Mentre scriviamo i leader mondiali sono riuniti in Brasile per affrontare, durante il vertice Rio+20, urgenti sfide ecologiche come l'estinzione delle specie, l'erosione della biodiversità e i cambiamenti climatici. Il vertice sulla Terra, che si tenne in questa stessa città nel '92, ha dato vita a due importanti leggi ambientali: la convenzione delle Nazioni Unite sulla diversità biologica e quella sui cambiamenti climatici. Ci ha dato inoltre i principi di Rio, fra cui quello di precauzione e oò "chi inquina paga". Il mondo è cambiato da allora, non in meglio. La sostenibilità è stata sacrificata per un modello di economia oggi in crisi. Il '95, in particolare, ha visto uno spostamento nei valori che guidano le nostre decisioni insieme a un cambiamento nei confronti di chi è chiamato a prendere tali decisioni: è stato l'anno di istituzione dell'Organizzazione mondiale del commercio (Wto), che ha introdotto il paradigma del dominio delle multinazionali globali, modificando le strutture di governance e i processi decisionali attraverso gli accordi di libero scambio. I principi di conservazione e condivisione equa delle risorse sono stati sostituiti da avidità, conquista e privatizzazione. Economie e società sostenibili sono stati sostituiti da sistemi di produzione insostenibili e da una spinta a diffondere il virus del consumismo. Il processo decisionale si è trasferito nelle mani delle multinazionali. Le imprese che scrissero le regole del Wto hanno sovvertito le regole ambientali che avrebbero dovuto normare le loro attività commerciali. Hanno sovvertito il trattato sul clima e la convenzione sulla biodiversità.
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-"il clima è impazzito!" -"già... il clima..." |
Ma il trattato fu distrutto nel 2009, nel vertice di Copenhagen, da un tentativo di sostituirlo con un accordo non vincolante. Ora gli inquinatori cercano nuove strade per fare soldi e accaparrarsi le risorse. L'obiettivo della convenzione sulla diversità ecologica era quello della conservazione della biodiversità e il suo uso sostenibile e equo. Tale obiettivo è stato sovvertito e sostituito da scambi di risorse genetiche, profitti, privatizzazione. Il protocollo di Nagoya sull'accesso alle risorse energetiche e l'equa condivisione dei benefici derivanti dal loro utilizzo limita l'accesso ai benefici che derivano dall'utilizzo delle risorse energetiche alle sole multinazionali, ignorando le comunità locali. Insomma, il commercio sta sostituendo la conservazione ed erodendo i beni comuni. I diritti delle multinazionali stanno erodendo quelli delle persone. Questo cambiamento di valori, dalla conservazione e condivisione allo sfruttamento e la privatizzazione, si giustifica in nome del progresso e della crescita economica. Tuttavia, il paradigma economico per cui la Terra e la società sono stati saccheggiati e distrutti è in profonda crisi. Un cambiamento di paradigma è necessario. E non deve venire da quelli che hanno creato la crisi, ma dai movimenti per la sostenibilità ecologica, la giustizia sociale e democrazia che a Rio+20, nel momento in cui scrivo, stanno proponendo un altro paradigma - centrato sui diritti della madre Terra, delle generazioni future, delle donne, delle comunità indigene e dei contadini. Questa battaglia fra un paradigma distruttivo e un altro emergente di miglioramento di vita sarà certamente l'aspetto più significativo del vertice. Il risultato di questo scontro determinerà il futuro dell'umanità. Nessuno di noi è immune dalla crisi o dalla risposta che ad essa verrà data. Nessuno di noi è solo spettatore. Ogni giorno è un summit della Terra nella nostra vita. E ognuno di noi sta negoziando il nostro destino collettivo.
di seguito l'ormai famoso discorso di Severn Suzuki del 1992
l'avrai sicuramente già visto, ma prenditi altri 7 minuti per riascoltarlo
Dal cielo, il Signore sorride contento, perché questo è ciò che Egli vuole:
che ciascuno abbia nelle sue mani la responsabilità della propria vita.
Paulo Coelho, dal libro Monte Cinque
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