Sovrappeso e obesità sono unanimemente riconosciuti come uno dei principali problemi di salute pubblica nei paesi occidentali. Ne soffrono 4 italiani su 10 e la tendenza è in aumento, soprattutto tra i bambini. Cosa ancor più preoccupante in quanto un bambino obeso è probabile che lo resterà per tutta la vita.
Per arginare questo fenomeno, nel 2005, l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) ha proposto una “Strategia globale su dieta, attività fisica e salute.” Tra i punti principali e i consigli da seguire per una corretta educazione alimentare ci sono: aumento del consumo di frutta e verdura; sostituzione dei grassi animali insaturi con quelli vegetali insaturi, riduzione della quantità e delle proporzioni di grassi, sale e zucchero.
Dieci anni dopo le linee guida OMS, l’Italia e Milano si aggiudicano Expo 2015 con uno slogan che è tutto programma: Nutrire il Pianeta Energia per la Vita. Pareva proprio l’anticipazione dell’enciclica del Papa sull’ambiente.
70 giorni prima del taglio del nastro dell’esposizione universale, il 20 febbraio 2015 l’ANSA batteva la seguente notizia: «Stop alla pubblicità di cibi 'spazzatura' come gli energy drink o le patatine fritte, ma anche di biscotti o succhi di frutta che contengano anche un minimo di zuccheri aggiunti. È questa la via per proteggere i bambini dall'aggressività del marketing proposta dalla sezione europea dell’OMS. Diverse ricerche, ricorda il documento, hanno dimostrato che l'esposizione al marketing di cibi non salutari è legata allo sviluppo dell’obesità».
Sul sito dell’AIRC, Associazione Italiana Ricerca sul Cancro, è pubblicato un decalogo per la prevenzione. Il terzo “comandamento” recita: «Limitare il consumo di alimenti ad alta densità calorica ed evitare il consumo di bevande zuccherate. Sono generalmente ad alta densità calorica i cibi industrialmente raffinati, precotti e preconfezionati, che contengono elevate quantità di zucchero e grassi, quali i cibi comunemente serviti nei fast food.»
Adesso facciamo finta… Lasciamo perdere le decine di arresti, i milioni di tangenti e i filoni di indagini che sembrano momentaneamente sospese su Expo 2015. Chiudiamo gli occhi di fronte allo scempio del territorio, agli ettari di suolo agricolo consumato, ai laghetti prosciugati per far posto a parcheggi e tangenziali spesso inutilizzati. Dimentichiamo i ritardi nella realizzazione dei padiglioni e i soldi spesi per camuffare le incompiute. Facciamo finta che tutto sia filato liscio e senza intoppi. E concentriamoci sulle parole «educazione alimentare, salute e vita».
Secondo voi, se le istituzioni, gli enti, le autorità preposte alla tutela della salute pubblica (il sindaco, l’assessore regionale alla sanità, il ministro della salute) si fossero ispirati veramente all’obiettivo OMS di educare alla corretta e sana alimentazione ed al tema dell’esposizione universale sarebbe stato possibile accettare che McDonald’s e Coca Cola fossero i principali sponsor dell’esposizione universale? L’esposizione universale, che nelle migliori intenzioni contenute nel dossier doveva essere una grande occasione per educare ai corretti principi nutrizionali la popolazione mondiale, si sarebbe potuta trasformare in una enorme fiera in cui si trova di tutto, ma dove la “fanno da padroni" i colossi del fast food e delle bibite gassate e zuccherate? Si sarebbe potuto arrivare addirittura a promuovere il fast food nelle scuole? Con l’assessore regionale all’educazione che invia nota formale a tutte le scuole per ricordare che se visiteranno Expo e andranno da McDonald’s ci sarà lo sconto del 50% e gelato gratis? Con premi in denaro agli istituti che raccolgono il maggior numero di scontrini del McDonald’s? Con punti che valgono il triplo se recanti il timbro Expo2015?
La risposta dettata dal buon senso sarebbe: certo che no!
Eppure tutto ciò è accaduto.
Nonostante le linee guida OMS.
Nonostante i dati sull’obesità.
Nonostante le buone intenzioni di cui è lastricato il decumano.


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