore.<br />
Cosa sono, dunque, questi suoni e movimenti dei semi e dei frutti che maturano? Sicuramente non è cosa di tutte le piante. Molte sono completamente <i>silenziose</i> per tutta la loro esistenza. Vi sono tuttavia centinaia e migliaia di esempi di movimenti, di suoni, <i>reazioni</i> molto sorprendenti del mondo vegetale. Pensiamo alla mimosa, ai movimenti tentacolari delle cosiddette piante carnivore, all’inesauribile numero di rumori durante la maturazione, compresi i loro fenomeni spesso fantastici di scoppi e catapultanti, che lanciano i semi a grandi distanze.<br />
Il mondo vegetale si rende percettibile ai nostri sensi in modo diverso. Vi sono piante “vistose” la loro forma si rivolge a noi con il colore della foglia e del fiore, e piante che percepiamo molto prima di vederle, come il tiglio in fiore che pur non vedendolo possiamo percepirne il profumo. Cosa fanno veramente queste piante che si impongono a noi in questo modo con il loro profumo? Esse fanno fluire lo loro essenza nell’atmosfera così da farci dire: la pianta non è soltanto laddove possiamo percepirla con gli occhi, ma si estende tanto lontano con la sua intera forma vitale cime la possiamo percepire con l’odorato. Il vento agita le corone degli alberi, fa ondeggiare il campo di grano, porta le nuvole di polline come scie solforose sopra i boschi e trasporta i veli odorosi dei giardini delle spezie tropicali molto al di sopra delle onde del mare. Quando culmi e foglie si muovono, è l’occhio che vede; quando i veli odorosi si effondono nello spazio, è il naso, è l’olfatto che li percepisce. Ambedue fanno però parte della pianta <i>intera</i>. <i>In base al proprio spazio vitale, la pianta è anche là dove la percepiamo soltanto con l’odorato</i>.<br />
La pianta si radica nella terra, si estende nello spazio con lo stelo, il tronco, la foglia e il fiore e fluisce nell’atmosfera con il profumo. Non tutte le piante fluiscono però in questo modo. Molte si trattengono completamente e arrestano in sé il voler fluire, lo trasformano in frutti nutrienti, in capsule lignificate e baccelli crepitanti. Soltanto quando il seme è maturo cominciano a penetrare nell’ambiente con movimenti sorprendenti e persino con suoni. Catapultano e scagliano i loro semi tutt’intorno. Con questi gesti, la pianta traccia nuovamente e in altro modo il proprio spazio vitale, come accade con il far fluire il profumo. Questo spazio vitale è minore, più trattenuto, ma per il fatto che la pianta <i>trattiene</i> qualcosa e non lo lascia fluire, sviluppa la forza per i movimenti e i rumori. Si capisce come tra queste ultime piante ve ne siano soltanto pochissime, che sviluppano un profumo particolare nei fiori, nelle foglie o in altro modo. Una cosa esclude quasi l’altra.<br />
Da tutto questo si dimostra che la pianta, con la fioritura, la fruttificazione e la maturazione penetra in una regione inserita nell’elemento aereo dell’atmosfera che si trova intorno alla Terra. In questa atmosfera non vi è soltanto ossigeno, azoto, anidride carbonica, ecc. in un rapporto esatto, ma questo complesso aereo è compenetrato di calore, luce ed acqua. <a href="http://www.maninellaterra.org/search/label/Rudolf%20STEINER" target="_blank">Rudolf Steiner</a> indicò inoltre nel cosiddetto <a href="http://www.macrolibrarsi.it/libri/__impulsi-scientifico-spirituali-per-il-progresso-dell-agricoltura-steiner-rudolf-libro.php?pn=3173" target="_blank">corso di agricoltura</a> che questa atmosfera, con le sue molteplicità di operazioni materiali e sotto forma di forze, è portatrice ed espressione della natura animica della Terra vivente. Ciò che si verifica come fenomeni atmosferici, ciò che diviene per noi percettibile nelle nuvole, nei temporali e nelle grandinate, non è soltanto il risultato di processi meccanici. Si rispecchia in questi eventi qualcosa di ciò che <i>sperimenta</i> l’essere animino della Terra, allorché la <i>vita</i> della Terra viene a contatto con delle <i>forze</i> che fluiscono sulla Terra dalla lontana sfera astrale. Vi è nell’alta atmosfera una regione per la Terra in cui si incontrano le forze terrestre e quelle celesti. Là l’essere animino della Terra è sensibilissimo. Risponde, reagisce sensibilmente alle forze che giungono dall’ambiente in essa circostante. In questo reagire, in questa <i>cooperazione</i> dell’anima della Terra e delle costellazione degli astri viene preparato quello che poi si modella come tempo atmosferico. Questo è il motivo per cui, dai tempi più antichi, il meteorologo guarda il cielo azzurro e può riconoscere dalle più sottili formazioni nuvolose a grandi altezze quale tempo atmosferico si prepara per i giorni a venire.<br />
Questo spazio spirituale in cui l’essere animico della Terra partecipa all’intero animico dell’intero cosmo stellare e ne viene toccata, è però nel contempo la regione in cui è inserito il mondo vegetale. Questo essere vegetale non ha una propria natura animica come l’animale e l’uomo. Vive con il suo fiorire, fruttificare e maturare come <i>qualcosa che partecipa soltanto</i> alla natura animica della Terra. La Terra dona una parte della propria natura animica della pianta, che fiorisce, fruttifica e matura. La vera natura di ciò che fluisce come effetti dalla zona lontana intorno alla Terra nella regione aerea, è una forza <i>fecondante</i>. Questa non vive soltanto nella luce e nel calore, si comunica anche alle formazioni nuvolose che portano poi sulla Terra vere forze celesti sottoforma di pioggia e rugiada. L’acqua, che sale dapprima dalla Terra come vapore e formazioni nuvolose, viene dotata e fecondata di nuove forze nelle regioni più alte dell’atmosfera.<br />
Calore, luce, aria ed acqua sono nell’atmosfera i portatori delle forze che affluiscono dalla zona circostante la Terra al mondo vegetale. Questo affluire subisce però una continua metamorfosi ritmica nelle diverse stagioni. In primavera la Terra espira il proprio essere animico, offrendolo sempre più agli effetti stellari fin verso l’estate. Nella piena estate si raggiunge il culmine di tale processo. Verso l’autunno la Terra comincia nuovamente a liberare sempre più il proprio essere animico dalle forze della zona circostante e a ritirarsi in se stessa. Donandosi alle forze celesti dell’estate, l’essere animico della Terra si è però talmente trasformato da poter sviluppare da sé i processi della fruttificazione e della maturazione. Ciò che nasce come gioia di colori del mondo dei fiori dell’estate attraverso la dedizione dell’anima della Terra all’anima del cosmo, vive ora nell’anima stessa della Terra ed afferra l’intero mondo vegetale. Nel fogliame che cambia colore, nella maturazione dei frutti e dei semi, fiorisce, arde ed essicca ciò che la Terra e il cielo hanno creato in comune durante l’estate. Ma ciò che vi fiorisce ed arde è ora benedetto dalle forze astrali. Viene accolto nel grembo materno della Terra come sostanza germinante.<br />
In ogni morire del periodo autunnale vive quindi una forza di rinnovamento che viene trasferita all’inverno.<br />
Ciò che fa la Terra stessa mentre si distacca nuovamente dalla zona circostante, riflettendo su se stessa, accade anche nel mondo vegetale. Nei suoni e nei movimenti della maturazione vive un elemento analogo a quello dei suoni e dei movimenti prodotto dalla Terra intera allorché cominciano a soffiare i venti dell’equinozio. Si esprime in ciò un elemento molto “personale” sia nel mondo vegetale sia nella vita della Terra. Nello sfavillare delle stelle cadenti nelle notti di tarda estate e dell’autunno vive una forza analoga a quella del fluttuare dei semi.<br />
Nei giorni autunnali l’uomo può riandare a ciò che l’estate gli ha dato. Può guardare in sé a ciò che matura ed è in divenire, per afferrarlo e trasformarlo con la forza della propria personalità e per regalarlo al futuro.<br />
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<a href="https://www.facebook.com/dove.splende.il.Sole/videos/361603690591429/">Autunno: i colori e la poesia</a><br />
"Non so se tutti hanno capito Ottobre la tua grande bellezza: nei tini grassi come pance piene prepari mosto e ebbrezza, prepari mosto e ebbrezza..." - Guccini, la canzone dei dodici mesi<br />
Posted by <a href="https://www.facebook.com/dove.splende.il.Sole">Mani nella Terra</a> on Thursday, October 11, 2012</blockquote>
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Mani nella Terrahttp://www.blogger.com/profile/11250275317462651774noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7169839961521557072.post-52770131802550832242015-09-13T11:48:00.000+02:002021-06-13T08:00:53.971+02:00Quando un'opera d'arte (educativa) può dirsi riuscita? Si possono avere opinioni diverse al riguardo ma, a ben vedere, non è possibile rispondere a questa domanda, perché viene posta in modo sbagliato.<br />
<br />
I bambini non sono l'oggetto della nostra attività di formazione o deformazione.<br />
<br />
Ci troviamo in presenza del fenomeno per cui "<i>ciò che dev'essere portato a manifestazione crea da sé la capacità mediante la quale viene portato a manifestazione, cosa che a tutta prima è incomprensibile e ha a che fare con la sorgente della libertà. Con ciò è raggiunta la soglia</i>. (Stuttgen). Ogni volta che un essere umano deve la facoltà di portare a manifestazione qualcosa dalla cosa stessa, ovvero trova il motivo del proprio agire nell'agire stesso e la capacità di azione nel futuro, esso è un artista in una accezione allargata. In questo modo l'aspetto creativo si delinea quale aspetto centrale del rapporto pedagogico. È quello che aveva in mente <a href="http://www.macrolibrarsi.it/autori/_janusz-korczak.php?pn=3173" target="_blank">Janusz Korczak</a> quando scriveva che l'educatore matura <i>attraverso il bambino a quella ispirazione che è richiesta dal lavoro educativo</i>. Rudolf Steiner parlò dell'<i><a href="http://www.macrolibrarsi.it/libri/__forze_animico_spirituali_alla_base_della_pedagogia.php?pn=3173" target="_blank">amore per l'atto educativo in sé</a></i> come vera e propria fonte di ispirazione. Viene raggiunta una vera competenza pedagogica soltanto quando l'educatore arriva a comprendere se stesso partendo da un'<i>esperienza dell'infanzia</i> che lo porta alla "soglia". La questione della qualità<br />
<br />
Come educatore consento a una possibilità (umana) di diventare realtà (umana) - oppure viceversa - rivolgendo la mia comprensione al suo voler divenire. Questo rivolgere la comprensione è <i>attività creativa </i>e, allo stesso tempo, l'unica forma di azione educativa di cui valga la pena parlare. Tutti i provvedimenti e le metodologie correnti di carattere interventista sono qualitativamente inefficaci. Costringono il bambino a stare sulla difensiva, e questo può fuorviare, indebolire, portare all'arresto della volontà creativa rispetto alla sua evoluzione<br />
<br />
La forza che coopera alla creazione è la comprensione. Il fondamento del mio agire educativo attraverso la comprensione - si tratta solo in secondo e terzo luogo di un agire esteriore - è insito in questo stesso agire.Mani nella Terrahttp://www.blogger.com/profile/11250275317462651774noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7169839961521557072.post-35529373914254614172015-09-13T10:30:00.000+02:002021-06-13T08:01:24.610+02:00Il risveglio dell'atteggiamento pedagogico<div style="text-align: center;">
Solo il bambino stesso può rivelare chi è.<br />
Implicito nella domanda: "<i>Chi è il bambino?</i>" è il riconoscimento che ogni essere umano è un individuo. Tutta l'educazione e tutta l'istruzione porteranno il segno dell'atteggiamento dell'adulto verso questo problema. Il bambino è un vaso vuoto da riempire, oppure allevare vuole dire avere la possibilità di liberare le sue qualità innate?<br />
- <a href="http://www.macrolibrarsi.it/autori/_arve_mathisen.php?pn=3173" target="_blank">Arve Mathisen</a></div>
<br />
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgJmRLadgSWTCJ9JO8Nji8bs2AHR6iwEFrWgKYTmRbpmK1tH4kC5TX4IvRp3FTBBzJntcwH85c_O7duM9d9Y4D6i68g1NjUfoWqzBifUUkHmYi0oswjBLZj74huc671aOwoLYvmyQAl0p4/s1600/Rudolf-Steiner.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 0em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="106" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgJmRLadgSWTCJ9JO8Nji8bs2AHR6iwEFrWgKYTmRbpmK1tH4kC5TX4IvRp3FTBBzJntcwH85c_O7duM9d9Y4D6i68g1NjUfoWqzBifUUkHmYi0oswjBLZj74huc671aOwoLYvmyQAl0p4/s200/Rudolf-Steiner.jpg" width="80" /></a>Desideriamo accompagnare il rientro a scuola di alunni e maestri con questo estratto dalla conferenza di Rudolf Steiner "<a href="http://www.macrolibrarsi.it/libri/__importanza-della-conoscenza-dell-uomo-per-la-pedagogia-e-della-pedagogia-per-la-cultura.php?pn=3173" target="_blank">Importanza della conoscenza dell'uomo per la pedagogia e della pedagogia per la cultura</a>".<br />
<i><br /></i>
<i>Solo se il bambino può essere il nostro educatore che ci porta i messaggi del mondo spirituale, </i><br />
<i>sarà anche disposto ad accogliere i messaggi che noi portiamo a lui dall'esistenza terrena.</i><br />
___________________________________________________________________________________________<br />
[...] Nella nostra vita civile la teorie e la pratica sono oggi diventate due campi che stanno a grande distanza l'uno dall'altro. Per quanto possa sembrare paradossale, questo fatto si può osservare in modo specialmente evidente nelle attività più pratiche della vita. Si imparano in teoria molte cose, [...] senza considerare però che si agisce e che bisogna agire in base alle condizioni volute dalla realtà. [...] L'unico campo in cui queste cose si riconoscono è quello della meccanica, con le sue applicazioni nella vita. Se si vuole costruire un ponte, bisogna conoscere le leggi meccaniche in base alle quali esso possa venir costruito in modo da rispondere alle esigenze volute; [...] sono noti gli effetti di una meccanica errata. In complesso è questo l'unico campo dove senz'altro si può dire nella vita pratica: o si pensa qualcosa secondo le condizioni della realtà, oppure la cosa stessa non può esistere.<br />
Se si prende un altro campo, si vedrà subito che non è così evidente stabilire se si pensa secondo le condizioni della realtà o meno [...] se l'educazione è condotta in base alle condizioni poste dal fanciullo in crescita, oppure se ci lasciamo guidare da idee stravaganti [...]. Quando poi si porta il pensare meccanico nella pedagogia, quando per esempio si fanno scrivere al fanciullo parole senza nesso fra di loro [...] si dimostra di non aver più alcun talento per avvicinarsi al fanciullo. Si fanno cioè esperimenti sul fanciullo, perché ci manca la capacità di avvicinarci al suo cuore e alla sua anima. [...]<br />
<br />
<i>Bambino, poiché con la nascita tu sei entrato nell'esistenza terrena, eccoti dunque in mezzo ad uomini!</i><br />
<i>Colui che viveva fra entità divine spirituali è ora disceso per vivere fra gli uomini!</i><br />
<i><br /></i>
[...] Nel bambino vediamo esprimersi il divino [...] le entità divine riversano le loro correnti di grazia, quali essenze divine spirituali, affinché queste, qui sull'altare della vita fisica, abbiano a svilupparsi umanamente, quali messaggeri degli dei. In ogni bambino vediamo l'ordine universale divino, vediamo come Dio crei il mondo. Nella sua massima
espressione questo ci appare allorché contempliamo il bambino in divenire. Allora ogni singolo essere umano ci diventa un sacro enigma, poiché allora ciascun bimbo pone il grande quesito, cioè non come il bambino debba essere educato secondi i nostri criteri, in modo che si avvicini ad un idolo, ma piuttosto come dobbiamo curare ciò che le entità spirituali ci hanno mandato nel mondo terreno. Impariamo cioè a riconoscerci collaboratori del mondo spirituale divino e soprattutto a chiederci: che cosa può derivarne se ci dedichiamo all'insegnamento e all'educazione con tale atteggiamento?<br />
[...] La conoscenza dell'uomo si può acquistare soltanto se l'amore umano - qui si tratta dell'amore per il fanciullo - si trasforma in un atteggiamento attivo [...] allora la professione dell'educatore diventa una missione sacerdotale, poiché in tal caso l'educatore si fa interprete di quanto il mondo divino intende realizzare per mezzo dell'uomo. Un siffatto atteggiamento [...] neppure lo si acquista appropriandosi di teorie estranee alla vita, lontane dalla vita, ma soltanto avendo un senso per qualsiasi manifestazione della vita, e riuscendo a penetrare amorevolmente in ciascuna di esse.<br />
Oggi si parla molto di riforma pedagogica [...] molto si ragiona sul modo in cui si dovrebbe educare! [...] E si dispongono programmi [...] oggi si fa formulare ogni cosa teoricamente. Mai come oggi si son saputi formulare programmi con maggiore abilità! Dopo di che un tale programma, o più programmi, vengono sottoposti ad una commissione, a un parlamento, il che denota di nuovo molta intelligenza. Poi forse, per riguardo a questo o quel partito, una cosa la si cancella o un'altra viene aggiunta; ne risulta infine un assieme estremamente sapiente [...]. Ma con tutto questo nulla si può fare, perché non sono queste le cose che importano!<br />
[...] Mai si è trattano per noi (Scuola Waldorf) di stabilire un programma [...] «basi» che in qualche modo avrebbero dovuto trasformarsi in leggi, fin dall'inizio non ci interessavano. Quel che ci interessò fu la realtà. Qual era essa dunque? A tutta prima essa era rappresentata dai bambini, un dato numero di <b>individualità</b> infantili, dotati di questa o di quella caratteristica. [...] Dunque: prima cosa furono i bambini; e poi i maestri [...] tutti costoro non esistono in astratto, ma sono singoli esseri ben concreti! [...] In tal modo si vien portati di necessità a creare una pedagogia vera, conforme a realtà, sulla base della conoscenza dell'uomo. [...] La pedagogia antroposofica è perciò pratica educativa artistica, e in fondo può soltanto dare indicazioni sul modo di comportarsi nel caso singolo.
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjfXfW1KWL-2dz3iSqQ7tOPDoNjzvr6J1VkmTSLat8kKZaN3_mj3Ki7OW5eq6ml6enkG34sOCm7BGBar62QgvhTTpTTmNos4hYFZ5gucXQ0IeZ9yMOKt-bl8aE2UTkRV1j7udT56UbPms0/s1600/benstudiare.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 0em; margin-right: 1em;"></a><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhoDluGDi6pSK7ps7MqO9oXdtgs7UaKWi2PH0zCVyg9ORfIhi0xWWvHHi5XMrF1Q-nYOeR-_BGvXss14WcTOKv3xn-0Uu0siHoN156oLSPpHp24ugdHj2IUbZ937FLaGtHVGR1JGUPWsjA/s1600/diritto.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 0em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="226" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhoDluGDi6pSK7ps7MqO9oXdtgs7UaKWi2PH0zCVyg9ORfIhi0xWWvHHi5XMrF1Q-nYOeR-_BGvXss14WcTOKv3xn-0Uu0siHoN156oLSPpHp24ugdHj2IUbZ937FLaGtHVGR1JGUPWsjA/s320/diritto.jpg" width="320" /></a>
[...] Gli odierni sistemi scolastici non possono fare a meno di estraniarci dal mondo, si viene senz'altro strappati dal mondo. E ne nasce pure questa stranezza: che il pedagogo, estraneo al mondo, dovrebbe appunto far evolvere l'uomo affinché egli riesca nel mondo.
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjfXfW1KWL-2dz3iSqQ7tOPDoNjzvr6J1VkmTSLat8kKZaN3_mj3Ki7OW5eq6ml6enkG34sOCm7BGBar62QgvhTTpTTmNos4hYFZ5gucXQ0IeZ9yMOKt-bl8aE2UTkRV1j7udT56UbPms0/s1600/benstudiare.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-top: -1em; margin-bottom: -1em;"><img border="0" height="168" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjfXfW1KWL-2dz3iSqQ7tOPDoNjzvr6J1VkmTSLat8kKZaN3_mj3Ki7OW5eq6ml6enkG34sOCm7BGBar62QgvhTTpTTmNos4hYFZ5gucXQ0IeZ9yMOKt-bl8aE2UTkRV1j7udT56UbPms0/s320/benstudiare.jpg" width="320" /></a> Ma ora immaginiamoci per un momento che quanto oggi abbiamo esposto divenga il reale <i>atteggiamento</i> del maestro. Allora egli starà di fronte ai fanciulli così che in ciascuno di essi egli si paleserà un intero mondo - e non solo un mondo umano, bensì un mondo divino spirituale che si manifesta nell'ambito terreno. Vorremmo dire che il mondo si paleserà all'educatore in tanti svariati punti di vista quanti saranno i fanciulli affidati alle sue cure. Attraverso ciascuno di essi, egli guarderà il vasto mondo. Il suo modo di educare diventerà <i>arte</i>. Il suo insegnamento sarà retto dalla consapevolezza che il suo lavoro è volto direttamente allo sviluppo del mondo. [...]<br />
Se noi educhiamo secondo la realtà, se ci prendiamo cura di ciò che, come spirito e come anima, si rivela nel fanciullo, allora siamo nella stessa posizione del giardiniere di fronte alle sue piante. Forse il giardiniere conosce tutti i segreti delle piante che egli cura? Le piante hanno ben più segreti di quelli che il giardiniere conosca! Ma
egli può avere cura delle piante, forse ancor meglio di quelle che non conosce ancora, perché conosce la pratica, perché possiede, per cosi dire, l'intuito necessario. Così avviene pure in una vera arte dell'educazione. [...] Se questo è il nostro atteggiamento, riusciamo anche a realizzarlo. Riesce a tanto l'amore che, nell'educazione, si
irradia e si diffonde.<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjv8tKhiKFvLuwXTVAaO62nq5suBbiC-ZYBdpf6kR-LB3mmPfU1i_GcCqNaMXj73G0YL9vvDKYnDdfFpgjNZcPYLZ2r_KkduYxzTz_lWIe-uF4tseIfstsBWNZ0k2nH3vIvhLCDBiqmPY8/s1600/buonamaestra.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="300" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjv8tKhiKFvLuwXTVAaO62nq5suBbiC-ZYBdpf6kR-LB3mmPfU1i_GcCqNaMXj73G0YL9vvDKYnDdfFpgjNZcPYLZ2r_KkduYxzTz_lWIe-uF4tseIfstsBWNZ0k2nH3vIvhLCDBiqmPY8/s640/buonamaestra.jpg" width="700" /></a></div>
<br />
<span style="font-size: x-small;">NOTA: le filastrocche sono di <a href="http://www.macrolibrarsi.it/autori/_bruno-tognolini.php?pn=3173" target="_blank">Bruno Tognolini</a></span><br />
<br />
<table align="center" border="1" bordercolor="green" cellpadding="4" style="text-align: center;"><tbody>
<tr> <td colspan="6">per educatori e genitori<br />
con il tuo acquisto puoi sostenere Mani nella Terra (leggi <a href="http://www.maninellaterra.org/p/sostienici.html" target="_blank">QUI</a>)</td> </tr>
<tr><td class="tr-caption"><a href="http://www.macrolibrarsi.it/libri/__insegnamento-e-conoscenza-dell-uomo.php?pn=3173" target="_blank" title="Insegnamento e Conoscenza dell'Uomo"><img alt="Insegnamento e Conoscenza dell'Uomo" src="http://www.macrolibrarsi.org/proxy/data/cop/_big/i/insegnamento-e-conoscenza-dell-uomo_38721.jpg" height="140" style="border: 0; vertical-align: top;" width="101" /></a><br />
<a class="autore" href="http://www.macrolibrarsi.it/autori/_rudolf_steiner.php?pn=3173" target="_blank" title="Rudolf Steiner">Rudolf Steiner</a><br />
<a href="http://www.macrolibrarsi.it/libri/__insegnamento-e-conoscenza-dell-uomo.php?pn=3173" style="font-weight: bold;" target="_blank" title="Insegnamento e Conoscenza dell'Uomo">Insegnamento e Conoscenza dell'Uomo</a><br />
Per una pedagogia basata sulle condizioni della realtà.<br />
<a href="http://www.macrolibrarsi.it/edizioni/_antroposofica.php?pn=3173" target="_blank" title="Antroposofica Editrice">Antroposofica Editrice</a><br />
<a href="http://www.macrolibrarsi.it/libri/__insegnamento-e-conoscenza-dell-uomo.php?pn=3173" title="Insegnamento e Conoscenza dell'Uomo"><img src="http://www.macrolibrarsi.org/img/carrello.gif" style="border: 0;" /></a></td>
<td class="tr-caption" valign="center"><a href="http://www.macrolibrarsi.it/libri/__l-educazione-come-arte-libro.php?pn=3173" target="_blank" title="L'educazione come Arte "><img alt="L'educazione come Arte " src="http://www.macrolibrarsi.org/proxy/data/cop/_big/l/l-educazione-come-arte-libro_53104.jpg" height="140" style="border: 0; vertical-align: top;" width="101" /></a><br />
<a class="autore" href="http://www.macrolibrarsi.it/autori/_rudolf_steiner.php?pn=3173" target="_blank" title="Rudolf Steiner">Rudolf Steiner</a><br />
<a href="http://www.macrolibrarsi.it/libri/__l-educazione-come-arte-libro.php?pn=3173" style="font-weight: bold;" target="_blank" title="L'educazione come Arte ">L'educazione </a><br />
<a href="http://www.macrolibrarsi.it/libri/__l-educazione-come-arte-libro.php?pn=3173" style="font-weight: bold;" target="_blank" title="L'educazione come Arte ">come Arte </a><br />
Dal complesso<br />
dell'entità umana.<br />
Sulla libera creatività<br />
nella didattica.<br />
<a href="http://www.macrolibrarsi.it/edizioni/_antroposofica.php?pn=3173" target="_blank" title="Antroposofica Editrice">Antroposofica Editrice</a><br />
<a href="http://www.macrolibrarsi.it/libri/__l-educazione-come-arte-libro.php?pn=3173" title="L'educazione come Arte "><img src="http://www.macrolibrarsi.org/img/carrello.gif" style="border: 0;" /></a></td>
<td class="tr-caption"><a href="http://www.macrolibrarsi.it/libri/__miracolo_di_essere_bambini.php?pn=3173" target="_blank" title="Il Miracolo di Essere Bambini"><img alt="Il Miracolo di Essere Bambini" src="http://www.macrolibrarsi.org/proxy/data/cop/_big/m/miracolo-essere-bambini.jpg" height="140" style="border: 0; vertical-align: top;" width="101" /></a><br />
<a class="autore" href="http://www.macrolibrarsi.it/autori/_henning_kohler.php?pn=3173" target="_blank" title="Henning Kohler">Henning Kohler</a><br />
<a href="http://www.macrolibrarsi.it/libri/__miracolo_di_essere_bambini.php?pn=3173" style="font-weight: bold;" target="_blank" title="Il Miracolo di Essere Bambini">Il Miracolo </a><br />
<a href="http://www.macrolibrarsi.it/libri/__miracolo_di_essere_bambini.php?pn=3173" style="font-weight: bold;" target="_blank" title="Il Miracolo di Essere Bambini">di Essere Bambini</a><br />
essere veramente bambini<br />
e vivere l’infanzia<br />
come ciò che è<br />
<a href="http://www.macrolibrarsi.it/edizioni/_natura-cultura.php?pn=3173" target="_blank" title="Natura e Cultura">Natura e Cultura</a><br />
<a href="http://www.macrolibrarsi.it/libri/__miracolo_di_essere_bambini.php?pn=3173" title="Il Miracolo di Essere Bambini"><img src="http://www.macrolibrarsi.org/img/carrello.gif" style="border: 0;" /></a></td>
<td class="tr-caption"><a href="http://www.macrolibrarsi.it/libri/__come_sviluppare_tutti_i_talenti_del_bambino.php?pn=3173" target="_blank" title="Come sviluppare tutti i talenti del bambino"><img alt="Come sviluppare tutti i talenti del bambino" src="http://www.macrolibrarsi.org/proxy/data/cop/_big/c/comesvilupparetalenti.jpg" height="140" style="border: 0; vertical-align: top;" width="101" /></a><br />
<a class="autore" href="http://www.macrolibrarsi.it/autori/_arve_mathisen.php?pn=3173" target="_blank" title="Arve Mathisen">Arve Mathisen</a><br />
<a href="http://www.macrolibrarsi.it/libri/__come_sviluppare_tutti_i_talenti_del_bambino.php?pn=3173" style="font-weight: bold;" target="_blank" title="Come sviluppare tutti i talenti del bambino">Come sviluppare </a><br />
<a href="http://www.macrolibrarsi.it/libri/__come_sviluppare_tutti_i_talenti_del_bambino.php?pn=3173" style="font-weight: bold;" target="_blank" title="Come sviluppare tutti i talenti del bambino">tutti i talenti </a><br />
<a href="http://www.macrolibrarsi.it/libri/__come_sviluppare_tutti_i_talenti_del_bambino.php?pn=3173" style="font-weight: bold;" target="_blank" title="Come sviluppare tutti i talenti del bambino">del bambino</a><br />
La pedagogia steineriana<br />
rivolta ai genitori.<br />
<a href="http://www.macrolibrarsi.it/edizioni/_red_edizioni.php?pn=3173" target="_blank" title="Red Edizioni">Red Edizioni</a><br />
<a href="http://www.macrolibrarsi.it/libri/__come_sviluppare_tutti_i_talenti_del_bambino.php?pn=3173" title="Come sviluppare tutti i talenti del bambino"><img src="http://www.macrolibrarsi.org/img/carrello.gif" style="border: 0;" /></a></td>
<td class="tr-caption"><a href="http://www.macrolibrarsi.it/libri/__non-esistono-bambini-difficili.php?pn=3173" target="_blank" title="Non Esistono Bambini Difficili"><img alt="Non Esistono Bambini Difficili" src="http://www.macrolibrarsi.org/proxy/data/cop/_big/n/non-esistono-bambini-difficili.jpg" height="140" style="border: 0; vertical-align: top;" width="101" /></a><br />
<a class="autore" href="http://www.macrolibrarsi.it/autori/_henning_kohler.php?pn=3173" target="_blank" title="Henning Kohler">Henning Kohler</a><br />
<a href="http://www.macrolibrarsi.it/libri/__non-esistono-bambini-difficili.php?pn=3173" style="font-weight: bold;" target="_blank" title="Non Esistono Bambini Difficili">Non Esistono </a><br />
<a href="http://www.macrolibrarsi.it/libri/__non-esistono-bambini-difficili.php?pn=3173" style="font-weight: bold;" target="_blank" title="Non Esistono Bambini Difficili">Bambini Difficili</a><br />
Per una trasformazione<br />
del pensiero pedagogico.<br />
<a href="http://www.macrolibrarsi.it/edizioni/_natura-cultura.php?pn=3173" target="_blank" title="Natura e Cultura">Natura e Cultura</a><br />
<a href="http://www.macrolibrarsi.it/libri/__non-esistono-bambini-difficili.php?pn=3173" title="Non Esistono Bambini Difficili"><img src="http://www.macrolibrarsi.org/img/carrello.gif" style="border: 0;" /></a></td>
<td class="tr-caption"><a href="http://www.macrolibrarsi.it/libri/__il-linguaggio-degli-scarabocchi.php?pn=3173" target="_blank" title="Il Linguaggio degli Scarabocchi"><img alt="Il Linguaggio degli Scarabocchi" src="http://www.macrolibrarsi.org/proxy/data/cop/_big/i/il-linguaggio-degli-scarabocchi_31314.jpg" height="140" style="border: 0; vertical-align: top;" width="101" /></a><br />
<a class="autore" href="http://www.macrolibrarsi.it/autori/_michaela-strauss.php?pn=3173" target="_blank" title="Michaela Strauss">Michaela Strauss</a><br />
<a href="http://www.macrolibrarsi.it/libri/__il-linguaggio-degli-scarabocchi.php?pn=3173" style="font-weight: bold;" target="_blank" title="Il Linguaggio degli Scarabocchi">Il Linguaggio </a><br />
<a href="http://www.macrolibrarsi.it/libri/__il-linguaggio-degli-scarabocchi.php?pn=3173" style="font-weight: bold;" target="_blank" title="Il Linguaggio degli Scarabocchi">degli Scarabocchi</a><br />
Le tracce dello<br />
sviluppo infantile, lette attraverso<br />
i primi disegni.<br />
<a href="http://www.macrolibrarsi.it/edizioni/_filadelfia_editore.php?pn=3173" target="_blank" title="Filadelfia Editore">Filadelfia Editore</a><br />
<a href="http://www.macrolibrarsi.it/libri/__il-linguaggio-degli-scarabocchi.php?pn=3173" title="Il Linguaggio degli Scarabocchi"><img src="http://www.macrolibrarsi.org/img/carrello.gif" style="border: 0;" /></a></td>
</tr>
</tbody> </table>
Mani nella Terrahttp://www.blogger.com/profile/11250275317462651774noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7169839961521557072.post-73842967793460876622015-09-10T15:59:00.003+02:002021-06-13T08:01:49.352+02:00Correre a un passo dal vuotoUna ventina d’anni fa, attraversando il Tibet in fuoristrada, una gigantesca frana, causata dalle piogge copiose che battono l’altipiano ad oltre 5.000 metri di quota, spazzò via la strada che stavamo percorrendo.<br />
di <a href="http://www.liberopensare.com/chi-sono" target="_blank">Piero Cammerinesi</a><br />
<br />
Non si poteva più passare con le auto e fu necessario attraversare la frana a piedi con i bagagli in spalla.<br />
Dall’altra parte ci venne a prendere un camioncino telonato, tipo quelli per il trasporto dei soldati, con due panche montate lungo i lati, una di fronte all’altra.<br />
Salimmo con i bagagli, un pugno di occidentali – le frontiere del Tibet erano state appena aperte agli stranieri – e parecchi cinesi, attaccati all’esterno come un grappolo umano.<br />
Preso posto sulle panche il camion partì.<br />
Potevo vedere pochissimo dell’esterno perché davanti avevo le altre persone sedute e sul fondo c’era il telone tirato giù e dietro i ragazzi cinesi e tibetani appesi fuori.<br />
Sentivo il camion correre velocemente, arrancare e slittare sul terreno fangoso, per via di quelle piogge torrenziali che avevano spazzato via più di un tratto della strada che stavamo percorrendo.<br />
Il telone sventolava per via del movimento del camion e ogni tanto si alzava fugacemente, tanto da far intravedere qualcosa del paesaggio circostante.<br />
In uno di quei brevi flash mi resi conto di cosa stava accadendo.<br />
Il camion correva in maniera pazzesca, sbandando e slittando, su una strada di montagna, piena di buche e di pietre, tortuosa e coperta da uno strato di 20 o 30 centimetri di fango.<br />
Il problema era che a destra c’era la montagna e a sinistra un baratro di centinaia se non migliaia di metri.<br />
E la strada era larga come il camion.<br />
Il viaggio era interminabile. Non sapevo se fosse meglio guardare o non guardare, sapere o non sapere.<br />
Non avevo mai provato un senso d’impotenza davanti ad una possibile catastrofe come allora.<br />
Non potevo scendere e non avevo nessun controllo sulla situazione che mi avrebbe potuto portare facilmente a precipitare in uno strapiombo profondissimo.<br />
Dovevo accettare il mio destino e affidarmi nelle mani del mondo spirituale.<br />
Così feci, calmando i battiti del cuore e costringendomi a pensare esclusivamente pensieri positivi. Dopo un tempo che mi parve infinito, il camion arrivò dove ci attendevano altri fuoristrada per proseguire il viaggio.<br />
Quella terrificante esperienza era finita.<br />
Ma non per sempre; devo dire che da un po’ di tempo provo nuovamente quel sentimento d’impotenza e di consapevolezza del pericolo come allora.<br />
Non sono più su un camion che corre a perdifiato sul precipizio guidato da un autista probabilmente ubriaco, ma su un pianeta che corre a perdifiato verso nuovi olocausti guidato da leader sicuramente malvagi.<br />
Le notizie sulle strategie criminali che stanno portando il mondo nuovamente sull’orlo di una guerra sono come quel fugace sollevarsi del telone di quel giorno.<br />
Tu guardi fuori e ti rendi conto che sei ad un passo dalla catastrofe.<br />
Non puoi far nulla perché chi è alla guida è irraggiungibile ed ha un piano che tu non puoi in alcun modo contrastare.<br />
Devi stare seduto su quella panca e sperare. O pregare.<br />
L’Ucraina prima e la Siria ora sono tappe verso un conflitto che sembra inevitabile. Le strategie del terrore travestite da guerra al terrore stanno lentamente ma inesorabilmente contaminando le menti di intere popolazioni. Le notizie false e fuorvianti che vengono divulgate dai media hanno lo stesso orrendo timbro di quella propaganda che portò l’Europa ad un olocausto di quasi cento milioni di giovani vite nel secolo scorso.<br />
Ogni giorno una colossale rete di menzogne si stende sull’umanità, a nascondere, come quel telone, il vero stato delle cose.<br />
Per alcuni di noi il telone a tratti si alza fugacemente, facendoci intravedere la situazione reale.<br />
Talvolta questo ci fa sentire più forti e consapevoli, anche se ci sono delle volte che forse vorremmo non averlo visto quell’abisso, quell’orrido che ci può inghiottire da un istante all’altro.<br />
Poi però ci calmiamo, mettiamo a regime il battito del cuore che ci sale in gola e ci diciamo che non è vero che siamo del tutto impotenti, che qualcosa possiamo fare con i nostri pensieri e con le nostre azioni, affinché questo camion arrivi sano e salvo a destinazione.<br />
Ci rendiamo anche conto che maggiore consapevolezza significa maggiore responsabilità. Responsabilità anche nei confronti dei destini di coloro che si bevono tutte le quotidiane menzogne dei media, di coloro per i quali il telone del camion non si alza mai.<br />
Allora comprendiamo anche il senso di questa corsa a un passo dal vuoto.Mani nella Terrahttp://www.blogger.com/profile/11250275317462651774noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7169839961521557072.post-50477587837666495392015-09-10T12:17:00.000+02:002021-06-13T08:01:52.088+02:00Quando l'occhio si fa opaco...<div style="text-align: center;">
"<i>Lascia che il cibo sia la tua medicina</i>" Ippocrate</div>
<br />
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhBOz3IA-7slr29_xHZ5WqvfylS0QtMWdUFwVuKslDy2sI8yXLRm2b1SyHxe7TrTaT42LjF8JCy9LK9bde2dcuvbWHDU8zTKX40krVipCH4xUWunXP_Z9IhF7Lwo91ZHv1cQ_1kxYamF10/s1600/CatiaTrevisani-right.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 0em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="80" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhBOz3IA-7slr29_xHZ5WqvfylS0QtMWdUFwVuKslDy2sI8yXLRm2b1SyHxe7TrTaT42LjF8JCy9LK9bde2dcuvbWHDU8zTKX40krVipCH4xUWunXP_Z9IhF7Lwo91ZHv1cQ_1kxYamF10/s200/CatiaTrevisani-right.jpg" width="80" /></a>Oltre alla <a href="http://www.maninellaterra.org/2015/05/la-vitamina-green.html" target="_blank">vitamina green</a>, la Natura offre gustosi aiuti per la cura dei nostri occhi! Scopriamo allora come <b><span style="color: #b45f06;">prevenire e rallentare la cataratta con un'alimentazione sana ed equilibrata</span></b> con un articolo di <a href="http://www.macrolibrarsi.it/autori/_catia_trevisani.php?pn=3173" target="_blank">Catia Trevisani</a>, medico e direttrice della <a href="http://www.scuolasimo.it/" target="_blank">Scuola Italiana di Medicina Olistica</a>.<br />
___________________________________________________________________________________________<br />
Gli antichi greci pensavano che fosse dovuta ad un umore opaco dal cervello scendeva giù nell'occhio, da qui il termine <i>catarrégnumi</i>, che significa appunto "scendere giù". Solo nel Quattrocento, Gentile da Foligno ipotizzò che si trattava di un'alterazione del cristallino, così come trecento anni più tardi fu dimostrato da Michele Birsenau. Oggi, con il nome di cataratta, si indicano i disturbi di opacità del cristallino che possono avere origini e motivi diversi.<br />
<br />
<b><span style="color: #b45f06;">Le cause</span></b><br />
La cataratta può essere causata da un'alterazione nel metabolismo degli zuccheri (diabete e <i>galattosemia</i>) o essere legata all'età (cataratta senile). Produce graduale riduzione della vista fino alla cecità. È stata correlata all'incapacità del cristallino, la "lente" del sistema ottico, di mantenere una normale concentrazione di ioni sodio, potassio e calcio al suo interno per riduzione dell'attività di un enzima (<i>Na-K ATPasi</i>), difetto dovuto ai radicali liberi.<br />
Il cristallino, come molti altri tessuti del nostro organismo, dispone normalmente di livelli adeguati di sostanze antiossidanti che gli consentono di mantenere la sua trasparenza, ma nel momento in cui queste sono carenti si opacizza. In sintesi, nei soggetti che soffrono di cataratta i normali meccanismi protettivi del cristallino non sono in grado di prevenire il danno da radicali liberi.<br />
<b><span style="color: #b45f06;"><br /></span></b>
<b><span style="color: #b45f06;">"Spazzini" di radicali liberi</span></b><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhO_6TRRpzU2kXRZOpM9RWCKF6gBQfNoj2r4O3vbDXJnFyzoFp-tYj2Bf2uBLxWbdlTXpeAD2wNNIQmTMQdDDxJtOYR8zoVCLLngZiywUV6zFa6kfNdRHx7hyU_yScn2ZfyJqB332Mt_tg/s1600/antiossidanti-vs-radicaliliberi.png" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhO_6TRRpzU2kXRZOpM9RWCKF6gBQfNoj2r4O3vbDXJnFyzoFp-tYj2Bf2uBLxWbdlTXpeAD2wNNIQmTMQdDDxJtOYR8zoVCLLngZiywUV6zFa6kfNdRHx7hyU_yScn2ZfyJqB332Mt_tg/s1600/antiossidanti-vs-radicaliliberi.png" /></a></div>
La vitamina C, importante antiossidante, arresta la progressione della cataratta e in alcuni casi può migliorare la vista. Studi più o meno recenti hanno dimostrato che il contenuto di selenio del cristallino nei soggetti che soffrono di cataratta corrisponde al 15% dei livelli normali; il suo contenuto è molto ridotto anche nell'umor acqueo oculare dei soggetti con questa patologia.<br />
Anche un deficit di riboflavina e zinco aumentano la formazione della cataratta, mentre il <i>beta-carotene</i> agisce come un filtro, proteggendo contro i danni provocati dalla luce al cristallino: quest'ultimo è un importante "spazzino" del radicale libero ossigeno, così come la <i>melatonina</i>.<br />
Altro fattore è la presenza di un'<u>eccessiva concentrazione di metalli pesanti</u>, in particolare cadmio, bromo, cobalto e nichel, nel cristallino dei soggetti anziani che soffrono di questa patologia.<br />
<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgauI-aX-QKBtQLoGI4bLqP2LAcFVLkxlY992Hquce7xB-cIqxCjEQTRNxaph_-a25OghSTWv8WKxmCWGeNRAlfxbHFOwGdxVJ-MiziIA-YrAF1HPcYvgDBNrYbTJKh-QN7baSrL4_xXG0/s1600/succo-uva-limone-zenzero.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgauI-aX-QKBtQLoGI4bLqP2LAcFVLkxlY992Hquce7xB-cIqxCjEQTRNxaph_-a25OghSTWv8WKxmCWGeNRAlfxbHFOwGdxVJ-MiziIA-YrAF1HPcYvgDBNrYbTJKh-QN7baSrL4_xXG0/s320/succo-uva-limone-zenzero.jpg" width="238" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Succo di uva, limone, zenzero fresco, menta!<br />
da Lucia a alimentazione@maninellaterra.org</td></tr>
</tbody></table>
<b><span style="color: #b45f06;">Meno grassi, più verdure</span></b><br />
Molto ricerche dimostrano l'importanza dell'alimentazione rispetto all'invecchiamento del cristallino. La cataratta è più frequente nei soggetti la cui dieta comprende un elevato apporto di grassi e di sale, mentre <span style="background-color: yellow;">i vegetali hanno un'azione protettiva</span>. Dunque occorre evitare o ridurre il consumo di latte vaccino, formaggi, creme, burro, carni grassi e insaccati. <span style="background-color: yellow;">È fondamentale l'apporto di sostanze antiossidanti, vitamine e minerali contenute in verdura, frutta, semi, una piccola quantità di alghe oltre a legumi e cereali integrali biologici</span>. [leggi a proposito: <a href="http://www.maninellaterra.org/2014/08/the-china-study-intervista.html" target="_blank">Dr. T. Colin Campbell</a>]<br />
In particolare centrifughe di <span style="background-color: yellow;">carote</span> biologiche possono assicurare un buon apporto di beta-carotene. Un buon apporto di vitamina C è offerto da agrumi e kiwi, di zinco dai <span style="background-color: yellow;">semi</span>, di selenio da lievito di birra, <span style="background-color: yellow;">aglio</span>, <span style="background-color: yellow;">cipolla</span> e cereali integrali. Di grande interesse è anche la vitamina E, proprio per la capacità di potenziare l'azione del selenio: ne è particolarmente ricco l'<span style="background-color: yellow;">olio di germe di grano</span>; mentre <span style="background-color: yellow;">more</span> e <span style="background-color: yellow;">uva</span>, come frutto o succo concentrato, grazie all'elevato contenuto di flavonoidi svolgono un efficace effetto protettivo sul cristallino.<br />
<br />
<table align="center" border="0" bordercolor="green" cellpadding="6" style="text-align: center;"><tbody>
<tr><td class="tr-caption"><a href="http://www.macrolibrarsi.it/prodotti/__semi-di-chia-500g.php?pn=3173" target="_blank" title="Semi di Chia"><img alt="Semi di Chia" src="http://www.macrolibrarsi.org/proxy/data/cop/_big/s/semi-di-chia-102613.jpg" height="130" style="border: 0; vertical-align: top;" width="96" /></a><br />
<a href="http://www.macrolibrarsi.it/prodotti/__semi-di-chia-500g.php?pn=3173" style="font-weight: bold;" target="_blank" title="Semi di Chia">Semi di Chia BIO</a><br />
<a href="http://www.macrolibrarsi.it/marche/_ki-group.php?pn=3173" target="_blank" title="Ki Group">Ki Group</a><br />
<a href="http://www.macrolibrarsi.it/prodotti/__semi-di-chia-500g.php?pn=3173" title="Semi di Chia"><img src="http://www.macrolibrarsi.org/img/carrello.gif" style="border: 0;" /></a></td>
<td class="tr-caption"><a href="http://www.macrolibrarsi.it/prodotti/__condiveg-bio-semi-alghe-e-curcuma.php?pn=3173" target="_blank" title="Condiveg Bio - Semi, Alghe e Curcuma"><img alt="Condiveg Bio - Semi, Alghe e Curcuma" src="http://www.macrolibrarsi.org/proxy/data/cop/_big/c/condiveg-bio-semi-alghe-e-curcuma-98983.jpg" height="130" style="border: 0; vertical-align: top;" width="96" /></a><br />
<a href="http://www.macrolibrarsi.it/prodotti/__condiveg-bio-semi-alghe-e-curcuma.php?pn=3173" style="font-weight: bold;" target="_blank" title="Condiveg Bio - Semi, Alghe e Curcuma">Semi,Alghe,Curcuma</a><br />
<a href="http://www.macrolibrarsi.it/marche/_dnabio.php?pn=3173" target="_blank" title="Dnabio">Condiveg Bio -Dnabio</a><br />
<a href="http://www.macrolibrarsi.it/prodotti/__condiveg-bio-semi-alghe-e-curcuma.php?pn=3173" title="Condiveg Bio - Semi, Alghe e Curcuma"><img src="http://www.macrolibrarsi.org/img/carrello.gif" style="border: 0;" /></a></td>
<td class="tr-caption"><a href="http://www.macrolibrarsi.it/prodotti/__curcuma-in-polvere-gr-40-2939.php?pn=3173" target="_blank" title="Curcuma in Polvere"><img alt="Curcuma in Polvere" src="http://www.macrolibrarsi.org/proxy/data/cop/_big/c/curcuma-in-polvere-90219.jpg" height="130" style="border: 0; vertical-align: top;" width="96" /></a><br />
<a href="http://www.macrolibrarsi.it/prodotti/__curcuma-in-polvere-gr-40-2939.php?pn=3173" style="font-weight: bold;" target="_blank" title="Curcuma in Polvere">Curcuma in Polvere</a><br />
<a href="http://www.macrolibrarsi.it/marche/_sonnentor.php?pn=3173" target="_blank" title="Sonnentor">Sonnentor</a><br />
<a href="http://www.macrolibrarsi.it/prodotti/__curcuma-in-polvere-gr-40-2939.php?pn=3173" title="Curcuma in Polvere"><img src="http://www.macrolibrarsi.org/img/carrello.gif" style="border: 0;" /></a></td>
<td class="tr-caption"><a href="http://www.macrolibrarsi.it/prodotti/__insaporitore-5-alghe-per-arricchire-i-tuoi-piatti-40g.php?pn=3173" target="_blank" title="Insaporitore 5 Alghe per Arricchire i Tuoi Piatti"><img alt="Insaporitore 5 Alghe per Arricchire i Tuoi Piatti" src="http://www.macrolibrarsi.org/proxy/data/cop/_big/i/insaporitore-5-alghe-per-arricchire-i-tuoi-piatti-80086-2.jpg" height="130" style="border: 0; vertical-align: top;" width="96" /></a><br />
<a href="http://www.macrolibrarsi.it/prodotti/__insaporitore-5-alghe-per-arricchire-i-tuoi-piatti-40g.php?pn=3173" style="font-weight: bold;" target="_blank" title="Insaporitore 5 Alghe per Arricchire i Tuoi Piatti">Insaporitore Alghe</a><br />
<a href="http://www.macrolibrarsi.it/marche/_panela.php?pn=3173" target="_blank" title="Panela">Panela</a><br />
<a href="http://www.macrolibrarsi.it/prodotti/__insaporitore-5-alghe-per-arricchire-i-tuoi-piatti-40g.php?pn=3173" title="Insaporitore 5 Alghe per Arricchire i Tuoi Piatti"><img src="http://www.macrolibrarsi.org/img/carrello.gif" style="border: 0;" /></a></td>
<td class="tr-caption"><a href="http://www.macrolibrarsi.it/prodotti/__spirulina-in-polvere.php?pn=3173" target="_blank" title="Spirulina in Polvere"><img alt="Spirulina in Polvere" src="http://www.macrolibrarsi.org/proxy/data/cop/_big/s/spirulina-in-polvere-69234.jpg" height="130" style="border: 0; vertical-align: top;" width="96" /></a><br />
<a href="http://www.macrolibrarsi.it/prodotti/__spirulina-in-polvere.php?pn=3173" style="font-weight: bold;" target="_blank" title="Spirulina in Polvere">Spirulina in Polvere</a><br />
<a href="http://www.macrolibrarsi.it/marche/_iswari.php?pn=3173" target="_blank" title="Iswari">Iswari</a><br />
<a href="http://www.macrolibrarsi.it/prodotti/__spirulina-in-polvere.php?pn=3173" title="Spirulina in Polvere"><img src="http://www.macrolibrarsi.org/img/carrello.gif" style="border: 0;" /></a></td>
<td class="tr-caption"><a href="http://www.macrolibrarsi.it/prodotti/__olio_di_germe_di_grano.php?pn=3173" target="_blank" title="Olio di Germe di Grano"><img alt="Olio di Germe di Grano" src="http://www.macrolibrarsi.org/proxy/data/cop/_big/o/olio-germe-grano.jpg" height="110" style="border: 0px; vertical-align: top;" width="96" /></a><br />
<a href="http://www.macrolibrarsi.it/prodotti/__olio_di_germe_di_grano.php?pn=3173" style="font-weight: bold;" target="_blank" title="Olio di Germe di Grano">Olio di </a><br />
<a href="http://www.macrolibrarsi.it/prodotti/__olio_di_germe_di_grano.php?pn=3173" style="font-weight: bold;" target="_blank" title="Olio di Germe di Grano">Germe di Grano</a><br />
<a href="http://www.macrolibrarsi.it/marche/_natural_point.php?pn=3173" target="_blank" title="Natural Point">Natural Point</a><br />
<a href="http://www.macrolibrarsi.it/prodotti/__olio_di_germe_di_grano.php?pn=3173" title="Olio di Germe di Grano"><img src="http://www.macrolibrarsi.org/img/carrello.gif" style="border: 0px;" /></a></td></tr>
</tbody></table>
<br />
<b><span style="color: #b45f06;"><br /></span></b>
<b><span style="color: #b45f06;">Attenzione a reni e fegato</span></b><br />
Per la medicina tradizionale cinese i tessuti duri, come il cristallino e le ossa, sono correlati ai reni e <u>gli occhi risentono particolarmente della condizione del fegato</u>. La cataratta è dovuta per lo più ad un deficit di yin di rene, tipico dell'anziano. I sintomi che l'accompagnano sono occhi secchi, dolore o pesantezza lombare, stanchezza, bocca secca soprattutto la notte, talora sudorazione notturna, insonnia, stitichezza. Quando si abbina un deficit di yin di fegato si aggiungono formicolii agli arti, unghie fragili, talora capogiri. A volte il deficit di yin riguarda anche il cuore e allora si abbinano palpitazione e ansia. Per il deficit di yin di rene si consiglia il <span style="background-color: yellow;">sesamo</span> non tostato, almeno un cucchiaio raso al giorno e il frutto del lici (Litchi chinensis, frutto cinese), particolarmente efficace sui disturbi oculari (una volta sbucciato ha un aspetto che per analogia ricorda l'occhio). Vanno evitati gli zuccheri in eccesso, soprattutto se raffinati, il caffè e l'alcol se non in forma occasionale. La <span style="background-color: yellow;">curcuma</span> ha un ottimo effetto sul fegato e di conseguenza sulla vista, mentre l'olio di germe di grano agisce particolarmente sul cuore.<br />
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiYo-1IDinzjHd8xSEEo7Ea6lewbJmHXb5-fhiVwNa1nOU0Aymn2h8YETUemeCoxiZLEfR6noAFezOxsVrJW81BOnYL3JdE-wr4qK5g_yQWpKrj3UraAEYK9_F9gKKXlft_mjsD05rjiBg/s1600/curcuma-benefici.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="131" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiYo-1IDinzjHd8xSEEo7Ea6lewbJmHXb5-fhiVwNa1nOU0Aymn2h8YETUemeCoxiZLEfR6noAFezOxsVrJW81BOnYL3JdE-wr4qK5g_yQWpKrj3UraAEYK9_F9gKKXlft_mjsD05rjiBg/s200/curcuma-benefici.jpg" width="200" /></a>Meno frequentemente alla base della cataratta vi è un deficit di stomaco e milza. In questo caso la patologia si accompagna ad appetito scarso, stanchezza, gonfiore addominale, feci molli. Si consigliano allora i <a href="http://www.macrolibrarsi.it/prodotti/__mochi-di-riso-integrale-bio-250g.php" target="_blank">mochi</a>, panetto di riso dolce che tonifica la milza e verdure cotte in maggiore quantità rispetto a quelle crude. In questi casi è bene eliminare anche i cibi troppo freddi e umidi (latte vaccino e derivati, gelati) e gli zuccheri raffinati; si consiglia la barbabietola rossa e si raccomandano i cereali.<br />
<br />
<b><span style="color: #b45f06;">Importante la prevenzione</span></b><br />
Nel caso di una significativa riduzione della vista, la rimozione della cataratta e l'impianto del cristallino è, ad oggi, la migliore soluzione offerta dalla medicina convenzionale. L'alimentazione è fondamentale per la prevenzione e per arrestare il progredire della patologia in fase iniziale.<br />
In tutti i fenomeni relativi all'invecchiamento, un'alimentazione corretta ed equilibrata può modificare radicalmente lo stato di salute, salvaguardando l'età biologica dell'organismo.<br />
<br />
<br />
<br />
<table align="center" border="1" bordercolor="green" cellpadding="6" style="text-align: center;"><tbody>
<tr> <td colspan="6">Libri consigliati... anche da voi!<span style="background-color: white; font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 12px; line-height: 19.1875px; text-align: left;"> e con il tuo acquisto puoi sostenere Mani nella Terra (leggi </span><a href="http://www.maninellaterra.org/p/sostienici.html" style="background-color: white; color: #78a901; font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 12px; line-height: 19.1875px; text-align: left; text-decoration: none;" target="_blank">QUI</a><span style="background-color: white; font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 12px; line-height: 19.1875px; text-align: left;">).</span></td></tr>
<tr><td class="tr-caption"><a href="http://www.macrolibrarsi.it/libri/__migliora-la-tua-vista-con-la-ginnastica-per-gli-occhi-libro.php?pn=3173" target="_blank" title="Migliora la tua Vista con la Ginnastica per gli Occhi"><img alt="Migliora la tua Vista con la Ginnastica per gli Occhi" src="http://www.macrolibrarsi.org/proxy/data/cop/_big/m/migliora-la-tua-vista-con-la-ginnastica-per-gli-occhi-libro-59988.jpg" height="160" style="border: 0; vertical-align: top;" width="122" /></a><br />
<a class="autore" href="http://www.macrolibrarsi.it/autori/_giorgio_ferrario.php?pn=3173" target="_blank" title="Giorgio Ferrario">Giorgio Ferrario</a><br />
<a href="http://www.macrolibrarsi.it/libri/__migliora-la-tua-vista-con-la-ginnastica-per-gli-occhi-libro.php?pn=3173" style="font-weight: bold;" target="_blank" title="Migliora la tua Vista con la Ginnastica per gli Occhi">Migliora la tua Vista con </a><br />
<a href="http://www.macrolibrarsi.it/libri/__migliora-la-tua-vista-con-la-ginnastica-per-gli-occhi-libro.php?pn=3173" style="font-weight: bold;" target="_blank" title="Migliora la tua Vista con la Ginnastica per gli Occhi">la Ginnastica per gli Occhi</a><br />
<a href="http://www.macrolibrarsi.it/edizioni/_macro_edizioni.php?pn=3173" target="_blank" title="Macro Edizioni">Macro Edizioni</a><br />
<a href="http://www.macrolibrarsi.it/libri/__migliora-la-tua-vista-con-la-ginnastica-per-gli-occhi-libro.php?pn=3173" title="Migliora la tua Vista con la Ginnastica per gli Occhi"><img src="http://www.macrolibrarsi.org/img/carrello.gif" style="border: 0;" /></a></td><td class="tr-caption"><a href="http://www.macrolibrarsi.it/libri/__la-cura-naturale-dei-tuoi-occhi-libro.php?pn=3173" target="_blank" title="La Cura Naturale dei tuoi Occhi"><img alt="La Cura Naturale dei tuoi Occhi" src="http://www.macrolibrarsi.org/proxy/data/cop/_big/l/la-cura-naturale-dei-tuoi-occhi-con-esercizi-illustrati-libro-92388.jpg" height="160" style="border: 0; vertical-align: top;" width="122" /></a><br />
<a class="autore" href="http://www.macrolibrarsi.it/autori/_meir-schneider.php?pn=3173" target="_blank" title="Meir Schneider">Meir Schneider</a><br />
<a href="http://www.macrolibrarsi.it/libri/__la-cura-naturale-dei-tuoi-occhi-libro.php?pn=3173" style="font-weight: bold;" target="_blank" title="La Cura Naturale dei tuoi Occhi">La Cura Naturale </a><br />
<a href="http://www.macrolibrarsi.it/libri/__la-cura-naturale-dei-tuoi-occhi-libro.php?pn=3173" style="font-weight: bold;" target="_blank" title="La Cura Naturale dei tuoi Occhi">dei tuoi Occhi</a><br />
<a href="http://www.macrolibrarsi.it/edizioni/_macro_edizioni.php?pn=3173" target="_blank" title="Macro Edizioni">Macro Edizioni</a><br />
<a href="http://www.macrolibrarsi.it/libri/__la-cura-naturale-dei-tuoi-occhi-libro.php?pn=3173" title="La Cura Naturale dei tuoi Occhi"><img src="http://www.macrolibrarsi.org/img/carrello.gif" style="border: 0;" /></a></td><td class="tr-caption"><a href="http://www.macrolibrarsi.it/libri/__come-difendersi-dai-metalli-pesanti.php?pn=3173" target="_blank" title="Come Difendersi dai Metalli Pesanti"><img alt="Come Difendersi dai Metalli Pesanti" src="http://www.macrolibrarsi.org/proxy/data/cop/_big/c/come-difendersi-metalli-pes.jpg" height="160" style="border: 0; vertical-align: top;" width="122" /></a><br />
<a class="autore" href="http://www.macrolibrarsi.it/autori/_luca_fortuna.php?pn=3173" target="_blank" title="Luca Fortuna">Luca Fortuna</a><br />
<a href="http://www.macrolibrarsi.it/libri/__come-difendersi-dai-metalli-pesanti.php?pn=3173" style="font-weight: bold;" target="_blank" title="Come Difendersi dai Metalli Pesanti">Come Difendersi </a><br />
<a href="http://www.macrolibrarsi.it/libri/__come-difendersi-dai-metalli-pesanti.php?pn=3173" style="font-weight: bold;" target="_blank" title="Come Difendersi dai Metalli Pesanti">dai Metalli Pesanti</a><br />
<a href="http://www.macrolibrarsi.it/edizioni/_xenia_edizioni.php?pn=3173" target="_blank" title="Xenia Edizioni">Xenia Edizioni</a><br />
<a href="http://www.macrolibrarsi.it/libri/__come-difendersi-dai-metalli-pesanti.php?pn=3173" title="Come Difendersi dai Metalli Pesanti"><img src="http://www.macrolibrarsi.org/img/carrello.gif" style="border: 0;" /></a></td><td class="tr-caption"><a href="http://www.macrolibrarsi.it/libri/__curcuma-libro.php?pn=3173" target="_blank" title="Curcuma "><img alt="Curcuma " src="http://www.macrolibrarsi.org/proxy/data/cop/_big/c/curcuma-libro-63383.jpg" height="160" style="border: 0; vertical-align: top;" width="122" /></a><br />
<a class="autore" href="http://www.macrolibrarsi.it/autori/_alessandra_moro_buronzo.php?pn=3173" target="_blank" title="Alessandra Moro Buronzo">Alessandra Moro Buronzo</a><br />
<a href="http://www.macrolibrarsi.it/libri/__curcuma-libro.php?pn=3173" style="font-weight: bold;" target="_blank" title="Curcuma ">Curcuma </a><br />
<a href="http://www.macrolibrarsi.it/edizioni/_punto_dincontro.php?pn=3173" target="_blank" title="Punto d'Incontro">Punto d'Incontro</a><br />
<a href="http://www.macrolibrarsi.it/libri/__curcuma-libro.php?pn=3173" title="Curcuma "><img src="http://www.macrolibrarsi.org/img/carrello.gif" style="border: 0;" /></a></td><td class="tr-caption"><a href="http://www.macrolibrarsi.it/libri/__curarsi_con_il_cibo.php?pn=3173" target="_blank" title="Curarsi con il Cibo"><img alt="Curarsi con il Cibo" src="http://www.macrolibrarsi.org/proxy/data/cop/_big/c/curarsi-cibo.jpg" height="160" style="border: 0px; vertical-align: top;" width="122" /></a><br />
<a class="autore" href="http://www.macrolibrarsi.it/autori/_catia_trevisani.php?pn=3173" target="_blank" title="Catia Trevisani">Catia Trevisani</a><br />
<a href="http://www.macrolibrarsi.it/libri/__curarsi_con_il_cibo.php?pn=3173" style="font-weight: bold;" target="_blank" title="Curarsi con il Cibo">Curarsi con il Cibo</a><br />
<a href="http://www.macrolibrarsi.it/edizioni/_aam_terra_nuova.php?pn=3173" target="_blank" title="Aam Terra Nuova Edizioni">Aam Terra Nuova Ed</a>.<br />
<a href="http://www.macrolibrarsi.it/libri/__curarsi_con_il_cibo.php?pn=3173" title="Curarsi con il Cibo"><img src="http://www.macrolibrarsi.org/img/carrello.gif" style="border: 0;" /></a></td></tr>
</tbody></table>
Mani nella Terrahttp://www.blogger.com/profile/11250275317462651774noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7169839961521557072.post-91485747598653433112015-08-22T09:35:00.004+02:002021-06-13T08:01:54.376+02:00Opinioni. Il cuore alimentare dell'expo<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgvLl0taLJCnewYkGTZ5MDNQnBg5o_Tiq5_qUplrgfxJLhHLdgWLMsVE93SpddMjZjFpYQD5zM1ytzHG9VWyW2uNoSBRYk_8TY2F5yTaMZDBALS8edgEbP91XgMY7i3Kx-07cMoaC5a6x0/s1600/cuore-di-expo.jpeg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em; margin-top: 1em;"><img border="0" height="302" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgvLl0taLJCnewYkGTZ5MDNQnBg5o_Tiq5_qUplrgfxJLhHLdgWLMsVE93SpddMjZjFpYQD5zM1ytzHG9VWyW2uNoSBRYk_8TY2F5yTaMZDBALS8edgEbP91XgMY7i3Kx-07cMoaC5a6x0/s320/cuore-di-expo.jpeg" width="320" /></a>di <a href="http://www.domenicofiniguerra.it/info/" target="_blank">Domenico Finiguerra</a></div>
<br />
<a href="http://www.maninellaterra.org/2012/07/super-size-me-documentario.html" target="_blank">Sovrappeso e obesità</a> sono unanimemente riconosciuti come uno dei principali problemi di salute pubblica nei paesi occidentali. Ne soffrono 4 italiani su 10 e la tendenza è in aumento, soprattutto tra i bambini. Cosa ancor più preoccupante in quanto un bambino obeso è probabile che lo resterà per tutta la vita.<br />
Per arginare questo fenomeno, nel 2005, l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) ha proposto una “Strategia globale su dieta, attività fisica e salute.” Tra i punti principali e i consigli da seguire per una corretta educazione
alimentare ci sono: aumento del consumo di frutta e verdura; sostituzione dei grassi animali insaturi con quelli vegetali insaturi, riduzione della quantità e delle proporzioni di grassi, sale e zucchero.<br />
Dieci anni dopo le linee guida OMS, l’Italia e Milano si aggiudicano Expo 2015 con uno slogan che è tutto programma: Nutrire il Pianeta Energia per la Vita. Pareva proprio l’anticipazione dell’enciclica del Papa sull’ambiente.<br />
70 giorni prima del taglio del nastro dell’esposizione universale, il 20 febbraio 2015 l’ANSA batteva la seguente notizia: «Stop alla pubblicità di cibi 'spazzatura' come gli energy drink o le patatine fritte, ma anche di biscotti o succhi di frutta che contengano anche un minimo di zuccheri aggiunti. È questa la via per proteggere i bambini dall'aggressività del marketing proposta dalla sezione europea dell’OMS. Diverse ricerche, ricorda il documento,
hanno dimostrato che l'esposizione al marketing di cibi non salutari è legata allo sviluppo dell’obesità».<br />
Sul sito dell’AIRC, Associazione Italiana Ricerca sul Cancro, è pubblicato un decalogo per la prevenzione. Il terzo “comandamento” recita: «Limitare il consumo di alimenti ad alta densità calorica ed evitare il consumo di bevande zuccherate. Sono generalmente ad alta densità calorica i cibi industrialmente raffinati, precotti e preconfezionati, che contengono
elevate quantità di zucchero e grassi, quali i cibi comunemente serviti nei fast food.»<br />
Adesso facciamo finta… Lasciamo perdere le decine di arresti, i milioni di tangenti e i filoni di indagini che sembrano
momentaneamente sospese su Expo 2015. Chiudiamo gli occhi di fronte allo scempio del territorio, agli ettari di suolo agricolo consumato, ai laghetti prosciugati per far posto a parcheggi e tangenziali spesso inutilizzati. Dimentichiamo i ritardi nella realizzazione dei padiglioni e i soldi spesi per camuffare le incompiute. Facciamo finta che tutto
sia filato liscio e senza intoppi. E concentriamoci sulle parole «educazione alimentare, salute e vita».<br />
Secondo voi, se le istituzioni, gli enti, le autorità preposte alla tutela della salute pubblica (il sindaco, l’assessore regionale alla sanità, il ministro della salute) si fossero ispirati veramente all’obiettivo OMS di educare alla corretta e sana alimentazione ed al tema dell’esposizione universale sarebbe stato possibile accettare che
McDonald’s e Coca Cola fossero i principali sponsor dell’esposizione universale? L’esposizione universale, che nelle migliori intenzioni contenute nel dossier doveva essere una grande occasione per educare ai corretti principi nutrizionali la popolazione mondiale, si sarebbe potuta trasformare in una enorme fiera in cui si trova di tutto, ma dove la “fanno da padroni" i colossi del fast food e delle bibite gassate e zuccherate? Si sarebbe potuto arrivare addirittura a promuovere il fast food nelle scuole? Con l’assessore regionale all’educazione che invia nota formale a tutte le scuole per ricordare che se visiteranno Expo e andranno da McDonald’s ci sarà lo sconto del 50% e gelato gratis? Con premi in denaro agli istituti che raccolgono il maggior numero di scontrini del McDonald’s? Con punti che valgono il triplo se recanti il timbro Expo2015?<br />
La risposta dettata dal buon senso sarebbe: certo che no! <br />
Eppure tutto ciò è accaduto. <br />
Nonostante le linee guida OMS. <br />
Nonostante i dati sull’obesità. <br />
Nonostante le buone intenzioni di cui è lastricato il decumano.<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgLkYP10xiv1HmDQpuCrdGJSxhylm51urin-3eYLeGkhyZJf8UYbXbqMay7K83-3oVHGZUq58_Zf22De2Zpk7IHU06COoGHnoUxYGat-OPqc2O0e-XfzwfO5CZ6UOgxK12Ttcob8R5OSFw/s1600/fastfood.jpeg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgLkYP10xiv1HmDQpuCrdGJSxhylm51urin-3eYLeGkhyZJf8UYbXbqMay7K83-3oVHGZUq58_Zf22De2Zpk7IHU06COoGHnoUxYGat-OPqc2O0e-XfzwfO5CZ6UOgxK12Ttcob8R5OSFw/s1600/fastfood.jpeg" /></a></div>
<br />
<table align="center" border="1" bordercolor="green" cellpadding="6" style="text-align: center;"><tbody>
<tr> <td colspan="6">per saperne un po' più...<span style="background-color: white; font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 12px; line-height: 19.1875px; text-align: left;"> </span><br />
<span style="background-color: white; font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 12px; line-height: 19.1875px; text-align: left;">e con il tuo acquisto puoi sostenere Mani nella Terra (leggi </span><a href="http://www.maninellaterra.org/p/sostienici.html" style="background-color: white; color: #78a901; font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 12px; line-height: 19.1875px; text-align: left; text-decoration: none;" target="_blank">QUI</a><span style="background-color: white; font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 12px; line-height: 19.1875px; text-align: left;">).</span></td></tr>
<tr><td class="tr-caption"><br />
<a href="http://www.macrolibrarsi.it/libri/__fast-food-nation-libro.php?pn=3173" target="_blank" title="Fast Food Nation "><img alt="Fast Food Nation " src="http://www.macrolibrarsi.org/proxy/data/cop/_big/f/fast-food-nation-libro-80609.jpg" height="160" style="border: 0; vertical-align: top;" width="122" /></a><br />
<a class="autore" href="http://www.macrolibrarsi.it/autori/_eric_schlosser.php?pn=3173" target="_blank" title="Eric Schlosser">Eric Schlosser</a><br />
<a href="http://www.macrolibrarsi.it/libri/__fast-food-nation-libro.php?pn=3173" style="font-weight: bold;" target="_blank" title="Fast Food Nation ">Fast Food Nation </a><br />
Il lato oscuro del cheeseburger globale<br />
<a href="http://www.macrolibrarsi.it/edizioni/_oscar_mondadori.php?pn=3173" target="_blank" title="Oscar Mondadori">Oscar Mondadori</a>
<a href="http://www.macrolibrarsi.it/libri/__fast-food-nation-libro.php?pn=3173" title="Fast Food Nation "><img src="http://www.macrolibrarsi.org/img/carrello.gif" style="border: 0;" /></a></td>
<td class="tr-caption"><a href="http://www.macrolibrarsi.it/libri/__sugar_blues_il_mal_di_zucchero-edizione_aggiornata-ampliata.php?pn=3173" target="_blank" title="Sugar Blues. Il mal di zucchero"><img alt="Sugar Blues. Il mal di zucchero" src="http://www.macrolibrarsi.org/proxy/data/cop/_big/s/sugar-blues-new2.jpg" height="160" style="border: 0; vertical-align: top;" width="122" /></a><br />
<a class="autore" href="http://www.macrolibrarsi.it/autori/_william_dufty.php?pn=3173" target="_blank" title="William Dufty">William Dufty</a><br />
<a href="http://www.macrolibrarsi.it/libri/__sugar_blues_il_mal_di_zucchero-edizione_aggiornata-ampliata.php?pn=3173" style="font-weight: bold;" target="_blank" title="Sugar Blues. Il mal di zucchero">Sugar Blues. </a><br />
<a href="http://www.macrolibrarsi.it/libri/__sugar_blues_il_mal_di_zucchero-edizione_aggiornata-ampliata.php?pn=3173" style="font-weight: bold;" target="_blank" title="Sugar Blues. Il mal di zucchero">Il mal di zucchero</a><br />
Lo zucchero nuoce gravemente alla salute<br />
<a href="http://www.macrolibrarsi.it/edizioni/_macro_edizioni.php?pn=3173" target="_blank" title="Macro Edizioni">Macro Edizioni</a><br />
<a href="http://www.macrolibrarsi.it/libri/__sugar_blues_il_mal_di_zucchero-edizione_aggiornata-ampliata.php?pn=3173" title="Sugar Blues. Il mal di zucchero"><img src="http://www.macrolibrarsi.org/img/carrello.gif" style="border: 0;" /></a></td>
<td class="tr-caption"><a href="http://www.macrolibrarsi.it/libri/__coca-cola.php?pn=3173" target="_blank" title="Coca-Cola"><img alt="Coca-Cola" src="http://www.macrolibrarsi.org/proxy/data/cop/_big/c/coca-cola-lindau.jpg" height="160" style="border: 0; vertical-align: top;" width="122" /></a><br />
<a class="autore" href="http://www.macrolibrarsi.it/autori/_william_reymond.php?pn=3173" target="_blank" title="William Reymond">William Reymond</a><br />
<a href="http://www.macrolibrarsi.it/libri/__coca-cola.php?pn=3173" style="font-weight: bold;" target="_blank" title="Coca-Cola">Coca-Cola</a><br />
L'inchiesta proibita<br />
<a href="http://www.macrolibrarsi.it/edizioni/_lindau.php?pn=3173" target="_blank" title="Lindau">Lindau</a><br />
<a href="http://www.macrolibrarsi.it/libri/__coca-cola.php?pn=3173" title="Coca-Cola"><img src="http://www.macrolibrarsi.org/img/carrello.gif" style="border: 0;" /></a></td>
<td class="tr-caption"><a href="http://www.macrolibrarsi.it/libri/__il-mondo-del-cibo-sotto-brevetto-libro.php?pn=3173" target="_blank" title="Il Mondo del Cibo Sotto Brevetto"><img alt="Il Mondo del Cibo Sotto Brevetto" src="http://www.macrolibrarsi.org/proxy/data/cop/_big/i/il-mondo-del-cibo-sotto-brevetto-97745.jpg" height="160" style="border: 0; vertical-align: top;" width="122" /></a><br />
<a class="autore" href="http://www.macrolibrarsi.it/autori/_vandana_shiva.php?pn=3173" target="_blank" title="Vandana Shiva">Vandana Shiva</a><br />
<a href="http://www.macrolibrarsi.it/libri/__il-mondo-del-cibo-sotto-brevetto-libro.php?pn=3173" style="font-weight: bold;" target="_blank" title="Il Mondo del Cibo Sotto Brevetto">Il Mondo del Cibo Sotto Brevetto</a><br />
Controllare le sementi per governare i popoli<br />
<a href="http://www.macrolibrarsi.it/edizioni/_feltrinelli.php?pn=3173" target="_blank" title="Feltrinelli">Feltrinelli</a><br />
<a href="http://www.macrolibrarsi.it/libri/__il-mondo-del-cibo-sotto-brevetto-libro.php?pn=3173" title="Il Mondo del Cibo Sotto Brevetto"><img src="http://www.macrolibrarsi.org/img/carrello.gif" style="border: 0;" /></a></td>
<td class="tr-caption"><a href="http://www.macrolibrarsi.it/libri/__chi-nutrira-il-mondo-libro.php?pn=3173" target="_blank" title="Chi Nutrirà il Mondo?"><img alt="Chi Nutrirà il Mondo?" src="http://www.macrolibrarsi.org/proxy/data/cop/_big/c/chi-nutrira-il-mondo-96778.jpg" height="160" style="border: 0; vertical-align: top;" width="122" /></a><br />
<a class="autore" href="http://www.macrolibrarsi.it/autori/_vandana_shiva.php?pn=3173" target="_blank" title="Vandana Shiva">Vandana Shiva</a><br />
<a href="http://www.macrolibrarsi.it/libri/__chi-nutrira-il-mondo-libro.php?pn=3173" style="font-weight: bold;" target="_blank" title="Chi Nutrirà il Mondo?">Chi Nutrirà il Mondo?</a><br />
Manifesto per il cibo del terzo millennio<br />
<a href="http://www.macrolibrarsi.it/edizioni/_feltrinelli.php?pn=3173" target="_blank" title="Feltrinelli">Feltrinelli</a><br />
<a href="http://www.macrolibrarsi.it/libri/__chi-nutrira-il-mondo-libro.php?pn=3173" title="Chi Nutrirà il Mondo?"><img src="http://www.macrolibrarsi.org/img/carrello.gif" style="border: 0;" /></a></td></tr>
</tbody></table>
Mani nella Terrahttp://www.blogger.com/profile/11250275317462651774noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7169839961521557072.post-40595362874940542262015-08-18T19:28:00.000+02:002021-06-13T08:02:05.869+02:00Agosto. Il contatto con la natura<span style="font-size: x-small;">Giornate in campagna, scandite dal tempo delle stagioni; bellezza della natura e della vita e del legame profondo che unisce tutti gli esseri viventi. Tutto questo si legge nelle parole di </span><a href="http://www.macrolibrarsi.it/autori/_etain-addey.php?pn=3173" style="font-size: small;" target="_blank">Etain Addey</a><span style="font-size: x-small;"> e noi le condividiamo, mese per mese.</span><br />
<br />
<div class="p1">
Dormiamo sull’aia senza coperte, con Marte che sorge rosso e brillante all’orizzonte, vicinissimo, e anche dopo molte ore dal tramonto del Sole, fa ancora molto caldo. Tutto è riarso, secco, arido, ci sono crepe nel terreno, l’orto boccheggia anche se non ci laviamo quasi più per poterlo innaffiare.</div>
<div class="p1">
Marte è l’antico portatore di calore, di fuoco, di guerra, e difatti non manca nessuna delle tre cose. I boschi bruciano, gli anziano muoiono per l’affanno delle giornate torride che continuano senza tregua, i venti sono solo di guerra. Sono quattro mesi che non piove. Da qualche settimana sembra di essere entrati in uno stato alterato di coscienza in cui c’è solo una lunga attesa, ma la pioggia è come un sogno che si fa fatica a ricordare. Ci svegliamo e non c’è una goccia di rugiada e appena mi alzo i tafani cominciano a volare attorno a me, disperati in cerca del mio sangue, perché per loro è una fonte di liquido.</div>
<div class="p1">
C’è stato un momento preciso, qualche giorno fa, in cui questa disperazione si è fatta più acuta: all’improvviso le piante si sono arrese, perdendo le foglie prematuramente gialle, persino le viti sembravano morenti nonostante le loro radici profondissime e Martino, per la prima volta in vita sua, ha innaffiato la vigna con acqua tolta ai cavalli. Passiamo la giornata a portare l0acqua sporca delle galline agli alberi da frutta più piccoli.</div>
<div class="p1">
Vedo che le api vengono a bere nel cortile perché non c’è più nettare, è tutto evaporato e loro cercano solo di sopravvivere. Vedo una colonna di formiche che appare all’improvviso, spariscono tutte in un’unica direzione come un esercito, sotto lo sguardo meravigliato del gatto e dopo dieci minuti tornano portando le loro larve evidentemente per metterle in un buco più profondo al riparo dal calore. Quando Ben è andato a prendere il vino, ha sentito un sibilo e sullo scaffale ha visto un serpente grosso che si era rifugiato nella frescura buia e che, spaventato, mostrava la lingua, minaccioso. Andando giù all’orto, ho visto due o tre volte un’upupa volare via dal ginepro all’ultimo momento, e ho sentito lo spostamento d’aria provocato dalle ali. È come se ci fosse un accordo tacito fra tutti noi, umani e non umani, di non aggressione in un frangente così disperato.</div>
<div class="p1">
Questo mi ricorda i racconti di Kipling letti da bambina: nella giungla in periodi di siccità, con la fonte d’acqua ridotta ad una piccola pozzanghera fangosa, si affiancavano a bere gazzelle, leoni, elefanti e pantere, senza aggredirsi perché era scattata la tregua della disperazione. La caccia continuava, ma non vicino all’acqua perché la sete aveva reso tutti pari.</div>
<div class="p1">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiDQ720zwO1GIoal1OCWayHQkqVqmVKCCFx-VBJJgwRkan5JhJs1mmRzqccaflzQhyphenhyphen3tWfne-uLbmKGnScUqHZ1S7E8qxh_vgoB30nM89V0ZIRkLi6rp258_AcPsz9gHlHFb4KD9H6psBw/s1600/alain-laboile-water.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="213" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiDQ720zwO1GIoal1OCWayHQkqVqmVKCCFx-VBJJgwRkan5JhJs1mmRzqccaflzQhyphenhyphen3tWfne-uLbmKGnScUqHZ1S7E8qxh_vgoB30nM89V0ZIRkLi6rp258_AcPsz9gHlHFb4KD9H6psBw/s320/alain-laboile-water.jpg" width="320" /></a>Così anche Alce Nero, indiano Sioux vissuto fra il XIX e il XX secolo, racconta di una notte di disperazione, quella volta per il freddo estremo, quando si trovava con alcuni familiari ridotti alla fame nel cuore di un rigido inverno. Era così freddo quella notte che non riuscivano a dormire e poi sentirono uno strano rumore fuori dal tipi e andarono a vedere: c’era un’intera famiglia di porcospini che, addossati l’uno all’altro, piangevano per il freddo e si erano messi il più vicino possibile al tipo per condividere il calore umano. “Li abbiamo lasciati in pace perché ci facevano pena” disse Alce Nero, nonostante quei porcospini potessero rappresentare un pasto.</div>
<div class="p1">
Eppure ci sono esseri umani ciechi davanti a questa diffusa agonia lenta: “Speriamo che continui il bel tempo!” dicono. Ma non sentite l’urlo della natura? Sono andata nel bosco per cercare le corniole: sono poche, dure, piccole, e trovo alcuni alberi morti proprio perché gli istrici, affamati, ne hanno mangiato tutta la corteccia.</div>
<div class="p1">
Sono sporca da così tanti giorni che quasi non me ne accorgo più. Ogni tanto mi lavo in una bacinella piccola e poi do l’acqua all’alberello di kaki. Ogni goccia d’acqua pulita che non beviamo noi la diamo alle pecore, alle galline, ai cavalli e agli asini. E ogni giorno riusciamo ancora ad annaffiare l’orto: altrimenti morirebbe tutto e non ci sarebbe più da mangiare.<br />
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjMTQqpM5c1pmkccss1vLxowJY49lIjxqAuVUOe1UPCLrHMCO9LMuF1t5Vasg6iSWBBeroEvi3r3y0ECNa_xT8l5K3W2-zv5M9ll2b3mAjmc2GeQfMSbY5fe6cBFfq_u35YZyUtZQoIsDs/s1600/alain-laboile-composttoilet.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 0em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjMTQqpM5c1pmkccss1vLxowJY49lIjxqAuVUOe1UPCLrHMCO9LMuF1t5Vasg6iSWBBeroEvi3r3y0ECNa_xT8l5K3W2-zv5M9ll2b3mAjmc2GeQfMSbY5fe6cBFfq_u35YZyUtZQoIsDs/s320/alain-laboile-composttoilet.jpg" width="213" /></a>In questa situazione è arrivata una donna fiorentina, tutta vestita di bianco. Voleva stare qui con noi qualche giorno. Ero convinta che appena avesse visto il gabinetto di legno, se ne sarebbe andata, invece ha resistito ben tre giorni. L’ultimo giorno mi ha detto: “Sono molto contenta di essere stata qui, <i>a contatto con la natura</i>”.</div>
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Ero contenta per lei, però le avrei voluto raccontare la mia giornata: “Stamattina mi è scoppiato un uovo marcio in un occhio quando ho pulito la cova di gallina. Poi, quando sono andata a mungere, c’era il birro che faceva l’amore con la pecora che volevo mungere, così mi sono ritrovata con la mano appiccicosa di sperma di montone. Ieri sera, quando ho cercato di innaffiare l’orto, l’acqua non veniva e ho succhiato il tubo di plastica per mezz’ora, tentando di avviarne il flusso. Ho sputato e bevuto quell’acqua e alla fine ho scoperto che il tubo di plastica per mezz’ora, tentando di avviarne il flusso. Ho sputato e bevuto quell’acqua e alla fine ho scoperto che il tubo era bloccato da una rana, ridotta ormai a pezzetti, che evidentemente si era rifugiata lì dentro per il fresco. E non posso permettermi di fare una bella doccia. <i>Questo è il contato con la natura!</i>”</div>
<div class="p1">
<br />
Ma sono stata zitta. Ci sono anche cose belle: l’amica Annalisa è venuta a trovarci e ci ha raccontato come il banano con questo caldo tropicale <i>sia fiorito </i>nel suo giardino e come lei abbia seguito con meraviglia lo schiudersi di quel fiore avorio carnoso: un fiore di banano in Umbria! Anche questo è contatto con la natura!</div>
Mani nella Terrahttp://www.blogger.com/profile/11250275317462651774noreply@blogger.com