Nel 2007, l'area coltivata a OGM è aumentata, raggiungendo, solo nell'ultimo anno con 12,3 milioni di ettari, un'estensione di 114,3 milioni di ettari. I paesi che coltivano piante geneticamente modificate sono 23, di cui 12 in via di sviluppo e 11 industrializzati: USA, Argentina, Brasile, Canada; India, Cina, Paraguay, Sud Africa, Uruguay; Filippine, Australia, Spagna, Messico, Colombia, Cile, Francia, Honduras, Repubblica Ceca, Portogallo, Germania, Slovacchia, Romania e Polonia [OGM in agricoltura: le ragioni di chi dice no, a cura di Michele Pisani per la Coalizione Italia Europa Liberi da OGM, 2008].

Le autorizzazioni alla commercializzazione di prodotti geneticamente modificati sono stati concessi in Europa a scopo di importazione, alimentazione animale mangimistico e/o coltivazione (2001/18/CE) e per alimentazione umana (2003/1829/CE). Le sementi per essere autorizzate alla coltivazione, in Italia, così come in Europa, devono essere iscritte al registro varietà nazionale o europeo: al momento in Italia non è stata registrata nessuna varietà di OGM.

Facendo un'accurata analisi dei rischi-benefici, quali vantaggi potrebbe comportare la coltivazione di piante geneticamente modificate all'agricoltura italiana? Il sistema agricolo biotecnologico è un sistema potente sostenuto da forze politiche, scientifiche ed economiche; la penetrazione degli OGM nel nostro territorio è irreversibile, una volta che gli OGM saranno entrati non si potranno più eliminare; gli OGM sono quindi invasivi; come si può mantenere un prodotto alimentare privo di OGM se è permessa una tolleranza dello 0,9%? Come si potranno proteggere le produzioni tipiche con certificazione di qualità, patrimonio antichissimo e prezioso, dalle monoculture biotech? Se queste ultime hanno una resa maggiore rispetto alle colture tradizionali, è da prevedere un abbassamento dei prezzi del prodotto, con svantaggio delle imprese agricole che producono con tecniche tradizionali; è da prevedere, inoltre, un aumento delle produzioni di alimenti non stagionali sempre a svantaggio delle imprese agricole che producono con tecniche tradizionali; la creazione di forme di monopolio da parte di multinazionali; la perdita in qualità e in tipicità del prodotto: una dipendenza sempre maggiore del settore agricolo nei confronti del settore industriale. E non è tutto; con l'aumento del costo, sui mercati mondiali, delle materie prime agricole a causa della riduzione delle scorte di cereali sempre più utilizzati come risorse energetiche, la produzione di OGM, sulla base di una presunta maggiore produttività, viene indicata come l'unica soluzione a un nuovo dilagare della fame del mondo.

E l'opinione pubblica? L'opinione pubblica rifiuta: rifiuta attraverso i sondaggi d'opinione, rifiuta chiedendo l'etichettatura dei prodotti, rifiuta esigendo dalle grandi catene di distribuzione di togliere i prodotti biotech dai propri scaffali, chiede garanzie attraverso etichette OGM free, costituisce movimenti che a livello regionale possono costituire delle aree libere da OGM.

Gli italiani sono contrati agli OGM e lo si è osservato nel numero di adesioni rilevate dalla consulta nazionale Liberi da OGM, che in soli tre mesi, da settembre a novembre 2007, raccolse più di tre milioni di assensi: il 52% dal nord Italia, mentre numerosi voti arrivarono dalla Lombardia che, a differenza di altri comuni, non è OGM free. La consulta era stata promossa da 32 organizzazioni che nel maggio 2007 avevano dato vita ala Coalizione ItaliaEuropa - Liberi da OGM.

L'esigenza di un cibo "sicuro", da parte della popolazione italiana, è stata colta anche dai produttori che spesso immettono sul mercato alimenti che riportano un'etichetta con la dicitura "OGM free" o "senza OGM", non regolamentata né a livello nazionale né a livello europeo. Si è verificato, dunque, che alcune azienda abbiano posto l'etichetta anche su prodotti contenenti OGM in una soglia inferiore allo 0,9%. Si è in presenza di un problema di pubblicità ingannevole, in quanto se per il prodotto che contiene OGM in quantità inferiore allo 0,9% non sussiste l'obbligo di etichettatura, non vuol dire che il prodotto sia privo di OGM. Si è in presenza di una violazione dell'art. 2 del D.Lgs. 109/1992, per il quale "L'etichettatura, la presentazione e la pubblicità dei prodotti alimentari non devono indurre in errore l'acquirente sulle caratteristiche del prodotto e precisamente sulla natura, sulla identità, sulla qualità, sulla composizione, sul modo di ottenimento o di fabbricazione del prodotto stesso". [A questo proposito consigliamo la visione del documentario: Food Inc. - Cibo SpAlink alternativo]

Un altro caso da menzionare è quello del Tribunale di Torino che, nel 2004, ha emesso una sentenza relativamente alla vendita di alimenti recanti la dicitura "alimento [...] a base di farine di soia geneticamente non modificato". Dalle analisi effettuate si era potuto riscontrare, nel prodotto, la presenza di OGM in quantità non superiore allo 0,9%, soglia di tollerabilità consentita. Di conseguenza il tribunale stabilì che non si era commesso reato di frode in commercio. Preso atto di questo, urge sicuramente una regolamentazione in materia di etichettatura "OGM free", in virtù della tutela dei diritti del consumatore.

Nel frattempo, però, è diventato attuativo in Europa un regolamento [834/2007/CE] del Consiglio dei Ministri dell'Agricoltura, uscito nel giugno 2007, sulla produzione biologica e la sua etichettatura. Finora un prodotto biologico, per essere considerato tale, doveva essere esente da contaminazioni di qualsiasi tipo, al 100%. Secondo il nuovo provvedimento, dal 1 gennaio 2009, è stata concessa una tolleranza senza etichettatura di OGM nei prodotti biologici e in quelli convenzionali "in misura non superiore allo 0,9%".


ogm

1.Cosa sono gli OGM
In ogni cellula del nostro corpo è presente una molecola, il DNA, la sede dell'informazione genetica, che viene trasmessa ereditariamente. Nel DNA, infatti, esistono delle unità chiamate geni che sono i responsabili del colore dei nostri occhi e capelli, della nostra altezza, insomma delle caratteristiche del nostro organismo.

monsanto-manipolazione

2.Obiettivi disattesi ed effetti collaterali
...La vendita del Roundup procede di pari passo con la vendita di piante geneticamente modificate resistenti al principio attivo del glifosato, che ha la particolarità di distruggere nelle coltivazioni tutte le piante che non possiedono questo principio attivo...


monsanto-label

3.Guerre commerciali
La popolazione americana, che si nutre di OGM da oltre un decennio, non fu mai informata della manipolazione genetica cui erano sottoposti i loro alimenti, poiché vennero immessi sul mercato senza un'adeguata etichettatura.



biodiversita

4.OGM e biodiversità
...si corre il rischio che tollerando le soglie di contaminazione accidentale, anche molto basse, si possa, con il tempo, avere comunque colture convenzionali e biologiche con alti livelli di contaminazione...



No-GMO-label

5.OGM e agricoltura
Il sistema agricolo biotecnologico è un sistema potente sostenuto da forze politiche, scientifiche ed economiche; la penetrazione degli OGM nel nostro territorio è irreversibile, una volta che gli OGM saranno entrati non si potranno più eliminare; gli OGM sono quindi invasivi; come si può mantenere un prodotto alimentare privo di OGM se è permessa una tolleranza dello 0,9%?

gallina-OGM

6.OGM e salute
C'è sicuramente un rischio potenziale dovuto all'instabilità dei geni inserirti all'interno del DNA della cellula ospite, rischio molto maggiore per gli animali che non per le piante che sopportano molto meglio le modificazioni del loro patrimonio genetico.


resistenza

Conclusioni
Un consumatore che sia adeguatamente informato può optare per determinate scelte piuttosto che per altre, può dettare le regole del gioco piuttosto che esserne succube, può orientare le politiche dell'industria alimentare e chiedere una normativa che rispetti le esigenze di trasparenza e chiarezza.






Gli OGM: dalle erbe "pazze" ai cibi biotech
1.Cosa sono gli OGM 2.Obiettivi disattesi ed effetti collaterali 3.Guerre commerciali
4.OGM e biodiversità 5.OGM e agricoltura 6.OGM e salute Conclusioni






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